Gli Imprenditori Ippici Italiani esprimo le proprie perplessità in questa fase di estrema incertezza normativa. “Ore di grande preoccupazione per la filiera ippica a rischio di essere, per l’ennesima volta,
Gli Imprenditori Ippici Italiani esprimo le proprie perplessità in questa fase di estrema incertezza normativa.
“Ore di grande preoccupazione per la filiera ippica a rischio di essere, per l’ennesima volta, defraudata dei propri diritti-commentano- una legge dello Stato (DPR n. 169 del 8 aprile ‘98) ci mette a disposizione risorse derivanti dalle scommesse sull’ippica (inclusa quella internazionale) e sull’utilizzo delle immagini delle Corse dei Cavalli (incluse quelle di tutto il mondo).
Questa Legge ci destina un prelievo derivante da tutto quanto viene utilizzato in Italia per raccogliere gioco sulle Corse dei Cavalli e guai a chi ce la tocca, Ma in un momento di grande rivoluzione nel mondo del Gioco e di inserimento in Italia del Palinsesto Complementare (grande potenzialità per il recupero di risorse destinate all’ippica) ecco che i Concessionari di tutto il mondo, e specialmente quelli che operano “on line”, provano a portarci via i diritti che ci spettano e cercano di avere la possibilità di by passare il settore ippico acquistando direttamente le immagini delle corse estere per raccogliere scommesse sul mercato italiano. Mercato che ha un potenziale enorme seppur schiacciato e trascurato da una gestione dilettantistica. Forse ridicola più che dilettantistica. O forse volutamente lasciata sempre in una forma dilettantistica facilmente “condizionabile” dai poteri extra ippici”.
“Ebbene-proseguono gli imprenditori ipppici- nella definizione della legge di stabilità questi furbacchioni, logicamente, ci provano.
Non è un caso che negli ultimi mesi siano ricomparsi “vecchi stregoni” travestiti da “amici dell’ippica” subito sposati da chi ha interessi personali e non pensa minimamente al bene del sistema ippico tutto, ma la domanda vera è: chi protegge la filiera ippica italiana? Lo fanno forse i dirigenti degli uffici che dovrebbero gestirci e che non riescono neanche a pagarci i Premi?
Questi, se parliamo di proventi per il settore, non sanno neanche di cosa stiamo parlando. Loro si limitano a distribuire quello che, per adesso, è rimasto”.
“Pensate che giovi al settore la crescente, assurda, mentalità che ‘si sopravvive con un fisso’. Fisso che ci dovrebbe, in teoria, regalare ogni anno lo Stato?- continuano-
Questa è la tesi migliore per faci portar via tutti i diritti e fare l’interesse dei Concessionari.
E provate ad indovinare chi spinge per questa tesi?
Il loro concetto è: lasciate che lo Stato dia quattro soldi a questi nostalgici che ancora si divertono coi loro cavallini e noi facciamo il business sul Gioco senza riconoscere niente al settore ippico.
Settore che in tutti i Paesi del mondo vive direttamente di questi proventi.
Settore che, anche in Italia, ha un altissimo potenziale per rinascere e produrre benessere ma che questa ignoranza “guidata” non permette di attuare”.
“L’impressione è che- concludono gli Imprenditori Ippicci- mentre ti rubano la Gioconda, i guardiani del Louvre si girano dall’altra parte. E poi diranno, come sempre, di non essersi accorti di niente e che ormai è troppo tardi. In sostanza quelli che non vogliono che il settore abbia una testa pensante, che veramente lavori per il bene del settore, lo fanno perché hanno interesse che questo rimanga inerme e ignorante.
Noi invece continuiamo a pensare con la nostra testa e spendere le nostre poche risorse per combattere l’ignoranza e far nascere un Organismo che sia, finalmente, la Mamma di quello che è rimasto di questa maltrattata ippica italiana”.
PressGiochi