Per capire con esattezza come sono cambiate le abitudini dei giocatori a causa del Covid, e più precisamente per verificare se e in che misura le variazioni riscontrate diverranno definitive,
Per capire con esattezza come sono cambiate le abitudini dei giocatori a causa del Covid, e più precisamente per verificare se e in che misura le variazioni riscontrate diverranno definitive, bisognerà attendere perlomeno la fine di quest’anno, sempre che non intervengano altre chiusure, che andrebbero nuovamente ad alterare lo scorrimento del quadro generale.
Riprendendo il rapporto Luiss-Ipsos, il primo ad essersi addentrato in questa tematica, troviamo uno screening interessante della frequenza dei comportamenti durante la pandemia.
Il campione di 4000 persone interpellate ha affermato che, durante il lockdown:
La prima e le ultime due situazioni (totale il 28% degli intervistati) evidenziano chiaramente il ricorso a forme di gioco illegale, comprendendo fra queste anche quegli esercizi e circoli che sarebbero dovuti restare chiusi in quel periodo. Il 47% dei giocatori che hanno risposto al sondaggio costituisce invece il nucleo di quelli che sono migrati dall’off-line. Non poco rilevante, comunque, è anche il dato di chi ha rinunciato del tutto al gioco: si tratta perlopiù, senza ombra di dubbio, degli habituè di slot/Vlt; ma anche gli appassionati di Lotto, Superenalotto e Giochi Numerici vari, che hanno dovuto mordere il freno dal 22 marzo a 5 maggio 2020. In pratica, gli unici a non aver subito conseguenze sono stati gli amanti del gratta&vinci, che in tabaccheria i tagliandi a loro tanto cari li hanno trovati sempre.
Per quanto riguarda i giocatori online, la frequenza di gioco è stata:
Non sappiamo, quanto all’ultimo dato, se tutti o solo una parte erano giocatori esclusivi offline, ed è proprio per questo che dovremo attendere ancora prima di stabilire con discreta certezza se e quanti di essi avranno mutato le loro abitudini col ritorno alla normalità.
Il 15% non è poco, ma anche se si trattasse del 10% in termini realistici, si tratterebbe comunque di una consistente fetta di mercato per i concessionari che se li contendono (se la raccolta globale dei giochi al termine del 2021 dovesse attestarsi sugli 80/100 miliardi, il 10% corrisponde a 8/10 miliardi di giocate, che non è roba da ridere).
Sempre sul fronte online, è opportuno dare un’occhiata ai riscontri di iGaminBusiness (su dati ADM processati da Ficom Leisure, come dichiarato dalla testata).
Durante la Fase 1 della pandemia, si nota, stranamente, che la crescita del igaming in termini di GGR (differenziale fra turnover e vincite) non è stata così significativa come ci si potesse attendere. Il grande balzo in avanti è cominciato nell’ottobre scorso (242,42 mln euro), dopo di che, proseguendo con le normali fluttuazioni stagionali ha toccato i 359 mln nel dicembre-20 (record assoluto) fino ad attestarsi sui 3,28,5 mln di maggio-21 (ultimo dato disponibile).
Più o meno lo stesso andamento ha avuto il comparto casino&slot, che però il picco lo ha toccato in gennaio-21 (162,85 mln), mentre in maggio è arrivato a quota 155,1. Clamoroso l’esito del riscontro rispetto al 2019: computando i primi 5 mesi, il GGR è balzato da 340,5 mln a 780,8 mln, mentre la media è passata da 68,1 mln a 156,2 mln. Nel confronto sul 2020 vale la pena soffermarsi sul trimestre marzo/maggio: l’anno scorso il GGR totale era stato di 297,7 mln, mentre quest’anno è di 475 mln (per confronto, nel 2019 era stato di 207,2 mln)
Il betting, che da ottobre scorso vive solamente sul canale online, denota scostamenti altrettanto significativi. Sempre con riferimento ai primi 5 mesi 2019 e 2021. Si è passati da un totale di 310,8 mln a 718,5. Un incremento che ovviamente è stato spinto dall’esclusività assunta dal gioco su internet, stante la chiusura dei punti a terra, ma si ha la netta impressione che il betting online sia cresciuto di suo a prescindere. Ad esempio, nel gennaio-19 il GGR online+retail era stato di 124,6 milioni, mentre nel gennaio-21 si è affermato su quota 143,64. L’unico mese fra i primi 5 in cui il 2019 è stato superiore al 2021 è aprile (173,6 contro 103,5 mln). Il confronto 2020/21 è in questo caso improponibile, in quanto durante il lockdown quasi tutti gli eventi sportivi sono stati sospesi.
Per quanto riguarda il market share, il primo dato che balza agli occhi è che l’improvvisa fortuna di cui hanno goduto poker a torneo e poker cash, e il bingo online è stata del tutto occasionale, tanto che i tre comparti nel 2021 sono tornati addirittura al di sotto delle quote del 2019. Il poker a torneo, soprattutto, è in piena crisi, e questo conferma che i giocatori sono tornati sugli standard di un tempo. Durante il lockdown il problema era occupare il tempo e non c’è altro gioco che consenta di giocare più a lungo, a parità di spesa.
Nel prossimo numero di PRESSGIOCHI MAGAZINE approfondiremo il discorso fornendo i dati completi.
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