23 Dicembre 2024 - 14:55

Il settore del gioco oggi chiede al Governo di ripartire

Provengono da tutta Italia i lavoratori che stanno viaggiando questa mattina per ritrovarsi oggi alle 14,00 a Piazza del popolo a Roma e manifestare contro la chiusura delle attività di

09 Giugno 2020

Provengono da tutta Italia i lavoratori che stanno viaggiando questa mattina per ritrovarsi oggi alle 14,00 a Piazza del popolo a Roma e manifestare contro la chiusura delle attività di gioco.

Non si chiede solo la riapertura ma un intervento più complesivo che permetta a questi imprenditori diripartire, senza magari vedersi accollare una tassa sulle scommesse dello 0,50% della raccolta, o vedersi chiudere i conti correnti dalle banche che negano qualsiasi possibilità di finanziamento, proprio oggi che le aziende ne hanno più bisogno.

Numerosissime le sigle associative che hanno preso parte all’iniziativa promossa dal CNI e quelle che hanno dato il proprio sostegno.

 

Tra queste, il tavolo interassociativo composto da ACADI, ASTRO, ACMI, FEDERAMUSEMENT, F.I.E.G.L., SGI, SAPAR – esprime vicinanza ai lavoratori del gioco pubblico e agli imprenditori del comparto che scenderanno in piazza domani pomeriggio a Roma per manifestare contro la reiterata chiusura del settore mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro.

Nella fase più complicata del crisi del Covid-19, durante il lockdown, il Governo ha stabilito la chiusura di tutte le attività ad eccezione di quelle ritenute essenziali. Nella Fase 2, che attualmente stiamo attraversando, il Governo ha dichiarato che avrebbe modulato le riaperture sulla base di valutazioni inerenti le esigenze di contenimento dell’epidemia e non da arbitrarie classifiche di “virtuosità” dei consumi connessi alle differenti attività imprenditoriali o ad altre valutazioni estranee a quelle relative all’epidemia in corso. A tal proposito destano preoccupazioni le dichiarazioni di alcuni esponenti politici i quali auspicano un ulteriore prolungamento della chiusura delle attività del gioco pubblico, adducendo motivazioni del tutto estranee alla finalità di contenimento del rischio epidemiologico. Questa strada, se percorsa, porterà non solo alla perdita di un presidio di legalità dello Stato sul territorio e un aggravio per le finanze pubbliche che si vedranno orfane di un settore che contribuisce al bilancio del Paese, ma anche alla più consistente perdita di posti di lavoro dell’era Covid-19 determinata da scelte politiche. Per questo esprimiamo la nostra più sincera solidarietà a tutti quelli che domani manifesteranno in piazza e confidiamo nella presa di coscienza del Governo che dal suo osservatorio speciale conosce le conseguenze sociali di una crisi occupazionale che sta per investire il settore Gioco Pubblico.