“Secondo i dati più recenti, il fatturato delle oltre 74 mila società sportive italiane ammonta a circa 37,5 miliardi. In totale, per il 2021, si contava un giro d’affari totali
“Secondo i dati più recenti, il fatturato delle oltre 74 mila società sportive italiane ammonta a circa 37,5 miliardi. In totale, per il 2021, si contava un giro d’affari totali della sport industry pari a 78,8 miliardi e che il valore indiretto generato dallo sport per l’economia e la società italiana è stato di quasi 8,2 miliardi di euro, sempre nel 2021, di cui la maggior parte in risparmi per il sistema sanitario nazionale. Gli investimenti pubblici nello sport e nella cultura del movimento hanno dunque una forza propulsiva particolarmente elevata. Mi pare sia chiaro che l’obiettivo della proposta di legge è favorire in tempi rapidi la promozione sportiva a tutti i livelli”.
Lo afferma a PressGiochi MAG l’on. Irene Manzi nominata relatrice presso la Commissione Cultura di Palazzo Montecitorio della proposta di legge a firma Berruto ed altri recante ‘Incremento delle aliquote dell’imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse relativamente ad alcuni giochi e destinazione del gettito alla promozione dell’attività sportiva’.
La ‘filiera’ dello sport italiano viene descritta come una vera e propria industry: si propone la creazione di un fondo alimentato dalle imposte sulle scommesse dal valore di 80 milioni annui. Quali sono i progetti che andrebbero secondo Lei maggiormente valorizzanti con le risorse di questo fondo?
“Noi dobbiamo promuovere l’attività sportiva diffusa, dando un aiuto concreto a tutto il movimento sportivo italiano. Un sostegno importante anche sulla scia dell’ultimo studio di Eurobarometro che dimostra come l’Italia stia scalando posizioni nella classifica dei Paesi più sedentari. Serve promuovere lo sport di base e investire sui campioni di domani. Lo sport è un volano per l’economia: nel 2019, l’Italia ha registrato una spesa pubblica di 4,7 miliardi di euro che ha messo in moto risorse private, finalizzate a produrre attività sportiva, per quasi 42 miliardi di euro. Il fatturato annuo generato pari a 96 miliardi di euro è stato infine pari a oltre venti volte l’investimento pubblico iniziale e 2,3 volte le risorse investite dagli operatori economici. Sostanzialmente, nel 2019, 1 milione di euro d’investimento pubblico ha attivato quasi 9 milioni di euro di risorse private che hanno generato un fatturato annuo di 20 milioni di euro, senza contare il risparmio per il Servizio sanitario nazionale”.
La nuova legge volta ad aumentare il prelievo sulle scommesse per favorire lo sport può essere considerato come sostituto del Fondo Salvasport che aveva durata di soli due anni? In cosa cambia questo nuovo Fondo?
“Serve un fondo permanente e ben finanziato. Il settore delle scommesse deve molta parte dei propri ingenti guadagni proprio al comparto degli eventi sportivi, rispetto al totale degli eventi su cui scommettere. Tutto ciò porta a un giro di affari di miliardi di euro in cui i principali artefici, che sono gli atleti e le federazioni, non vengono coinvolti a danno in particolare dei settori giovanili e senza una visione di lungo periodo che permetterebbe di puntare sui nuovi campioni delle generazioni future o semplicemente cittadini più sani e consapevoli”.
C’è il timore che l’aumento della tassazione per alcuni giochi online e per le scommesse fisiche incontrerà l’opposizione degli operatori del settore che denunciano da anni una pressione fiscale tra le più alte d’Europa?
“Nel 2019, secondo il libro Blu pubblicato dall’Agenzia dei Monopoli, il canale telematico del gioco legale in Italia ha raccolto circa 36,4 miliardi di euro (che rappresentata il totale della raccolta realizzata attraverso i canali di gioco a distanza autorizzati) di cui 7,72 miliardi di euro per le scommesse sportive a quota fissa. Per quanto riguarda il canale di vendita fisico, sempre nell’anno 2019, secondo i dati dell’Agenzia, la raccolta totale è stata di 74,1 miliardi di euro (che rappresenta il totale della raccolta realizzata presso i punti fisici) di cui 4,80 miliardi di euro relativi alle scommesse sportive. Nel corso del triennio 2017-2019 il valore della raccolta complessiva delle scommesse sportive a quota fissa è cresciuto del 26 per cento passando da circa 10 miliardi di euro a 12,5 miliardi di euro. Nel tempo la raccolta a distanza è cresciuta di più rispetto a quella fisica; mentre nel 2017 la raccolta fisica contribuiva al valore complessivo della raccolta per il 43 per cento, nel 2019 tale percentuale è scesa al 38 per cento; ciò anche se in termini assoluti ha registrato un apprezzamento del 10,85 per cento, passando da 4,33 a 4,80 miliardi di euro. Poiché gran parte del gioco pubblico verte proprio sulle scommesse sportive che senza lo sport, evidentemente, non potrebbero esistere, crediamo sia necessario istituire un principio di redistribuzione di parte di quegli utili in maniera diretta ed esplicita al mondo dello sport stesso che, appunto, ne garantisce l’esistenza e la possibilità di business”.
Anziché aumentare le percentuali di prelievo, si sarebbe potuto attingere direttamente dalle somme che l’Erario già riceve dal settore del gioco?
“Attualmente le risorse derivanti dal gioco confluiscono all’Erario senza vincolo di destinazione; nella proposta di legge invece la destinazione è specificata e serve a costituire risorse per lo sport. Ricordo ancora una volta che c’è un business legato al mondo delle scommesse – che esiste solo perché c’è lo sport – che genera utili molto importanti. Questo business, dato il momento di grave difficoltà per lo sport, soprattutto per la sua promozione, potrebbe agire in senso redistributivo, facendo in modo che una piccola parte di quegli utili torni in modo indiretto allo sport, secondo il vecchio modello del Totocalcio”.
La proposta di legge sta trovando sostegno in Commissione anche da parte degli esponenti dei partiti di maggioranza? Entro quali tempi potrebbe essere approvata?
“Il 1 febbraio la commissione VII ha iniziato l’esame del provvedimento. Noi speriamo venga portata avanti in modo trasversale da tutte le forze politiche perché afferma il principio di un welfare diverso che, come ha ricordato il collega Berruto, primo firmatario della proposta di legge, consiste nella diffusione di un farmaco senza controindicazioni, l’attività motoria. Ci auguriamo, dunque, che la maggioranza accolga positivamente la proposta anche alla luce di alcune recenti dichiarazioni favorevoli del Ministro Abodi su questi temi. In ogni caso avvieremo – spero a breve – un ciclo di audizioni di tutti gli specialisti del settore per migliorare la proposta”.
PressGiochi MAG