21 Novembre 2024 - 18:12

Gioco buono ed enti locali: passare dalle parole ai fatti per regolare bene il settore

“La pandemia ha aggravato i problemi già esistenti. Il settore dei giochi è un settore sensibile sul quale non sempre si è riusciti a dare risposte al mondo economico che

13 Gennaio 2022

“La pandemia ha aggravato i problemi già esistenti. Il settore dei giochi è un settore sensibile sul quale non sempre si è riusciti a dare risposte al mondo economico che lo caratterizza. Sono mancate risposte che permettessero una pianificazione degli investimenti sostenibili per gli operatori, va considerato che non tutti i giochi sono uguali, alcuni sono caratterizzati da una elevata tecnologia, altri da un’elevata occupazione. Per questo è necessario affrontare tutti questi aspetti con il giusto equilibrio”.

Così è intervenuto l’on. Ettore Rosato di Italia Viva aprendo l’incontro organizzato quest’oggi online da Formiche dal titolo: “Il gioco buono. Il punto di vista degli enti locali”.

L’evento ha cercato di riflettere su una delle più importanti sfide che il gioco dovrà affrontare: il riordino normativo, approfondendo temi quali quello del “buon gioco”, le implicazioni per la tutela del giocatore e il contrasto al mercato illegale, la prevenzione dei rischi patologici, le questioni fiscali.

Molti gli esponenti istituzionali e politici presenti. Dal sottosegretario con delega ai Giochi Federico Freni al direttore di ADM Marcello Minenna.

Come ha commentato Rosato: “Il fenomeno della ludopatia è stato tanto discusso in Parlamento ma non va minimizzato. Non pensiamo solo al gioco delle slot machine ma anche al gioco online. Temi diversi che vanno affrontati tenendo conto di tutti gli attori in campo, e anche dei comuni. Serve una grande intesa istituzionale per soluzioni che permettano al mercato di avere regole chiare ed uniformi, indipendentemente dal colore politico. Il confronto avviato in Conferenza Stato Regioni è una buona base dalla quale partire. Ricordiamo che dove non c’è gioco legale c’è quello illegale. Inoltre, le infiltrazioni della criminalità nel gioco legale sono certificate dalle operazioni della Magistratura, per questo è dovere delle istituzioni intervenire con serietà includendo anche le istituzioni locali. Il settore in questi anni ha pagato un prezzo molto alto visto che i ristori non sono stati proporzionati rispetto ai danni subiti”.

La base della discussione è stata la ricerca quanti-qualitativa curata da SWG che, a partire dal coinvolgimento di attori di governance locale, ha permesso di scattare un’istantanea sulla percezione del tema da parte di comuni e Regioni.

La ricerca ha cercato di analizzare le storie di chi sul territorio si occupa del tema del gioco.

Lo studio evidenzia come durante la pandemia si sia ridotto il gioco nei punti fisici, sia aumentato il gioco online e siano aumentati gli interventi di contrasto al gioco illegale sia su rete fisica che online. Nel lungo periodo ci si attende la transazione dal punto fisico alle piattaforme e l’aumento degli interessi dei giocatori verso giochi con vincita immediata.

Il ruolo dell’ente locale è un ruolo chiave – ha affermato Riccardo Grassi SWG presentando lo studio. “L’ente ha la possibilità di fare azioni di sensibilizzazione sugli esercenti, ridurre orari di gioco e introdurre distanze dai luoghi sensibili, fare iniziative di prevenzione per educare gli utenti al gioco tema e agire sulla riparazione e presa in carico delle situazioni di dipendenza patologica.

L’attuale sistema va rivisto, su questo tutti i nostri intervistati sono stati d’accordo. Alla base della necessità di riordino c’è la necessità di garantire gli interessi dello stato, i diritti del cittadino ad un gioco sano e gli interessi economici dei concessionari.

Sulla gestione dei ricavi, gli intervistati si sono divisi tra chi li rifiuta, chi li vorrebbe usare, la maggioranza, per le attività di prevenzione e riparazione, e chi, nella minoranza dei casi, le userebbe per attività sportive e culturali”.

Tra le proposte presentate dai rappresentanti degli enti locali nella ricerca, si propone di mantenere l’obbligo di tracciamento dei giocatori, il divieto di pubblicità, attivare gli strumenti di controllo digitale per limitare la spesa, ridurre i punti di gioco fisici, aumentare il gioco self service e istituzionalizzare un sistema di ricerche scientifiche sul gioco e sulle sue patologie. Non manca chi vorrebbe limitare sempre più l’offerta di gioco.

