26 Dicembre 2024 - 05:00

Il giocatore irregolare, un identikit sorprendente

Altro fatto sorprendente che emerge dal rapporto Luiss-Ipsos è che il giocatore illegale ha una levatura socio-economica  superiore a quella di chi gioca legalmente. Nell’identikit proposto, l’illegale è mediamente più

07 Luglio 2021

Altro fatto sorprendente che emerge dal rapporto Luiss-Ipsos è che il giocatore illegale ha una levatura socio-economica  superiore a quella di chi gioca legalmente. Nell’identikit proposto, l’illegale è mediamente più giovane (41 anni contro i 47 del giocatore legale), uno su quattro è laureato (contro il 17% sull’altro versante), il 72% è occupato (i “legali” occupati sono solo il 53%), il 14% ha un tenore di vita sopra la media (contro il 7%) e il 44% ha figli minori (contro il 30%). Anche per quanto riguarda le attività culturale a cui si dedicano, i giocatori illegali sovrastano i legali: leggono più libri, frequentano maggiormente mostre e musei, sono più caritatevoli e partecipano in numero maggiore alle attività associazionistiche.

Da non credere: tante persone “quasi” modello e discretamente abbienti, dalla vita relativamente tranquilla e che spende buona parte del tempo libero per acculturarsi, nascondono questo strano vizietto di giocare su canali alternativi. Eppure – non finiamo di sorprenderci – solo il 46% di esse gioca per fini di lucro, mentre il 68% dice di giocare soltanto per svago/divertimento. In effetti, ciò corrisponde alla loro minore attenzione rilevata dal rapporto nei riguardi del denaro (se ne preoccupa solo il 68%, contro l’80% della popolazione nazionale) e a una vita più “trasgressiva”.

Questa fascia di giocatori, in prevalenza uomini (71%), si concentra soprattutto al Sud e nelle Isole (44%), mentre i giocatori “regolari” sono equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale. Ecco allora un primo punto, molto chiaro, su cui ragionare. Sappiamo bene quanto la pandemia abbia ulteriormente depresso il meridione e sappiamo anche che degli interventi previsti dal PNRR non si è vista ancora l’ombra.  Il malessere e la sfiducia generale inducono sempre più la gente a tentare la fortuna per arricchirsi e siccome l’illegalità è fortemente radicata da quelle parti va da sé che diventare giocatore illegale è più facile che nel Centro-Nord.

Resta comunque la domanda: perché mai, allora, una fascia di persone di livello stimabile è così disinvolta nei riguardi del gioco? Possiamo condividere l’unica linea interpretativa data dal rapporto, ovvero che giocare d’azzardo illegalmente aggiunge adrenalina, forse anche più della vincita in senso stretto. “Il giocatore illegale vede nel gioco un momento per concedersi un ulteriore svago, all’interno di una vita già abbastanza piena di soddisfazioni”, sottolinea lo studio Luiss.

Ma c’è sicuramente dell’altro. Nel girare l’interrogativo agli psicologi e ai sociologi, ci permettiamo di lanciare un paio di ipotesi. La prima, concernente l’online, è che per molti il vincolo della registrazione e dell’apertura del conto gioco è un groppo alla gola insopportabile, per motivi che vanno dalla riservatezza (il 61% dei giocatori illegali e il 49% di quelli leagali sostiene che la richiesta dei dati personali sia una violazione alla privacy) alla paura che i conti gioco vengano “spiati” dalle autorità finanziarie. Altro particolare da non trascurare è che i siti offshore permettono di giocare anche con bitcoin e similari, nel più perfetto anonimato e con la garanzia assoluta di non poter subire frodi; cose che possono piacere a persone che hanno dimestichezza con l’informatica.

Sul versante offline il motivo più plausibile è che, nonostante l’offerta italiana sia assolutamente all’avanguardia internazionale, il fornitore di gioco illegale può darti di più, come i tornei di poker e di carte al tavolo, le macchine da gioco senza limiti di puntata e vincita, il gioco d’azzardo al biliardo e altri giochi d’azzardo che fanno parte della più antica tradizione. Ma in sostanza tutto quel che viaggia nell’oscurità presenta un vantaggio pratico per organizzatori e giocatori, in quanto non pagano un soldo né di imposta unica, né di Preu né di tassa sulle vincite.

 

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