“L’Istituto di autodisciplina pubblicitaria come filosofia generale è contrario al ‘total ban’ e ai divieti assoluti per ovvie ragioni, ma nel momento in cui lo Stato vieta la pubblicità ad
“L’Istituto di autodisciplina pubblicitaria come filosofia generale è contrario al ‘total ban’ e ai divieti assoluti per ovvie ragioni, ma nel momento in cui lo Stato vieta la pubblicità ad un settore merceologico occorre prenderne atto e adeguarsi. Occorre tuttavia distinguere il piano culturale da quello pratico-empirico.
La pubblicità nel gaming permette di conoscere le aziende lecite e autorizzate dai Monopoli e conoscere le modalità del gioco stesso. La scelta di proibire in modo assoluto teoricamente non ci vede allineati”.
Lo afferma a PressGiochi, Vincenzo Guggino, Segretario Generale dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, in un’intervista pubblicata su PressGiochi Magazine in distribuzione in questi giorni.
“Dal punto di vista pratico, – afferma Guggino -, ci chiediamo come verrà introdotto il ‘total ban’ per un’attività che comunque prevede l’esistenza di siti aziendali, punti vendita, insegne. Ci saranno dei problemi pratici da risolvere che riguarderanno lo Stato e l’Agcom.
C’è da chiedersi come ci si dovrà comportare con le aziende straniere che fanno pubblicità tramite i propri siti accessibili anche dall’Italia o con le squadre di calcio sponsorizzate dai bookmaker che vengono riprese dalle Tv italiane. La casistica si allarga a dismisura e la Commissione europea potrebbe decidere di intervenire…
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