L’integrazione dell’intelligenza artificiale (AI) in vari settori ha sollevato interrogativi sul suo potenziale di esacerbare comportamenti di dipendenza, in particolare in settori come il gioco d’azzardo online. Accade oltreoceano, dove
L’integrazione dell’intelligenza artificiale (AI) in vari settori ha sollevato interrogativi sul suo potenziale di esacerbare comportamenti di dipendenza, in particolare in settori come il gioco d’azzardo online.
Accade oltreoceano, dove nello stato di New York il deputato democratico Paul Tonko ha presentato una proposta di legge che mira a porre severi limiti al modo in cui le società di scommesse sportive online interagiscono con i propri clienti vietando di fatto l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per tracciare le abitudini dei giocatori d’azzardo.
Questo accade proprio in concomitanza della pubblicazione di alcune indagini del Wall Street Journal che hanno ipotizzato che le società di gioco online potrebbero utilizzare l’AI per rivolgersi a giocatori problematici ed indurli, con strategie di marketing mirato, a spendere ancora di più.
Il timore di alcuni è che possano essere usati gli strumenti comportamentali come i cosiddetti ‘dark nudges’ per manipolare i giocatori affinché agiscano in modi che non sono nel loro interesse per aumentare i profitti aziendali.
Non è una novità che l’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme e dimensioni stia conquistando il mondo come una tempesta, e questo coinvolge anche il settore dell’iGaming dove potrebbe essere applicata quasi ovunque.
Nella precedente edizione di PressGiochi MAG abbiamo visto come l’intelligenza artificiale può aiutare un progettista a creare un’esperienza di gioco dinamica e reattiva proponendo, specie nel settore delle slot online, ambienti di gioco sempre più vicini alle aspirazioni del cliente, instaurando con esso un rapporto diretto e duraturo nel tempo. Similmente a come avviene da tempo per il settore delle scommesse.
La digitalizzazione che sta caratterizzando l’industria pone nuove sfide in termini di prevenzione e riduzione dei danni. Nell’online, aumentano molti fattori di rischio tra cui disponibilità, facilità di accesso, ma anche caratteristiche del gioco come velocità e intensità. Inoltre, i dati raccolti sui giocatori negli ambienti digitali rendono l’offerta sempre più personalizzata e mirata.
Ma un altro campo del gaming nel quale può essere applicata l’intelligenza artificiale è quello del gioco responsabile. L’identificazione del gioco problematico è possibile negli ambienti online utilizzando soluzioni algoritmiche che riconoscono modelli di gioco o di spesa.
Sono sempre più numerosi gli operatori in Europa e negli Usa che annunciano l’implementazione dell’AI per fornire un ambiente di gioco sicuro e divertente per i propri utenti. Ma dove finisce l’attenzione per il gioco responsabile ed inizia la necessità di fare profitto?
Chiariamo subito che per quanto possa essere fondamentale il contributo del machine learning, ciò che continuerà a fare la differenza sarà l’impronta umana e l’etica con la quale verranno implementati questi strumenti.
Una delle applicazioni più cruciali dicevamo, è l’identificazione e la prevenzione dei comportamenti problematici legati al gioco d’azzardo. I sistemi di intelligenza artificiale raggiungono questo obiettivo attraverso sofisticate analisi dei dati e riconoscimento di modelli, analizzando i comportamenti dei giocatori, i modelli di scommessa e altri indicatori che potrebbero suggerire una propensione alla dipendenza dal gioco d’azzardo.
Gli algoritmi di intelligenza artificiale sono addestrati per monitorare i comportamenti di gioco d’azzardo in tempo reale, segnalando eventuali irregolarità o modelli indicativi di problemi di gioco d’azzardo. Questi modelli possono includere aumenti improvvisi degli importi delle scommesse, sessioni di gioco prolungate o ricorrenti perdite. Identificando tempestivamente questi comportamenti, i sistemi di intelligenza artificiale possono innescare interventi personalizzati basati sul comportamento e sulla storia dell’individuo e contribuendo a rafforzare l’efficacia dei programmi di autoesclusione.
Quanto, come e in quali ambiti utilizzare queste tecnologie ha molto a che fare con le strategie e l’etica aziendale delle società di gioco. Ad ammetterlo è stato lo stesso CEO di DraftKings – per tornare al caso americano – accusato di usare l’AI per rendere le scommesse più avvincenti. Jason Robins ha riconosciuto che l’ottimizzazione dell’intelligenza artificiale potrebbe alimentare comportamenti di dipendenza tra gli utenti affermando tuttavia che resta ferma la responsabilità individuale ed aziendale per prevenire casi di rischio. Jason Robins ha evidenziato gli sforzi di DraftKings per costruire una piattaforma che offra valore agli utenti responsabili riducendo al minimo l’accesso per le persone suscettibili alla dipendenza.
Anche in Europa, sono sempre più numerose le piattaforme di gioco che hanno integrato l’intelligenza artificiale per la prevenzione dei danni. Norsk Tipping, la lotteria nazionale norvegese sta ad esempio usando uno strumento di dialogo digitale che utilizza dati in tempo reale per prevenire e ridurre il gioco d’azzardo a rischio o problematico. Le persone ricevono messaggi personalizzati riguardanti le loro abitudini di gioco, vengono invitate a fare una riflessione e alla moderazione.
A guardare con interesse l’uso dell’AI sono anche organismi di regolamentazione che la utilizzano per monitorare le piattaforme di gioco d’azzardo online, garantendo il rispetto degli standard di gioco responsabile e intervenendo quando vengono rilevate deviazioni. La Hellenic Gaming Commission da circa due anni sta usando software AI e approfondimenti neuroscientifici per identificare comportamenti di gioco a rischio.
Anche l’Italia si sta muovendo in questo senso. Sono già diversi gli operatori nazionali che hanno confermato di usare l’aiuto artificiale nei propri processi, e anche la Fondazione Fair, costituita su iniziativa di Sisal, ha ammesso che tra i temi che affronterà ci sarà anche quello dell’uso dell’intelligenza artificiale per tutelare il consumatore.
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