Solo il 6,2% delle imprese italiane utilizza sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media Ue dell’8%. La percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese.
Sull’utilizzo della IA anche la Toscana deve crescere ancora.
Nel 2021 il mercato digitale nella regione ha superato i 4,7 miliardi di euro con una crescita del 5,1% rispetto al 2020.
Terza tappa a Firenze, con Confindustria Toscana e DIH Toscana per il ciclo di incontri “Intelligenza artificiale e PMI: esperienze da un futuro presente”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub, con la partnership di Audi e la media partnership de L’Imprenditore. Si tratta di un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Sono le stesse imprese a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell’IA in azienda, grazie alla presentazione di casi concreti e al confronto diretto con i partecipanti.
L’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 70 anni, è oggi al centro del dibattito politico-economico. Big data, elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono un impiego diffuso, capace di incidere nella vita quotidiana di imprese e individui in maniera ancora più profonda rispetto alle innovazioni precedenti. Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, l’IA rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati ISTAT del 2021, solo il 6,2% delle imprese con almeno 10 dipendenti ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea; in particolare, la percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. Un gap da colmare, perché numerose ricerche certificano un crescente divario nell’incremento della produttività dovuto alla digitalizzazione tra poche imprese di frontiera e le molte più in ritardo. (FIGURA 1)
L’Italia recupera parzialmente nell’industria: nel 2021 la percentuale di imprese più avanzate nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale era superiore alla media europea (1,4% contro 1,3%). Rimane però ancora lontana dai paesi capofila: Danimarca a 5,3% e Paesi Bassi al 3.
Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, in Italia il mercato dell’Intelligenza artificiale ha raggiunto nel 2022 un volume di circa 422 milioni di euro (+21,9%) e, tra il 2022 e il 2025, è previsto che l’AI raggiunga i 700 mln nel 2025 con un tasso di crescita medio annuo del 22% (cfr. Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2022” v.2). (FIGURA 2)
L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato (Digital Enabler) come ad esempio Cybersecurity, Big Data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano. Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell’IA resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati: per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’IA.
Nel 2021 il mercato digitale in Toscana ha superato i 4,7 miliardi di euro con una crescita del 5,1% rispetto al 2020 (fonte: Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2022”). (FIGURA 3)
In Toscana una impresa su 5 ha raggiunto un livello di digitalizzazione alto o molto alto (dato 2021, fonte Centro Studi Confindustria Toscana). La pandemia da Covid-19 ha dato una importante spinta verso un percorso di digitalizzazione: oltre il 13% delle imprese della regione ha incrementato la quota di addetti con accesso a distanza alla posta elettronica, più di una impresa su 5 ha aumentato le vendite via internet o iniziato a farle e oltre un quarto delle imprese toscane ha iniziato ad utilizzare almeno un dispositivo o un sistema intelligente per la raccolta o lo scambio di dati.
I dispositivi di intelligenza artificiale in Toscana sono ancora poco diffusi (si parla del 5-6% delle imprese che ne utilizzano almeno uno) e nella maggior parte dei casi l’utilizzo è legato all’automazione dei flussi di lavoro. (FIGURA 4 e FIGURA 5)
“Le imprese toscane stanno crescendo nella digitalizzazione, ma si può fare di più. Come sistema confindustriale toscano stiamo lavorando in questa direzione anche per supportare le imprese nei loro percorsi di sviluppo; ma c’è bisogno di maggior impegno da parte di tutti, come c’è bisogno di investire di più sull’innovazione, anche sostenendo maggiormente le aziende nei loro investimenti – sottolinea Maurizio Bigazzi presidente di Confindustria Toscana -. E dobbiamo lavorare speditamente anche sulla formazione perché la transizione tecnologica, per essere attuata, ha bisogno di nuove competenze che il mercato del lavoro non sta offrendo. Sono competenze necessarie, che le imprese non trovano e ci chiedono quotidianamente”.
“La trasformazione digitale è un cammino ininterrotto e sull’intelligenza artificiale ci sono ancora sfide da superare e molti passi da compiere – ha commentato Fabrizio Bernini, presidente del DIH Toscana -. Ma già negli ultimi anni in Toscana le imprese e gli ecosistemi che le affiancano si sono rafforzati e stanno crescendo. Anche il DIH Toscana, strumento al servizio di tutte le aziende della regione, dopo cinque anni di operatività sul territorio sta consolidando le relazioni con importanti network nazionali ed europei e il proprio ruolo di punto di riferimento per la digital transformation dell’industria toscana, in particolare manifatturiera, come dimostrano la partecipazione attiva del DIH a Tuscany X.0, ARTES 5.0 e DAMAS, tre Poli europei ai quali l’Europa affida la transizione digitale delle PMI in Italia, e la recente partnership con le Università toscane e i principali Centri di ricerca nell’Ecosistema dell’Innovazione Tecnologie per le Scienze della Vita selezionato dal PNRR”.
“Secondo i dati 2023 del Readiness for Frontier Technologies Index delle Nazioni Unite, l’Italia è in una buona posizione per cogliere le opportunità di tecnologie avanzate, come l’IA. Si è collocata, infatti, 25esima su 166 paesi analizzati – ha sottolineato Paolo Errico, vice presidente Piccola Industria Confindustria per Innovazione e Transizione Digitale. “In particolare, ha registrato ottimi risultati nella ricerca (10°posizione) e nell’industria (25°posizione), ma deve fare di più su skill e lavoratori ICT. E’, quindi, indispensabile fare informazione e formazione, perché è una sfida alla nostra portata e possiamo vincerla. Questo percorso ci sta dimostrando che nelle nostre aziende e territori c’è molto interesse per il digitale e le nuove tecnologie ma che la conoscenza di questi strumenti, soprattutto nelle piccole imprese, va strutturata e valorizzata per poterne sfruttare appieno le potenzialità”.
Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, ha così commentato: “L’incontro di oggi qui a Firenze è un elemento di grande soddisfazione per il percorso di coinvolgimento e condivisione che stiamo portando avanti con i territori, la Piccola Industria ed i DIH nazionali. La Toscana è ricca di eccellenze industriali, che investendo nell’intelligenza artificiale possono diventare ancora più competitive e produttive. Un solido alleato è la presenza di università altamente specializzate e di centri di ricerca, che alimentano la conoscenza e le competenze fondamentali proprio in questo campo a beneficio delle imprese ICT e di tutte le PMI. Le testimonianze che abbiamo ascoltato ci mostrano come ci siano aziende che stanno investendo con successo nell’intelligenza artificiale: questa tecnologia è un vero game changer per l’industria e l’auspicio è che, anche grazie a questi incontri, continuino a crescere gli investimenti nel digitale per crescere ed essere sempre più competitivi”.
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