Ad un mese esatto dall’approvazione da parte del sindaco di Gonzaga, Claudio Terzi, dell’ordinanza sui limiti orari alle sale giochi, viene pubblicato uno studio sul giocatore tipo della città: sarebbe
Ad un mese esatto dall’approvazione da parte del sindaco di Gonzaga, Claudio Terzi, dell’ordinanza sui limiti orari alle sale giochi, viene pubblicato uno studio sul giocatore tipo della città: sarebbe un operaio o un pensionato, di nazionalità italiana che spende in media dai cinque ai dieci euro al giorno in biglietti “gratta e vinci”.
Gli autori sono Luca Losi e Martina Barbieri, volontari del progetto per il contrasto della ludopatia “Quando il gioco non è più un gioco”, cofinanziato da Regione Lombardia e realizzato dal Comune di Gonzaga con la collaborazione di associazioni del territorio, istituti superiori “Strozzi” di Palidano e “Manzoni” di Suzzara, istituto comprensivo di Gonzaga, Asl di Mantova e Provincia.
IDENTIKIT DEL GIOCATORE – Emblematici e densi di criticità i dati emersi grazie alla collaborazione degli esercenti che hanno risposto all’indagine: i giocatori cronici sono uomini e donne, prevalentemente lavoratori – tipicamente operai – e pensionati, ma con una significativa presenza di giovani fra i 18 ed i 30 anni, i quali vivono tra Gonzaga e dintorni. Abitualmente, intensificano le giocate nei giorni di pagamento dello stipendio e della pensione, o in occasione delle estrazioni dei giochi della Lottomatica, con picchi verso l’alto quando il montepremi cresce. Poi i giocatori cronici spendono molto in “gratta e vinci”: in media acquistano uno o due biglietti al giorno del valore di 5 euro l’uno, e reinvestono le intere vincite in altri biglietti. Oppure si procurano blocchetti di tagliandi da regalare a Natale o ai nipoti, nel caso di nonni che spesso mandano gli stessi bambini ad acquistare il “grattino”, nonostante – è bene ricordarlo – la vendita di questi sia vietata ai minori di 18 anni.
«I miei ringraziamenti a tutto il gruppo di lavoro – ha aggiunto il sindaco di Gonzaga, Claudio Terzi -, il progetto ha evidenziato quanto nel nostro Comune la ludopatia sia diffusa e presente in varie forme, e quali costi sociali comporti per le famiglie e per la comunità. Tocca adesso allo Stato fare le sua parte».
PressGiochi
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