Continuano le proteste degli Imprenditori Ippicci Italiani sulla sospensione del lunedì di corse che, senza valide alternative ed una riflessione programmatica, secondo la loro opinione, produce solo ingiustificate perdite. “Dopo
Continuano le proteste degli Imprenditori Ippicci Italiani sulla sospensione del lunedì di corse che, senza valide alternative ed una riflessione programmatica, secondo la loro opinione, produce solo ingiustificate perdite. “Dopo 5 Lunedì senza corse italiane, abbiamo potuto vedere su Gaet quanto, dal punto di vista economico, questa scelta sia purtroppo tremendamente negativa”- dichiarano- – I dati sono agghiaccianti, perdiamo ancora consistenti quote di mercato e rispetto al 2008 produciamo ricavi per meno di un quarto. Siamo sempre stati favorevoli al giorno di riposo, ma quando si fa una scelta di questo tipo bisogna immediatamente pensare alle conseguenze e adottare gli opportuni correttivi cogliendo soprattutto le opportunità che si pongono davanti a noi. Invece, dimostrando per l’ennesima volta superficialità e incompetenza, il ministero non ha ragionato su cosa sarebbe successo a livello di raccolta ed ha completamente ignorato le grandi opportunità che questo cambiamento poteva generare. Le corse italiane del Lunedì si potevano sostituire comprando più corse estere con cui allungare lo spazio orario di offerta in Agenzia partendo dalle ultime ore della mattina fino alle ore serali, orari che le corse italiane non consentono di coprire. Il Lunedì è un giorno di grande passaggio in Agenzia e si può prendere il cliente al volo in un momento in cui ha appena ‘riscosso’. Invece stiamo buttando al vento preziosi introiti semplicemente per rispondere, in maniera ingenua e superficiale, ad un richiesta, a nostro avviso condivisibile, di una parte del settore”.
Gli imprenditori, dopo l’analisi si pongono domande sulle alternative di copertura e esprimo proposte polemizzando ancora sull’atteggiamento dello Stato. “E’ noto che il rapporto tra i costi d’acquisto e la resa delle corse estere è intorno ad 1 a 3 per cui ogni milione che si spende ne produce almeno 3 di raccolta. Perché allora non si comprano molte più corse estere? Perché non si selezionano per qualità e per fasce orarie? La risposta è, come sempre succede avendo a che fare col ministero, sempre la stessa: Problemi di Burocrazia. Il bilancio dello Stato prevede di spendere al massimo 4 milioni e guai a chi spende un euro in più, neppure se questo si triplicasse. Il lato assurdo di questa situazione è che le Corse estere vengono comprate dal Mipaaf coi soldi del settore e che gli introiti vanno allo Stato senza beneficiare il settore. E poi ci diranno che abbiamo prodotto di meno e che quindi diminuirà il Montepremi… I dirigenti, in un contesto di questo tipo, si limitano a gestire il contingente ed utilizzano i soldi che per legge devono essere distribuiti evitando rogne e scocciature. E’ con queste direttive che si costruisce il calendario, non per un rilancio, ma perché si deve fare. Pertanto non hanno alcun interesse a farlo al meglio, nell’interesse del settore, ma devono farlo perché non arrivino sanzioni o controversie. Regole da dipendente pubblico e pastoie burocratiche, come sempre! Complicazioni assurde che mettono nuovamente in evidenza la necessità di uscire dagli schemi pubblici e rientrare in quelli dell’iniziativa privata come avviene in tutto il mondo”.
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