La linea dura contro il gioco d’azzardo non è sempre stato al centro della politica del MoVimento 5 Stelle. Le ultime parole del vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di
La linea dura contro il gioco d’azzardo non è sempre stato al centro della politica del MoVimento 5 Stelle. Le ultime parole del vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio contro la pubblicità del betting “Non me ne frega niente degli introiti di giornali e squadre di calcio”, rappresentano un caposaldo del partito di maggioranza relativa in particolare contro la ludopatia, tanto da affidare al decreto dignità misure restrittive tra cui il divieto di pubblicità del betting (gioco d’azzardo), con l’eccezione delle lotterie nazionali.
Come riporta Il Sole 24 Ore :Gli esponenti del M5S non sempre hanno avuto questa linea in passato. O almeno uno degli esponenti di spicco della squadra ora al governo: Rocco Casalino, ora portavoce della Presidenza del Consiglio, spin doctor dei pentastellati. Che nel periodo inframmezzato tra la celebre partecipazione al Grande Fratello e l’avventura politica lanciata da Beppe Grillo, ha avuto tra le diverse attività professionali, la conduzione di un programma dedicato al gioco: Betting Blog, in onda su Betting Channel, trasmetteva approfondimenti sul mondo del gioco, veicolando contenuti e informazioni sul settore. Insomma un programma che promuoveva il gioco trasmettendone una narrazione di consapevolezza lontana da quella “proibizionista” inclusa nel decreto dignità.
Centrale il “debunking” di luoghi comuni sul settore: il conduttore Rocco Casalino smontava durante il programma i luoghi comuni. Uno spezzone del programma è stato ritrasmesso nel corso di Omnibus, su La7, in cui Casalino sottolineava il gettito per l’erario del gioco d’azzardo – sei miliardi all’epoca del programma (era il 2010) – e stigmatizzava l’opinione di alcuni esponenti politici di cui citava la partecipazione al programma.
«Ho provato a invitare esponenti politici qui in studio, anche della Lega, e quando si trattava di ippica, dicevano cose palesemente sbagliate, populiste; cose che la gente comune pesa e che loro amplificavano, ma nella totale ignoranza. Anche sulle slot machine, le demoniache slot machine, venivano dette cose incredibili. Sembravano macchinette infernali». Casalino stigmatizza nel video l’associazione ludopatia-Supernenalotto: «Non ci si ammala di più perché il montepremi è più alto».
Nel corso di quella trasmissione di otto anni fa, l’ospite del conduttore, Marco Trucco di Everest Poker, lo incalza sottolineando come il Superenalotto offra un payout – una restituzione al giocatore in termini di vincita – nettamente inferiore rispetto a ciò che restituisce una slot machine in un casinò («Se il pay out è anche inferiore al 70% non è fortuna, ma una tassa nascosta»).
Com’è noto, la richiesta di trasparenza sula percentuale di vincita tra i diversi giochi, è elemento di definizione normativa che trova pratica ricaduta in un’informativa scritta in ogni forma di tagliando di gioco (online). Lo stesso sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli pubblica il valore complessivo medio della restituzione in vincite. Da cui emerge come i giochi più popolari sono anche quelli che presentano un payout inferiore.
PressGiochi