23 Dicembre 2024 - 08:27

Il caso Malta-Germania mette in discussione la legalità del precedente divieto tedesco sui casino online

E’ ormai quasi tre anni che le società di gioco online con sede a Malta sono coinvolte in una battaglia legale sulle richieste di rimborso avanzate dai giocatori tedeschi nei

06 Febbraio 2024

E’ ormai quasi tre anni che le società di gioco online con sede a Malta sono coinvolte in una battaglia legale sulle richieste di rimborso avanzate dai giocatori tedeschi nei tribunali del loro Paese, che ammontano centinaia di milioni di euro. Al centro c’è un argomento controverso: i gamblers sostengono di aver puntato e perso i propri soldi senza rendersi conto che la licenza della Malta Gaming Authority (MGA) non costituiva, per gli operatori offerenti, una base giuridica sufficiente per esercitare l’attività in Germania.

Inoltre, anche le affermazioni secondo cui il rapporto tra le parti è stato stabilito in conformità con la legge maltese secondo i termini e le condizioni che il giocatore aveva accettato, e che il tribunale tedesco non aveva giurisdizione, sono state respinte dai tribunali tedeschi. Di conseguenza, i giocatori hanno sostenuto che i contratti erano nulli e che le loro perdite dovevano essere rimborsate.

Nonostante la natura discutibile di questa argomentazione secondo il diritto civile tedesco, la maggior parte dei tribunali ha favorito i giocatori nella concessione delle richieste di rimborso.

Mentre la difesa principale delle società maltesi si è basata sul diritto europeo e sul loro diritto di fare affidamento sulla licenza MGA, i tribunali civili tedeschi hanno generalmente respinto o ignorato tali argomentazioni. Le sentenze risultanti potrebbero essere eseguite senza intoppi a Malta nell’ambito dei pertinenti strumenti europei.

Questo quadro ha subito un rivoluzionamento dal momento in cui il governo maltese ha promulgato l’articolo 56A, volto a proteggere gli operatori con licenza MGA dall’applicazione transfrontaliera.

In gennaio, l’Alta Corte federale tedesca ha sospeso la richiesta di un giocatore sulla base del principio che se la decisione di una controversia legale dipende dalla decisione di un tribunale superiore in un procedimento parallelo, il caso può essere sospeso fino alla decisione sul caso parallelo. Nello specifico, l’Alta Corte tedesca si riferisce a una causa pendente davanti alla Corte di giustizia europea (C-440/23) basata su un rinvio del giudice maltese Grazio Mercieca.

Questa decisione sottolinea il riconoscimento da parte dell’Alta Corte Federale tedesca delle questioni sollevate dal tribunale maltese come cruciali per le rivendicazioni dei giocatori pendenti in Germania. La posizione della Corte indica l’accettazione del deferimento maltese alla Corte di Giustizia Europea (ECJ) e si allinea con la convinzione che le questioni sollevate siano pertinenti nel determinare la validità delle pretese del giocatore tedesco.

L’importanza di questa decisione si estende a Malta su diversi fronti. Non solo dà peso all’articolo 56A del proprio Codice del gioco d’azzardo, spesso criticato come misura protezionistica, ma suggerisce anche che l’Alta Corte federale tedesca condivide le preoccupazioni sulla compatibilità del passato divieto tedesco sui casino online con la legge europea. Questo divieto, che fungeva da base legale per l’accettazione della licenza MGA da parte dei giocatori tedeschi, è ora sotto esame.

L’attuazione dell’articolo 56A da parte del legislatore maltese e il deferimento di questioni preliminari alla Corte di giustizia da parte di un giudice maltese (nel caso RAMGE vs ELBL Ltd 95/2023) sono descritti non semplicemente come azioni nell’interesse dell’industria del gioco maltese, ma come sostegno dei principi fondamentali del diritto dell’UE.

Il mancato rispetto di questi principi da parte dei tribunali tedeschi di grado inferiore è implicitamente riconosciuto. L’attesa decisione della Corte di giustizia europea sulle questioni di rinvio maltesi potrebbe mettere in discussione la legalità del precedente divieto tedesco sui casino online, esponendo potenziali violazioni del diritto comunitario basate sulla giurisprudenza passata.

 

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