24 Novembre 2024 - 15:46

Il Gioco Pubblico è un argine alle attività delle mafie. De Raho: “Rafforzare la rete legale e monitorare tutta la filiera”

Rafforzare le attività legali è la migliore arma per contrastare le mafie che investono nel settore del Gioco. E’ questo il messaggio lanciato nel corso del convegno “Gioco Pubblico, legalità

20 Ottobre 2021

Rafforzare le attività legali è la migliore arma per contrastare le mafie che investono nel settore del Gioco. E’ questo il messaggio lanciato nel corso del convegno “Gioco Pubblico, legalità e tutela dei consumatori” che si è svolto questo pomeriggio a Roma a cui hanno preso parte il Sottosegretario di Stato per l’Economia e le Finanze Federico Freni, il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, il Direttore Generale ADM Marcello Minenna, l’ex ministro della Sanità, Renato Balduzzi, il costituzionalista Alfonso Celotto, l’economista Carlo Cottarelli e il Presidente della Società Psicoanalitica Italiana Sarantis Thanopulos.

Il convegno, organizzato da Lottomatica che ha fatto gli onori di casa con il suo amministratore delegato Guglielmo Angelozzi, ha mostrato come durante il periodo di lockdown, quando le attività legali erano chiuse, il gioco illegale, gestito in buona parte dalla criminalità organizzata, abbia proliferato. Secondo i dati raccolti, il volume d’affari generato dalle mafie nei mesi della pandemia si attesta oltre i 20 miliardi di euro, con circa 4 milioni e mezzo di italiani che si sono recati in bische clandestine, in mancanza degli esercizi regolari. Nello stesso periodo di lockdown, inoltre, vanno registrati i mancati introiti per l’Erario derivanti dalle attività lecite, calcolati in circa 5 miliardi di euro.

“Il settore del gioco pubblico – ha detto il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Cafiero De Raho – deve essere regolato in modo chiaro e rigoroso. In quest’ottica è fondamentale individuare i concessionari titolati a svolgere la funzione in modo limpido ed efficace. Obiettivo strutturale deve essere quello di abbattere ogni margine di dubbio sulla provenienza e sulla capacità di operare in modo trasparente, senza subire alcun condizionamento dal circuito illegale. In particolare occorrono soprattutto controlli mirati verso il gioco online, che si presta fortemente ad infiltrazioni di matrice mafiosa. Nel complesso il Gioco Pubblico è una vera e propria forma di garanzia e funziona come un argine all’illegalità, perché sottrae risorse alla criminalità organizzata ed evita che le mafie ottengano nuova linfa. Per questo bisogna agire su due livelli: incrementare le attività legali, erodendo il terreno in cui germogliano le mafie, e monitorare tutta la filiera con una rete di sorveglianza capillare e coordinata”, ha concluso De Raho.

“Per il contrasto alle attività illecite, che sono pericolose perché dietro si celano vari tipi di reati, l’Adm ha attivato le funzioni del Copregi, nell’ambito del quale l’agenzia è in grado di operare in sinergia con Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, per operazioni funzionali al contrasto. Attraverso l’attività del ‘Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori’, durante il lockdown siamo intervenuti in oltre 50 province, su oltre 200 sale, elevando sanzioni per milioni di euro, con attività che sono in corso anche in queste settimane” ha detto Marcello Minenna, Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. “L’Agenzia non ha nascosto l’esigenza di un migliore coordinamento con il sistema bancario, abbiamo avviato un tavolo con l’ABI. Attualmente il settore del gioco è regolato da un coacervo di oltre 150 norme. Per questo servono razionalizzazione e semplificazione. C’è la necessità sempre più urgente di arrivare alla definizione di un Testo Unico sul gioco che possa armonizzare la normativa di settore e supportare la definizione di una moderna attività di regolazione del comparto. Abbiamo dato la nostra disponibilità a fare da organo tecnico per la scrittura di un testo sui giochi, speriamo di poter dare il nostro apporto”, ha concluso il Direttore Generale dell’ADM Minenna.

“La pandemia ha colpito il gioco legale in modo molto forte e allo stesso tempo si è registrato un incremento di quello illegale, con una caduta del 47% nella raccolta del gioco fisico e del 36% delle entrate erariali. Sono due dinamiche che si sono sviluppate contemporaneamente e parallelamente, l’una è ovviamente legata all’altra. Lo spostamento di risorse dalle attività legali a quelle illecite è stato evidente e consistente ed è un fenomeno molto chiaro”, ha spiegato Carlo Cottarelli. “Aumentando le tasse sul gioco non si scoraggia la domanda, ma lo Stato acquisisce una fetta più grossa. Il rischio è che la domanda si sposti nel gioco illegale. Troppo spesso la regolamentazione è stata abbandonata a sé stessa, senza una chiara logica. Un punto importante è limitare e colpire gli eccessi, puntando soprattutto sullo strumento della pubblica istruzione”, ha concluso Cottarelli.

“Le richieste avanzate dal mondo del Gioco sono necessità strutturali, anzi veri e propri diritti. Si tratta di  uno dei settori a più alto impatto di gettito – è l’intervento del Sottosegretario Federico Freni – e in tutti i segmenti presenta un elevatissimo impatto in termini occupazionali. Occorre quindi che il settore sia dotato di una regolamentazione stabile e di qualità. Oggi invece è di livello pessimo e non consente di operare come si dovrebbe in un Paese civile. Tutto ciò limita il contrasto all’illegalità. Mi impegno a garantire al settore ciò che chiede e di cui ha diritto, cioè una regolamentazione seria. Dobbiamo farlo rapidamente, non possiamo permetterci ancora incertezze o di continuare a procedere a suon di proroghe. In questo quadro di incertezza le imprese sono penalizzate e tutto questo non è degno di un Paese civile. Io mi impegnerò a garantire proroghe solo se funzionali a un effettivo riordino. L’unico modo per stroncare il cancro dell’illegalità è quello di garantire un sistema regolatorio omogeneo e stabile. È inaccettabile che questo settore, che contribuisce così tanto alle casse dello Stato, non goda di degna cittadinanza”, ha concluso il sottosegretario al MEF.

 

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