23 Novembre 2024 - 23:05

In pericolo l’occupazione del gioco terrestre, ma anche quello delle case da gioco

Il mondo del gioco che comprende anche i casino virtuali non ha pace: non solo quello terrestre, quello online, le apparecchiature da intrattenimento e quant’altro: anche le Case da Gioco,

04 Maggio 2017

Il mondo del gioco che comprende anche i casino virtuali non ha pace: non solo quello terrestre, quello online, le apparecchiature da intrattenimento e quant’altro: anche le Case da Gioco, i casinò tricolore, non passano certamente un buon periodo e tremano a livello di incassi e per la preoccupazione della tenuta dell’occupazione. In più, chi ama il gioco lo sa, le stesse strutture non hanno avviato in questi ultimi anni particolari riforme che il calo costante dei giocatori potevano suggerire. E non solo, questo segmento del gioco è sempre “sotto attacco” dei sindacati che “spingono” per le più diverse soluzioni e, certamente, non lasciano gli ambienti sereni.

 
Chi più e chi meno, tutte le strutture ludiche hanno problematiche di quadratura di bilancio e, nonostante si siano impegnate per “ringiovanire” i giochi, renderli più appetibili, inserito serate a tema, concerti, mostre ed incontri letterari per “accaparrarsi” un pubblico diverso dal consueto, tutto ciò non è servito a migliorare l’insieme che risente tantissimo della concorrenza che il gioco terrestre ha messo in campo.

Senza parlare del gioco online che sta fagocitando una bella fetta di mercato, visto che dagli strumenti che consentono di collegarsi ad internet si può avere tutto il panorama offerto dalle piattaforme in qualunque momento e da qualsiasi posto lo si desideri.

Ormai, l’attrattiva dell’atmosfera della Casa da Gioco sta piano piano scemando e le sale che un tempo erano ritrovo di un pubblico quasi di elite, ora sono sempre più spesso desolatamente vuote o sempre più disadorne di quel pubblico che subiva il suo fascino ed il “loro profumo”. Lo scenario che ora si trova nelle Case da Gioco è sempre raffinato, ma certamente non rispecchia più quello di un tempo: la frequentazione dei casinò è cambiata, composta da personaggi giovani che anche se vanno al casinò, vogliono in ogni caso giocare anche con le slot machine.

 

Quindi, andare incontro a questo “nuovo giovane pubblico” e questa nuova clientela, comporta uno sforzo notevole per le Case da Gioco che devono cercare da un lato di quadrare il bilancio -che ha in sé il peso importante delle quote che si devono corrispondere alle relative proprietà- e dall’altro il “peso senza dubbio impegnativo” degli stipendi dei propri operatori, stipendi che si stanno forzosamente “riducendo”: questo, naturalmente, comporta discussioni, malcontento ed “ingresso” dei sindacati a tutela dei propri assistiti.

 
Ma, invece che toccare i dipendenti e le loro retribuzioni, i casino online dovrebbero intraprendere il percorso di piani industriali credibili che non siano però basati esclusivamente sulla riduzione del costo del lavoro e così si potrebbero evitare un mare di “scontenti”. Forse, finalmente, si dovrebbe anche arrivare ad un contratto nazionale che aiuterebbe ad affrontare la crisi di queste aziende che hanno necessità di avere nelle proprie sale seri professionisti, altrimenti la clientela, se non ben assistita, si reca altrove.

 
Un contratto di settore permetterebbe, innanzitutto, di “avere una sola voce” anche nei confronti delle istituzioni, e sopratutto avrebbe un risultato importantissimo, quello di salvaguardare professionalità molto specifiche che rischiano, oggi, di sparire oppure di cadere nel generico contratto del turismo. Come si potrebbero classificare i croupiers, professione assai difficile, con orari impossibili e grosse responsabilità di rapporto con il pubblico? Un approccio serio a questa tematica potrebbe salvaguardare occupazione e strutture aziendali.

 

 

 

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