20 Gennaio 2025 - 12:18

Il casino diventa legale in Giappone: cosa accade nel paese del Sol Levante

L’ultima frontiera per i casinò, il lontano Giappone, ha avviato uno storico cambiamento che ha fatto già venire l’acquolina in bocca a tutti i maggiori operatori mondiali del settore del

05 Febbraio 2020

L’ultima frontiera per i casinò, il lontano Giappone, ha avviato uno storico cambiamento che ha fatto già venire l’acquolina in bocca a tutti i maggiori operatori mondiali del settore del gambling: il casinò è legale anche qui. I primi interessati si stanno già facendo avanti: colossi come MGM Resorts e Las Vegas Sands, sono i nomi già pronti a investire 10 miliardi di dollari, e che contano di aprire i primi casinò resort nella città di Osaka, giusto in tempo per le Olimpiadi del 2020 che si terranno proprio in Giappone.
Gli analisti e gli esperti già fanno calcoli, prevedendo ingenti introiti sotto forma di tasse, e migliaia di nuovi posti di lavoro dei casinò e dell’indotto, oltre che un ulteriore incremento del turismo che sempre di più si orienta verso l’estremo oriente. Si parla di una tassa del 30 % sulle entrate dei casinò, e ricavi provenienti dal settore dei casinò legali previsti in un range che va da 18 a 34 miliardi ogni anno.
Il nuovo casinò legale giapponese non sarà una classica casa da gioco, ma un resort “integrato” chiamato IR Casino con hotel, sala conferenze, ristoranti, aree shopping, pensati sul modello degli alberghi casinò di Las Vegas.

 

Il casinò legale in un paese in cui esiste già dipendenza dal gioco

Da molte parti emergono preoccupazioni relative alla dipendenza del gioco che già rappresenta un problema in Giappone, nonostante non via sia un solo casinò legale in tutto il Paese. I dati di una indagine governativa indicano come siano ben due milioni e mezzo i giapponesi che hanno sviluppato dipendenze o simili da attività di gioco, ai limiti della legalità. Una delle attività ludiche preferite dal popolo giapponese è praticamente sconosciuta nel nostro Paese: si tratta del pachinko, una specie di flipper di tipo verticale, con luci, suoni e rumori, che attira milioni di giocatori, in sale da gioco affollate e rumorose. Questo è l’unico gioco legalizzato in Giappone, ed è proprio quello che genera un esercito di ludopatici che entrano in nelle sale dedicate, che contengono anche centinaia di macchinette, e ne escono dopo essersi estraniati per un qualche ora ed aver perso tutto. Il gioco è anche simbolo dell’ipocrisia di una gestione da parte dello stato, che dà un lato impone che non vi siano vincite in denaro, dall’altro accetta scambi sottobanco delle palline, gli unici premi consentiti, con oggetti di vario genere, o conversioni di queste in oro.

Il giapponese medio non vuole il casinò legale

Nonostante la pachinko “addiction”, secondo un sondaggio effettuato da un’agenzia stampa locale, ben il 65% dei giapponesi intervistati si sono dichiarati contrari all’apertura di un casinò legale. Il timore della gente comune e anche degli esperti è quello relativo al pericolo della dipendenza. Il presidente della University of Commerce di Osaka, Ichiro Tanioka, esperto di economia del gioco d’azzardo, è a favore dell’apertura dei casinò, ma ritiene il Giappone impreparato ad affrontare il problema delle dipendenze dal gioco. Secondo Tanioka è probabile che l’apertura dei casinò legali possa portare a una crisi relativa a questo problema, che in altri paesi si è già abituati ad affrontare.
Probabilmente non avverrà alcuna rivoluzione, almeno nei prossimi anni, dato che la legge approvata prevede per il momento l’apertura soltanto di 3 casinò legali, la cui superficie non potrà essere maggiore del 3% rispetto alla struttura che li ospita. L’accesso dei cittadini giapponesi, sarà inoltre limitato a massimo 3 volte a settimana, e in totale 10 volte al mese. Queste disposizioni, insieme al fatto che i casinò saranno integrati in resort, suggeriscono chiaramente la vocazione turistica delle future sale da gioco, che andranno a integrare l’offerta di intrattenimento, per andare incontro alle esigenze dei milioni di visitatori attesi nei prossimi anni, anche grazie all’evento olimpico.

 

 

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