Nel numero precedente di PressGiochi MAG, avevamo cercato di capire come funzionano e a cosa servono gli osservatori sul gioco d’azzardo. Da quello nazionale, che fa capo al Ministero della Salute, a quelli creati dalle varie Regioni. Se si guarda a un livello più capillare, vediamo che anche i Comuni (e perfino qualche Provincia!) hanno deliberato di organizzare degli osservatori sul gioco. Senza contare le iniziative private.
Può lasciare perplessi sapere che singoli Comuni hanno istituito dei propri osservatori sul gioco d’azzardo, dato che ci sono già quelli regionali. Ma cosa si può pensare dell’osservatorio istituito dal Municipio VII del Comune di Roma? (www.comune.roma.it/web/it/osservazione-gio-dis-in-azz-mun-vii.page)
In realtà, quest’organismo era stato creato da una giunta precedente e non è mai stato rinnovato. Anche se sul sito del Comune c’è ancora la pagina che ne dà notizia (al momento in cui scriviamo), l’iniziativa non è stata più finanziata e le attività che gli erano state assegnate devono essere svolte, adesso, dall’Osservatorio della Regione Lazio, del quale abbiamo parlato nel numero scorso.
In realtà, oltre all’iniziativa estemporanea del Municipio VII, anche lo stesso Comune di Roma avrebbe un proprio osservatorio. Lo aveva stabilito l’assemblea capitolina in una seduta del 13 settembre 2022 insieme ad altre iniziative contro l’azzardo patologico; anzi, contro le slot machine, dato che non menziona gli altri giochi come gratta & vinci e scommesse. Il suo ruolo, secondo queste indicazioni, sarebbe stato di collaborare con l’osservatorio regionale. Ma non se ne ha notizia.
In compenso, di osservatori regionali ce ne potrebbero essere due.
Oltre a quello stabilito con la legge del 2013, si trova in Rete un Osservatorio regionale online per il gioco d’azzardo patologico (http://asilosavoia.it/new-gap-osservatorio-regionale-online-per-il-gioco-dazzardo-patologico). Ma non ha niente a che fare con quello gestito dagli assessorati regionali. È un’iniziativa dell’Asilo Savoia, una Azienda pubblica di servizi alla persona (Apsp) che fa capo alla Regione Lazio ma si occupa di attività assistenziali, come quelle a favore di anziani e di giovani a rischio devianza. È realmente impegnata in un’attività di prevenzione del gioco patologico, ma non ha mai dato vita ad alcun osservatorio. La pagina del suo sito che riporta questo titolo, in realtà parla genericamente dei rischi del gioco d’azzardo.
Quello di Roma, che annuncia l’istituzione di osservatori che non esistono, non è un caso isolato.
A Varese, è la Provincia, istituzione che già sopravvive acrobaticamente alla soppressione di tutte le Amministrazioni provinciali decisa nel 2014, avrebbe partecipato alla organizzazione di un Osservatorio provinciale sulla prevenzione Disturbo Gioco d’Azzardo (https://sites.google.com/iisponti.edu.it/oppdga/home). Il sito, realizzato in maniera amatoriale sulla piattaforma gratuita di Google, è infarcito dei loghi di un gran numero di istituzioni; dalla Regione Lombardia al Comune di Varese alla Prefettura. E poi associazioni di volontariato e diverse scuole. Ma sembra che da quando è stato creato, a metà del 2019, non sia stato più aggiornato. E contattando qualcuno dei referenti, non siamo riusciti a reperire informazioni su alcuna attività. Di fatto, questo osservatorio provinciale, non esiste.
Ma le esperienze concrete non mancano. Basta andare in Puglia, esattamente a Ruvo di Puglia, un comune di 24 mila abitanti nella città metropolitana di Bari. Qui l’osservatorio è partito nel 2020 e ha realizzato una rete nella quale ha coinvolto il Tribunale dei minori, alcune scuole, associazioni del terzo settore e gli stessi operatori del gioco, rappresentati da Confcommercio e Sapar.
“Abbiamo visto che è molto difficile rilevare il fenomeno della dipendenza da gioco” dice Grazia Tedone, responsabile del settore Attività sociali, educative e culturali “perché chi ne è affetto tende a non venire allo scoperto. In più, i dati statistici disponibili non forniscono più i dettagli per singolo Comune. Con la rete che abbiamo costituito, riusciamo a rilevare alcuni fenomeni spia, come per esempio determinati stili di vita o comportamenti border line. E questo ci consente di programmare gli interventi sul territorio”.
Proprio mettendo insieme i dati raccolti, il Comune ha realizzato un report, Giovani e gioco d’azzardo, nel quale sono dettagliati i comportamenti degli studenti, le distanze dei luoghi di gioco dalle loro abitazioni e anche gli atteggiamenti culturali, come per esempio le convinzioni sulle probabilità di vincita o la percezione del rischio di dipendenza.
