Più che una Proposta, quella avanzata dal Governo alle Regioni ha tutta l’aria di esser un vero e proprio documento programmatico, meglio ancora un manifesto, per dichiarare quale è la
Più che una Proposta, quella avanzata dal Governo alle Regioni ha tutta l’aria di esser un vero e proprio documento programmatico, meglio ancora un manifesto, per dichiarare quale è la propria linea politica nei riguardi delle EGM (Electronic Gaming Machines). Che poi, in realtà, non è una linea propria, ma un affidarsi in toto ai soggetti ritenuti più credibili, vale a dire i concessionari.
Insomma, della serie: tutti se l’aspettavano ma nessuno voleva crederci fino in fondo, eccoci all’alba dell’era che sbatterà le porte in faccia a tanti gestori di Awp e consegnerà finalmente il settore nelle mani dei concessionari.
Non se ne poteva più di questa filiera lunga, con la fastidiosa appendice dei T.I.R. che sotto sotto bramano contro il sistemae mettono le slot pure nei sottoscala pur di spillare quattrini ai poveri, malcapitati giocatori!!!
Perché questa è la reale percezione che di essi hanno la cosiddetta “opinione pubblica”, i media, la politica e l’amministrazione. E i concessionari? Zitti e mosca. Tutti a farsi belli e bravi quando è tempo di Enada, per poi girarsi e tirare la catena!
Cari gestori, la vostra fine non è stata decretata tanto dalla Commissione Antimafia, dalla Binetti, dai 5 Stelle, da Avvenire o da Libera, quanto da quelli che dovevano essere i vostri fornitori e supervisori. E’ vero, a loro facevate e fate ancora comodo, soprattutto per la tanta liquidità che ogni 15 giorni gli donate, permettendo loro di essere credibili agli occhi delle banche e dei fondi d’investimento. Ma rappresentate anche un costo e un fastidio non da poco. Così come un fastidio è tutta quella pletora di produttori “indipendenti”, che osano ancora sfidare le multinazionali, che sono ormai in perfetta simbiosi coi concessionari stessi.
E allora, a conti fatti, dimezzare le macchine e fors’anche i soggetti che le producono e le gestiscono nei bar e negli altri esercizi autorizzati costituisce per essi un danno sopportabile, se sull’altro piatto della bilancia rimangono le Awp più remunerative (che poi diventeranno AWP Remote) e tanti bei diritti Vlt da sfruttare a vero danno della gente.
Il tutto, naturalmente, è legato al nuovo bando scommesse che assegnerà 15mila diritti scommesse. Un bando che doveva essere pubblicato nel giugno scorso, ma di cui tutti i concessionari ed entità annesse (vedi Obiettivo 2016 di Maurizio Ughi e l’eterno bastian contrario Stanleybet) hanno, in largo anticipo, caldeggiato il rinvio, in attesa che lo Stato risolvesse una volta per tutte il conflitto con le Regioni sulla questione delle distanze e degli altri ammennicoli previsti dalle loro leggi per ostacolare lo sviluppo del gaming.
Vero è che il dado non è ancora tratto,ma intanto si può procedere al bando di gara senza ulteriori indugi, e con l’aspettativa che sia riccamente partecipato. Ma come, qualcuno si chiederà, le scommesse sono tornate ad essere così floride da suscitare tanto interesse? Nemmeno per sogno! La concessione per le scommesse è solo il paravento per poter sfruttare i diritti Vlt, nuovi o vecchi che siano.
Però, come la mettiamo con tutti quelli che sbraitano contro il gioco d’azzardo? Vogliamo proprio vedere come si giustificherà l’ulteriore ingresso di macchine ben più aggressive delle nostre misere slot!
Alla fine, passerà il principio per cui la location specializzata è la soluzione per tutti i mali. E sarà curioso assistere ai dibattiti che ne seguiranno, con i classici voltagabbana pronti a salire sul carro dei vincitori e i vincitori che si faranno più forti, più arroganti e più aggressivi.
Ai perdenti, invece, non resterà nulla, se non la consolazione di avercela messa tutta per rimanere a galla e la grande amarezza di pagare colpe che non sono proprie.
Marco Cerigioni – PressGiochi