Centosessantasei giorni di sospensione dell’attività, una contrazione dei parametri di misurazione dell’attività economica (raccolta di gioco, gettito erariale e ricavo lordo) pari almeno al 50%, un terzo delle aziende del
Centosessantasei giorni di sospensione dell’attività, una contrazione dei parametri di misurazione dell’attività economica (raccolta di gioco, gettito erariale e ricavo lordo) pari almeno al 50%, un terzo delle aziende del settore a rischio.
Questa – afferma Armando Iaccarino del Centro Studi Astro – è la fotografia del settore nel 2020 e l’eredità per l’anno appena cominciato, un’eredità tanto più pesante tenendo conto della prosecuzione delle misure limitative almeno per i primi due mesi di questo 2021.
Se da una parte il 2021 dovrebbe essere l’anno del riordino del settore, sempre che la percezione della essenzialità di un quadro regolamentare certo, uniforme e stabile nel tempo e nei contenuti sia diventata patrimonio comune di coloro che hanno responsabilità decisionale, il tema di oggi è, però, la ripresa dell’attività appena la curva epidemiologica comincerà a decrescere.
Verrebbe da dire fate presto, perché le risorse per resistere senza lavoro stanno finendo. E rimane il dubbio di quali impatti sull’occupazione si registreranno all’esito delle misure emergenziali a tutela del lavoro.
È naturalmente quella che precede, una riflessione che vale per tutti quei segmenti dell’economia nazionale più colpiti dalle misure anti COVID, ed è una delle questioni prioritarie nel piano di rilancio del Paese.
Proviamo a dare tre buoni motivi per la ripartenza del settore di cui ci stiamo occupando:
Restituiamo il mondo del gioco ad una dimensione regolata che contrasti quei fenomeni di inquinamento. Ma per farlo il gioco pubblico deve ricominciare.
PressGiochi