Si va da un minimo di 14,4 miliardi a un massimo di oltre 21,6 miliardi di euro. Che in termini di minor gettito oscillerebbe tra il miliardo e mezzo e
Si va da un minimo di 14,4 miliardi a un massimo di oltre 21,6 miliardi di euro. Che in termini di minor gettito oscillerebbe tra il miliardo e mezzo e 2,3 miliardi di euro persi dall’Erario. È questa la riduzione della raccolta e delle entrate da gioco stimata per difetto dallo studio di I-com (Istituto per la competitività) sul «Nuovo proibizionismo. Quale Impatto?». Studio presentato anche dal concessionario Lottomatica come propria memoria in occasione del lavoro che sta svolgendo la Commissione Lavoro del Senato in merito al decreto su Reddito di cittadinanza e Quota 100.
Il settore dei giochi – spiega lo studio – ha registrato una crescita significativa negli ultimi 10 – 15 anni, garantendo un aumento complessivo della raccolta, contestualmente ad una sostanziale stabilità della spesa netta e del gettito fiscale. Nonostante i numeri robusti il comparto mostra dunque i segni tipici della maturità: una spesa dei giocatori costante e margini per la filiera in diminuzione a causa di una pressione fiscale in costante aumento e più elevata rispetto a quella dei grandi Paesi europei. Proprio la spesa, ovvero la differenza tra le somme giocate e quelle vinte, che misura il potenziale di mercato a remunerazione della filiera e dell’erario, ha infatti subito una profonda trasformazione in favore dell’erario, e a scapito della filiera. Anche il comparto degli apparecchi AWP e VLT, la cui spesa e raccolta hanno registrato una crescita esponenziale nel tempo, presenta ormai valori di raccolta e spesa sostanzialmente stabili dal 2014. Questo dato, secondo alcuni, dovrebbe disinnescare le preoccupazioni circa la possibilità che il fenomeno del gioco segua una dinamica esplosiva d’ora in avanti, preoccupazione che, invece, sta incoraggiando misure restrittive del mercato.
In particolare gli interventi legislativi degli ultimi anni sono andati ad agire restringendo progressivamente gli spazi per la pubblicità delle attività di gioco d’azzardo e il decreto legge n.87/2018, meglio conosciuto come “decreto dignità”, ha introdotto ulteriori misure sul tema. Nello specifico, all’art. 9, si prevede che a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto, sia vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche in via indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, con qualunque mezzo questa sia effettuata; vengono incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e internet.
Questo paper ha l’obiettivo di analizzare gli effetti delle misure di tipo proibizionistico su alcune tipologie di beni (tabacco, alcool e giochi) prima dal punto di vista della teoria economica, e poi dell’evidenza empirica disponibile in letteratura, per valutare sino a che punto misure restrittive dell’offerta possano avere gli effetti sperati contemporaneamente in termini di riduzione dei consumi e di mantenimento delle entrate fiscali.
“Nel caso dei giochi, – conclude lo studio – l’effetto delle misure destinate a scoraggiare il consumo, quali massimali di spesa, inasprimento dell’imposizione fiscale, divieti di consumo in determinati luoghi etc., tutte assimilabili ad aumenti di prezzo relativo sul mercato legale, può portare a sovrastimare l’effetto sperato di riduzione del consumo. È verosimile che parte della riduzione di consumo stimata (e sperata) si trasferisca in realtà ad un mercato grigio od illegale che, nel caso dei giochi, è facilmente fruibile soprattutto via web. L’ipotesi è dunque che la raccolta e il relativo gettito si riducano a causa dell’aumento dei prezzi sul mercato legale legato sia alla riduzione delle aspettative di vincita che alla maggiore concorrenza sul mercato illegale o grigio provocata dalla minore informazione disponibile, tuttavia, parte di questa riduzione sarebbe fittizia, a nascondere uno spostamento di quote di gioco verso un mercato parallelo e più conveniente in termini di prezzi relativi e di payout”.
PressGiochi