Continua la ricostruzione post-crisi del sistema imprenditoriale italiano. Dall’inizio dell’anno 42mila in più (+0,7% rispetto al 2015), +17mila nel trimestre luglio-settembre. Nei primi nove mesi dell’anno lo stock delle imprese
Continua la ricostruzione post-crisi del sistema imprenditoriale italiano. Dall’inizio dell’anno 42mila in più (+0,7% rispetto al 2015), +17mila nel trimestre luglio-settembre.
Nei primi nove mesi dell’anno lo stock delle imprese iscritte alle Camere di commercio è aumentato di 41.597 unità, 2.227 in più rispetto allo stesso periodo del 2015, per un tasso di crescita nei nove mesi pari allo 0,7%. Il bilancio positivo si aggiunge a quelli dei primi nove mesi del biennio 2014-2015 e riporta il ritmo di ricambio della base imprenditoriale ai valori del 2007. Limitando la vista al saldo del trimestre luglio-settembre (pari a +16.197 unità), emerge invece un lieve rallentamento della crescita di imprese rispetto allo stesso periodo del 2015 (+0,27 contro +0,33%).
Ma quante sono quelle legate al mondo del gioco?
Per quanto riguarda il settore lotterie, scommesse e case da gioco, nel terzo trimestre del 2016 in Italia sono 6.958 le imprese registrate alla Camera di Commercio. Erano 6.771 nel secondo trimestre dell’anno.
Di queste 6.279 imprese sono attive, 50 le nuove iscrizioni, 96 le imprese cessate con una variazione rispetto al trimestre precedente di 233 attività.
Di queste 2.829 sono sotto forma di imprese individuali, 3.008 sono società di capitale, 1.083 società di persone e 38 altre forme.
A livello generale, oltre la metà del saldo gennaio-settembre è frutto del contributo di tre soli settori: turismo (+10.584 imprese), commercio (+6.703) e servizi alle imprese (+6.405). Nello stesso periodo, sono rimasti in campo negativo le costruzioni (-2.485 unità da inizio anno), le attività manifatturiere (-1.657) e il comparto dell’estrazione di minerali (-34). Rispetto allo stesso periodo del 2015, nei primi nove mesi di quest’anno è cresciuta sensibilmente la componente del saldo determinata dal Mezzogiorno, passata dal 39,6 al 45,2% del totale. Sostanzialmente stabile, infine, il profilo organizzativo scelto da chi oggi avvia un’impresa: la forma giuridica più dinamica è stabilmente quella delle società di capitale (+2,9% il tasso di crescita, corrispondente a 44.811 unità in più nel periodo) seguita a distanza dalle altre forme, in prevalenza cooperative, cresciute dell’1,5% per un saldo di 2.319 unità. In lieve riduzione le imprese individuali (-0,6% pari a 6.452 unità in meno).
“La crescita del tessuto imprenditoriale in questi primi nove mesi dell’anno è un segnale davvero importante”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “Le 42mila imprese in più riportano le lancette della natimortalità ai ritmi del 2007 e rappresentano il miglior risultato dal 2012. Ora più che mai occorre aiutare gli imprenditori a crescere ed essere competitivi, puntando sull’innovazione, la digitalizzazione, la semplificazione amministrativa”.
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