23 Dicembre 2024 - 02:38

Gioco illegale: lavorare sulla consapevolezza del giocatore

I giocatori che si rivolgono ai canali illegali sono 4,4 milioni, e molti di essi non solo non si rendono conto dei rischi che corrono, ma non sono nemmeno consapevoli

07 Luglio 2021

I giocatori che si rivolgono ai canali illegali sono 4,4 milioni, e molti di essi non solo non si rendono conto dei rischi che corrono, ma non sono nemmeno consapevoli di trovarsi in un’area di gioco illegale. Lo dice la ricerca Luiss Business School – Ipsos, presentata ieri nella sede del prestigioso istituto, alla presenza del Direttore ADM Minenna e del Sottosegretario Durigon.

Uno studio molto approfondito, che dovrebbe rappresentare una sorta di “guida pratica al gioco” per tutti quei politici, amministratori e personaggi della cultura che poco o nulla sanno del settore, ma spesso sparano a zero come se avessero la verità infusa.

Bene, molto bene, la rappresentazione di un marciare all’unisono, e con convinzione, verso la risoluzione dei problemi atavici del gaming. Se illustri accademici si affiancano ad ADM e al Sottosegretario nell’anteporre gli aspetti positivi del gaming a quelli negativi e se, col contributo di un istituto autorevole come l’Ipsos, si è arrivati a predisporre finalmente un sondaggio molto dettagliato e fatto “a ragion veduta”, senza condizionare l’intervistato nelle risposte come purtroppo è accaduto spesse volte in passato, significa che siamo alle soglie di una piccola rivoluzione culturale che dovrebbe portare, nel lungo periodo, all’abbattimento delle barriere ideologiche che circondano e sovrastano il settore.

Ma, con tutto il dovuto rispetto, ci permettiamo di nutrire qualche perplessità sul fatto che i tanti risultati interessanti di questa ricerca scaturiscano da un campione di sole 4000 persone, che dovrebbero rappresentare i comportamenti di oltre 46,3 milioni di individui (la fascia di popolazione che va dai 18 agli 80 anni). In pratica è come se le dichiarazioni di un singolo valessero per altri 11.574. Allora, se è necessario che un qualsiasi sondaggio si debba concludere con valori oggettivi, non sarebbe stato male presentarli come puri e semplici dati di proiezione. Una discrasia, ad esempio, si rileva nella graduatoria dei siti su cui i giocatori intervistati hanno effettuato le loro giocate (riferimento: ultimi 12 mesi) e quella del market share su dati ADM dei concessionari medesimi: nella ricerca c’è una forbice notevole fra l’accoppiata di testa, Sisal-Lottomatica (rispettivamente 33%-31%), il concessionario piazzato al terzo posto, la Snai (23%), e tutti gli altri, mentre ne4l MS “ufficiale” le distanze fra questi operatori sono molto ridotte.

D’altra parte, abbiamo la sensazione che dare una certa evidenza a determinati dati sia funzionale all’obiettivo di mettere il dito in certe piaghe per forzare la repentina adozione di misure di contrasto. Il che potrebbe anche starci, se non ci attendessimo l’immediata presa di posizione dei benpensanti delle varie schiere, a cui si dà un motivo in più per dire: il mondo del gioco è tutto marcio! Perchè, guardandola dal loro punto di vista, se quattro milioni e quattrocentomila persone giocano (anche se solo una volta all’anno) illegalmente, significa, per dirla alla Bartali, che è tutto sbagliato e tutto da rifare”, a cominciare dagli svariati sistemi e dalle attività di controllo per proseguire con la comunicazione istituzionale.

Ora, è pur vero che la ricerca è stata svolta nel periodo più anomalo che la storia del gaming ricordi, ovvero la pandemia, che ha cambiato enormemente le abitudini dei giocatori (vedremo domani cosa scaturisce dal rapporto Luiss). Però, proprio nel momento in cui le giocate si sono riversate per intero o quasi sull’online, è disdicevole che “non tutti i giocatori che praticano gioco illegale sono consapevoli del grado di illiceità del gioco stesso”, come dice il report. Il problema si evidenzia in maniera più smaccata sul fronte offline (retail): tra quelli che hanno detto di aver partecipato a tornei e a partite a poker o altri giochi di carte in bar/circoli/sale giochi e quelli che hanno scommesso al di fuori dei canali legali si arriva ad un totale del 7% che, nella proiezione Luis, corrisponde a 3,24 milioni di persone. Sul versante online, il 3,8% (1,76 milioni di persone – proezione) ha giocato su siti illegali, espressamente nominati. La sommatoria ci porta a 5 milioni esatti di individui (proiezione), ma da questi vanno tolti 600mila utenti che giocano illegalmente sia online che offline.

