Il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori è intervenuto al convegno di ieri pomeriggio (30 agosto) intitolato “No slot. Lotta al gioco d’azzardo” all’interno della Festa dell’Unità organizzata dal PD di
Il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori è intervenuto al convegno di ieri pomeriggio (30 agosto) intitolato “No slot. Lotta al gioco d’azzardo” all’interno della Festa dell’Unità organizzata dal PD di Milano. Gori, come è noto, è stato uno dei primi ad adottare regole non solo contro le slot machine, ma per limitare tutto l’azzardo, compresi i “Gratta e Vinci”.Gori, inizialmente, ha esposto ancora i dati della provincia e della città di sua competenza.
“Non si parla abbastanza di azzardo- ha dichiarato- non c’è una risposta a livello statale su questo grave problema. Prima di attivare il nostro regolamento abbiamo fatto alcune ricerche per dare un retroterra forte alle nostre azioni e prevenire eventuali ricorsi. Nel 2015 nella provincia si sono spesi mediamente a persona 1637 euro per il gioco, dato importante, ma inferiore alla città di Bergamo, dove considerando l’online si è speso 2500 euro a persona in media. Abbiamo costatato che esiste una correlazione chiarissima tra offerta e consumo di gioco. 7885 tra slot e vlt che in media rispetto agli abitanti (7,21) è un dato superiore a livello nazionale a questo vanno aggiunti i Gratta e Vinci sui quali i dati sono vecchi”.
Gori ha poi esposto i limiti della sua città che non comprendono il bingo in quanto ritenuto che in questi luoghi prevale “la dimensione sociale”, poi è tornato sulle lotterie nazionali.
“Si sottovalutano i Gratta e Vinci che non sono entrati nella legge regionale- ha dichiarato- anche se considero buona la legge lombarda sul gioco e raramente mi capita di parlare bene della regione. Anche se l’azione sulle distanze è stata buona, riguarda solo le nuove concessioni, inoltre non definisce il ruolo delle vlt e delle sale scommesse le cui autorizzazioni non passano dai comuni, ma vengono rilasciate direttamente dalle questure. La legge non prende in considerazione nemmeno i Gratta e Vinci, la prima cosa con la quale scatta la dipendenza e sono estremamente pericolosi dato che per una persona con una pensione minima bastano 4 gratta e Vinci da 20 euro per dimezzare la mensilità”.
“La ricerca documenta che lo stimolo compulsivo può essere arginato quando si pongono degli stop sugli orari- ha concluso il sindaco- il problema può essere arginato, non eliminato ed i break sono importanti per riattivare nei soggetti una scelta più consapevole sul gioco e abbandonare l’attitudine compulsiva. Proprio sugli orari ci sono state le maggiori proteste da parte dei gestori, sono arrivate anche due ricorsi ufficiali, ma noi proprio per le nostre ricerche siamo andati dritti per la nostra strada. Ho la speranza che si può fare qualcosa, anche grazie alle limitazioni orarie. I limiti imposti dai comuni sono importanti. Se a Roma guardassero con più interesse sarebbe bene per tutti, il vantaggio economico che lo Stato trae dal gioco non giustifica in nessun modo la pervasività dell’offerta che produce il GAP, lo stesso Stato spende molto per curare i ludopatici e non è detto che il bilancio sia in attivo. In ogni caso c’è una dimensione morale molto importante e spero che anche grazie alla spinta delle regioni e dei comuni che hanno affrontato le contestazioni di coloro che si sentono danneggiati da queste limitazioni , il nostro governo decida di ridurre l’offerta di gioco in Italia”.
PressGiochi
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