Friuli Venezia Giulia: il Consiglio fa il bilancio sulla legge regionale contro il gioco d’azzardo “Sono convinto che la semplice proibizione di una sostanza sia questa l’alcool, la droga
“Sono convinto che la semplice proibizione di una sostanza sia questa l’alcool, la droga o il tabacco (ma anche la proibizione della prostituzione o della pornografia) serva solo ad arricchire le mafie e non sia utile a far calare i consumi. Detto questo credo sia altrettanto dannoso incentivare la fruizione delle sostanze o prodotti che reputiamo dannosi o pericolosi. Vorrei anche ricordare come il termine “gioco d’azzardo”, lecito o meno che sia; è fuorviante perché il termine “gioco “prevede che la vittoria sia determinata da un’abilità sia essa manuale o intellettuale del giocatore. Nel caso in questione la possibilità di vincita è calcolata con precisi algoritmi matematici che garantiscono che l’unico vero beneficiario degli incassi sia sempre e comunque il gestore”.
Lo ha dichiarato Stefano Pustetto, esponente di Sinistra – nella relazione della III Commissione della Regione Friuli Venezia Giulia, relazione che è stata esaminata dal Consiglio lo scorso fine settimana.
“Le dimensioni del gioco d’azzardo, – continua Pustetto – che hanno fatto registrare un notevole incremento delle patologie ad esso correlate, ha fatto sì che la Regione, in coerenza con la normativa nazionale, da tempo si sia attivata per contrastare il fenomeno. Nel 2013 le linee guida per la gestione del SSR disponevano che ogni Dipartimento delle Dipendenze dovesse garantire un servizio per l’informazione e l’orientamento a soggetti con problemi correlati a ludopatia ed altre dipendenze emergenti. Il Piano d’Azione Regionale per le Dipendenze (P.A.R.D.) 2013 -2015 raccomanda la condivisione di azioni strategiche tra i Servizi regionali per le dipendenze e la creazione di una rete che veicoli competenze e informazioni sul tema delle ludopatie.
Nella legge regionale 14.2.2014, n. 1, si sono disposti interventi orientati alla prevenzione, al contrasto, al trattamento e alla promozione della consapevolezza dei rischi correlati alla dipendenza da gioco d’azzardo. Il 18 giugno 2014, con Decreto del Direttore Centrale, è stato istituito Il Tavolo Tecnico Regionale sul Gioco d’Azzardo Patologico composto da professionisti del Servizio sanitario regionale esperti nella materia e da tutti i portatori di interessi che operano negli ambiti e per le finalità della legge regionale 1/2014. Nel maggio 2015 l’Area Welfare di comunità in accordo con l’Area promozione della salute e con il Tavolo Tecnico Regionale su gioco d’azzardo ha approvato il Piano delle attività anno 2015 che prevedeva azioni di carattere regionale e azioni di carattere territoriale.
Le “azioni di carattere regionale”, rivolte alla formazione/informazione sul tema gioco d’azzardo si sono concretizzate con un incontro a Udine, a Palmanova e a Trieste con tutti gli operatori coinvolti dalla problematica. In quei convegni è emersa la necessità di realizzare ulteriori percorsi formativi indirizzati a target specifici come esercenti, avvocati e magistrati da programmare nel 2016. In collaborazione con l’ufficio stampa regionale, è stata prodotta una scheda informativa da apporre alle slot-machine.
E’ anche stato avviato uno studio pilota a livello regione con la somministrazione di questionari alla persone con problemi di dipendenza da gioco d’azzardo, già in carico ai servizi, al fine di comprendere i percorsi che hanno portato gli utenti a rivolgersi ai Servizi stessi. Le “azioni di carattere territoriale” sono realizzate da soggetti del terzo settore in collaborazione con una rete di partner pubblici e privati, individuati con una selezione pubblica e finalizzati alla prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo.
Con il DGR 394 del 6 marzo 2015 sono stati stanziati 60.000 di cui 10.000 riservati alle azioni di carattere regionale e i restanti 50.000 destinati ai cinque progetti realizzati nell’ambito delle azioni di carattere territoriale.
Nel novembre 2015 è stato approvato il Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018 dove, in continuità con le iniziative già in essere, la Regione prevede di promuovere progetti finalizzati a questo tema nelle scuole. Dati numerici che si ricavano dalla relazione del Direttore dell’Area promozione salute e prevenzione evidenziano nel 2015 una crescita del 37,19% degli utenti in carico al SSR per patologie legate al gioco d’azzardo. Nel 2013 si registravano infatti 335 pazienti, diventati 390 nel 2014 e 406 nel 2015. La fascia di età più rappresentata e quella tra i 40 e i 49 anni con netta prevalenza del sesso maschile rispetto a quello femminile (72 % versus 27 %). Da questi dati si può ragionevolmente calcolare che ogni 1000 abitanti lo 0,33 % svilupperà una patologia gioco correlata.