Cosa non ha funzionato? Minenna ha avanzato il problema delle attività “legalmente vestite”, svolte da soggetti che addirittura falsificano in loghi ADM e nelle proprie sale permettono il collegamento a siti non idonei. Fenomeno molto diffuso, visto che lo stesso Minenna ha sottolineato che nei controlli effettuati dal Copregi sono uscite fuori 260 location illegali. Però questo non basta a giustificare tale diffusione. Né si può sperare che il fatidico Testo Unico dei giochi possa risolvere tutto come una bacchetta magica. Va benissimo semplificare le norme; poi però ci vuole qualcuno che le faccia rispettare…

Ancora, sapete quanti riconoscono, oggi, il marchio ADM? Solo il 33% dei suddetti; meglio va per il famoso “timone” dell’Amministrazione (55%), per il “gioca senza esagerare (53%) e “gioca il giusto” (44%). Ma siamo comunque lontani da risultati apprezzabili.

Dunque, non ci si può sorprendere se la ricerca Luiss affermi testualmente che “nel momento in cui si pensa al gioco in denaro, le associazioni a parole come legalità e illegalità non sono prevalenti; vengono citate solo da una piccola parte degli italiani, segno che la “presenza mentale” del tema è assai contenuta.”

Ulteriore conferma viene dalla profilazione dei giocatori in base al comportamento. Rispetto agli altri, i giocatori illegali ritengono assai meno grave il comportamento di gioco illegale. E il fatto che una parte di essi lo consideri comunque grave, lascia intendere come ci siano giocatori illegali che praticano il gioco illegale inconsapevolmente. Inoltre, il rapporto rileva che sul gioco illegale c’è una certa indulgenza da parte di molti giocatori: solo 2 su 3 ritengono che si possano avere problemi con la legge, percentuale che scende a 1 su 2 tra i giocatori illegali. E solo il 20% di quest’ultimi ritiene che il gioco illegale sia dannoso, ritenendolo solo un’opportunità in più per giocare.

Anche la questione della verifica della legalità di un sito di gioco è vissuta in maniera molto marginale: solo il 45% dei giocatori lo fa abitualmente; il 12% qualche volta; il 29% non è particolarmente interessato, mentre il 14% e interessato ma non saprebbe cosa fare. Quasi la metà dice di verificare che ci sia il simbolo dei Monopoli, ma gli altri si affidano alle recensioni e al consiglio di amici e conoscenti.

Tra giocatori legali e illegali è forte anche la differenza nella percezione del rischio di incappare in controlli o sanzioni: il 30% degli intervistati “legali” e il 45% degli illegali. Sembrerà un controsenso, eppure sembra proprio che l’illegale sia un amante del rischio e che provi una certa soddisfazione nel giocare illegalmente.

L’ultimo dato di particolare rilievo riguarda la percezione delle conseguenze del gioco illegale. Senza dilungarci nei numeri, vi è una ben minore consapevolezza nei giocatori illegali di problematiche quali: la contrazione di debiti, il favoreggiamento della criminalità, che i giocatori che hanno la tendenza ad eccedere rischiano ancora di più nel momento in cui agiscono al di fuori di ogni controllo, l’alimentazione dei mercati delle armi e della droga, il rischio di subire una perdita economica elevata. Paradossalmente (e incomprensibilmente) però, sono più sensibili al fatto che lo Stato perda risorse utilizzabili per altri scopi.

Tutto questo significa, in breve, che bisogna ancora lavorare molto sulla consapevolezza del giocatore, partendo da una comunicazione massiccia e impattante, che coinvolga tutti gli stakeholder del settore in maniera coordinata, senza lasciar spazio ad equivoci o, peggio ancora, sotterfugi di sorta, e poi prosegua andando alla caccia di chi gioca illegalmente oltre che a continuare la battaglia ai siti offshore e alle location illegali.

 

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