Iniziative con queste stesse ambizioni, in altri Comuni vengono chiamate consulte, anziché osservatori. Come a Genova dove la Consulta permanente sul gioco con premi in denaro, istituita nel 2012, è composta dalle figure istituzionali del Comune e dei nove Municipi, dalle Asl, da alcune associazioni di volontari, come la Fondazione antiusura Santa Maria del Soccorso e, anche qui, da alcuni operatori del settore: Confcommercio, Confesercenti, Sindacato dei totoricevitori. Sul sito del Comune si trovano alcuni articoli che aggiornano sull’attività di quest’organismo, come le rilevazioni effettuate all’inizio del 2023 sulla diffusione del gioco online, sempre più preferito rispetto al fisico.
Non si trovano, invece, aggiornamenti sul sito del Comune di Asti dove l’ultima notizia sulla consulta permanente sul gioco d’azzardo risale al 2015, quando fu istituita.
Ma c’è modo di fare un censimento completo di queste iniziative comunali?
PressGiochi ha contattato l’Anci, l’Associazione nazionale comuni italiani, per sapere se loro hanno un monitoraggio nazionale. Ma, nonostante l’importanza che i Comuni danno a queste attività, come dimostrano le innumerevoli iniziative restrittive e le rivendicazioni di poter intervenire sulla materia, non esiste un responsabile nazionale che si occupa di gambling.
L’Anci Toscana, che è sempre stata tra le più attive nel settore, ha spiegato che nella regione “non esistono degli osservatori ma i dati per ogni singolo comune sono disponibili su un portale creato con la collaborazione del Cnr di Pisa, chiamato Agorà Telematica (https://toscana.agoragiocodazzardo.it). Inoltre, dato che all’associazione aderiscono anche le asl di tutta la regione, sono frequenti gli incontri per scambiarsi informazioni ed esperienze su come affrontare meglio le problematiche legate all’azzardo”.
Ma oltre a quelli delle istituzioni politiche, ci sono altri osservatori che raccolgono dati utilizzati, poi, per programmare attività e interventi normativi. Ci sono, per esempio, università private, come la Luiss, che si definisce una business university dato che organizza corsi di laurea finalizzati al mondo dell’economia, e nella quale è attivo un osservatorio sui mercati regolamentati, e quello del gioco è un mercato regolamentato. Nel 2023, la Luiss ha pubblicato il secondo Rapporto sul mercato del gioco in Italia, realizzato insieme alla società di ricerche e sondaggi Ipsos.
Si tratta di un rapporto molto laico. Il gioco viene studiato come un qualsiasi altro prodotto e i giocatori come consumatori. Oltre al giro d’affari, la distribuzione delle somme movimentate e il fenomeno delle attività illegali, vengono studiati il loro profilo e le motivazioni del comportamento (scelta di un gioco rispetto ad altri, frequenza eccetera). Gli aspetti etici vengono considerati come elementi che possono condizionare il comportamento del consumatore.
Più orientata alle ricadute sociali è l’Eurispes, altro istituto di ricerche, all’interno del quale sono presenti ben 14 osservatori permanenti, uno dei quali è intitolato Giochi, legalità e patologie.
Il loro è un approccio più istituzionale e con una grande attenzione all’aspetto normativo. Non a caso, il presidente dell’osservatorio è il Procuratore della Repubblica di Brindisi, Antonio De Donno, e i direttori sono due avvocati specializzati nella regolamentazione del gioco legale, Chiara Sambaldi e Andrea Strata. Oltre alla pubblicazione di varie ricerche specifiche, come quella sul riordino e l’offerta territoriale, presentata lo scorso novembre, quest’osservatorio interviene spesso con studi specifici su dibattiti d’attualità. Come ha fatto di recente per mettere in evidenza i rischi della decisione governativa di attuare un riordino del solo gioco online e rinviare a un momento successivo quello delle sale giochi.
Si occupa solo di giovani tra 14 e 19 anni, invece, l’osservatorio di Nomisma, altra società di ricerche la cui attività affronta decine di aspetti dell’Italia, dal punto di vista sia economico che sociologico. Il rapporto che viene presentato ogni anno fornisce informazioni sul comportamento degli under 20 che difficilmente vengono rilevate da altri studi, se non quelli del Cnr di Pisa, inseriti in progetti paneuropei.
Queste rilevazioni presentano una difficoltà in più perché fanno emergere comportamenti che sono spesso sanzionati dalla legge e, quindi, gli intervistati sono meno disponibili a dare risposte veritiere. Nonostante questo, i minorenni che dichiarano di giocare sono tanti e le interviste, in presenza o con questionari autocompilati, danno sufficienti dettagli sulle preferenze per i singoli giochi, i luoghi in cui li approcciano, le relazioni familiari e le cifre che spendono.
Fonte immagine: https://depositphotos.com
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