La numerosità dei casi e il considerevole danno che il GAP determina sia in ambito famigliare che nel tessuto sociale sono sempre più evidenti e spiegano la molteplicità e l’importanza delle azioni intraprese dalla Regione per contrastare questa piaga sociale. Voglio ricordare come quasi sempre i giocatori non spendano i propri risparmi ma utilizzino soldi sottratti alla famiglia, necessari per mangiare, per pagare le utenze e che questo fiume di danaro viene anche sottratto all’economia generale. L’espandersi di questo fenomeno è legato in parte alla perdurante crisi economica che i soggetti più deboli si illudono di alleviare “tentando la fortuna” al gioco e in parte all’atteggiamento schizofrenico dello Stato.
Con i giochi d’azzardo leciti “entrano infatti nelle casse dello stato circa 8-10 miliardi di euro anno e quindi il Ministero dell’economia non solo è restio a privarsi di queste entrate ma nega al Ministero della salute tutti i dati inerenti alle caratteristiche dei giocatori, cosa questa che permetterebbe a quest’ultimo di elaborare strategie più efficaci per contrastare il GAP. Con la legalizzazione del gioco d’azzardo, anche se limitato ad alcune tipologie, risulta molto difficile per la Regione adottare leggi che, di fatto, ostacolino il gioco stesso senza entrare in contrasto con la variegata normativa nazionale.
Proprio per questo motivo risulta particolarmente difficile impedire la pubblicità dei giochi d’azzardo nei luoghi pubblici. La legge regionale 1/2014 ha previsto il divieto di insediamento di nuove attività che prevedano locali da destinare a sala da gioco o all’installazione di apparecchi per il gioco lecito entro i 500 metri da luoghi sensibili come scuole, strutture sanitarie o socio sanitarie, luoghi di aggregazione giovanile o luoghi di culto. Le sale gioco che all’entrata in vigore della legge si trovavano ad una distanza inferiore da quella prevista per le aree sensibili avrebbero dovuto adeguarsi solo all’atto del rinnovo della licenza. L’avvocatura della regione ha recentemente reso un parere per cui sarebbe possibile la retroattività della legge con la logica conseguenza di un rapido adeguamento di tutti i locali con slot al rispetto dei 500 m dalle aree sensibili.
E’ intuibile che la scelta di applicare la retroattività crea un precedente e apre scenari la cui portata è di difficile valutazione.
Sempre per disincentivare l’installazione o favorire la rimozione degli apparecchi per il gioco lecito, la normativa regionale aveva previsto, due forme specifiche di intervento: la creazione del marchio regionale “Slot- Free –FVG” e la riduzione dell’IRAP che poteva arrivare fino a un massimo di 1000 euro. Nel primo caso l’esposizione del marchio regionale, oltre a garantire l’assenza di apparecchiature per il gioco, rappresentava un titolo preferenziale per la concessione di finanziamenti regionali.
Entrambi i provvedimenti si sono rivelati non appetibili dagli esercenti perché l’installazione delle Slot permette un guadagno nettamente superiore ai benefici che la Regione può concedere. La relazione della dott.ssa Coppola ha anche messo in luce una carenza dei controlli della polizia locale sulla validità delle licenze e sul rispetto dei 500 metri delle sale gioco o degli esercizi che installano le apparecchiature per il gioco d’azzardo lecito dalla aree identificate come “sensibili””.
Per rendere più incisiva l’azione di contrasto al gioco d’azzardo lecito sono stati ipotizzati vari strumenti.
– L’utilizzo della tessera sanitaria da inserire nelle Slot in modo da impedire il gioco ai minorenni – la limitazione della possibilità del gioco ad alcune fasce orarie, misura che, applicata in altre regioni, sembra aver dato risposte migliori del limite distanziometrico
– La possibilità di limitare sia il “tempo di gioco “sia l’entità delle cifre impegnate. Dato che alcuni dei provvedimenti proposti esulano dalle competenze regionali, è anche stata ipotizzato che il Consiglio regionale approvi una Legge Voto che impegni il Governo a rivedere in modo sostanziale la politica sul gioco d’azzardo anche perché le spese, che il SSN deve impegnare per curare le patologie indotte dal gioco d’azzardo, a breve potrebbero superare gli incassi.
PressGiochi