“Il sistema è in continuo cambiamento e il rischio di non riuscire a gestire i problemi del gioco e fallire nel tentativo di attivare una attività di controllo corretta” ha concluso Grassi.

Una valutazione più tecnica e meno etica è quella fornita dal direttore Minenna che ha posto come base del proprio discorso il fatto che: “il gioco pubblico c’è ed è regolato. E’ controllato e vigilato. Durante la pandemia – ha ricordato – abbiamo constatato con certezza che il gioco fisico chiuso si è trasferito in parte nell’online e in parte nel gioco illecito, che si articola in schemi e soluzioni del tutto fantasiose. Questo è il presupposto dal quale partire e dal quale migliorare il sistema.

Il gioco è controllato con regole definite e codificate, la cui algoritmica è stabilita. Gli interventi svolti in questi due anni dal Copregi, hanno mostrato l’impatto negativo sul territorio che ha il gioco illegale. Ecco perché l’Agenzia ha cercato di reagire, in attesa del riordino del gioco pubblico, ha creato l’App Gioco sicuro. L’app mi consente di verificare se sto giocando in una sala regolata e sicura. Abbiamo fatto numerosi incontri sul tema, elaborato una nostra proposta, incontrato il sottosegretario con delega. Siamo disponibili a lavorare attivamente per il riordino normativo del settore.

Dobbiamo chiederci se vogliamo muoverci con soluzioni moderne, utili all’offerta o se dobbiamo muoverci per portare avanti ancora i problemi senza affrontarli. In un’epoca di modernizzazione e digitalizzazione rischiamo di rendere inefficace ogni tipo di regolamentazione e spianare la strada alla criminalità che con il lockdown si è arricchita. Se non definiamo un recinto entro il quale gestire l’offerta, darà difficile garantire interventi efficaci”.

Chiunque voglia contribuire a regolare questa materia dovrà farlo senza preconcetti, secondo il sottosegretario Federico Freni.

“Il gioco esiste ed è nostro dovere primario tutelare i cittadini dal gioco patologico. Questo non vuol dire chiudere il gioco, ridurre i punti gioco o eliminare le slot machine. I preconcetti ci impediscono di fare un discorso normativo libero da preconcetti. Altrimenti saremo sempre schiavi di un sistema normativo fatto da troppi compromessi al ribasso.

Continuare a prorogare rifiutandoci di regolare rappresenta un compromesso inaccettabile. Quali possono essere le strade per una regolamentazione del settore?

Il gioco dopo la pandemia è cambiato. Il processo verso il gioco online si è accelerato. Le abitudini del giocatore sono cambiate e il processo di digitalizzazione sta andando avanti in maniera molto più veloce di quello che ci aspettassimo. Il gioco online va trattato come quello fisico, forse con più attenzione, visto che è presidiato in maniera più difficile.

La posizione degli enti locali la capisco e la rispetto ma il legislatore nazionale non può accettare che il gioco venga regolato in maniera diversa da territorio a territorio e che i giocatori siano trattati in maniera diversa da una regione all’altra. Ferma la sovrana autorità e prerogative degli enti locali, dobbiamo sederci ad un tavolo per cercare di capire come definire regole uguali in tutta Italia. Oggi abbiamo leggi regionali troppo diverse le une dalle altre.

Una buona regolazione porterà buoni risultati. Il disturbo dal gioco d’azzardo non può essere un impedimento a regolare il settore, anzi deve essere lo stimolo a regolarlo meglio.

Vorrei portare una legge delega in Parlamento in tempi veloci che riordini completamente il settore. Ho trasmesso a dicembre alla Ragioneria Generale dello Stato una bozza di legge delega. Essendo legge delega si prevede una invarianza di gettito. Attendiamo che la Ragioneria ritrasmetta il testo con le proprie considerazioni che mi augurerei di consegnare al Ministro all’economia Franco per trasmetterla al Consiglio dei Ministri entro fine gennaio. Sicuramente poi servirà un lavoro insieme alle Regioni, un’intesa era già stata trovata nel 2017. Servirà l’impegno per attuare le norme condivise. Avrò bisogno ovviamente del concorso del Parlamento se ci sarà la volontà di regolare questo settore una volta per tutte.

Pensate che il contributo del settore è fondamentale: la tutela dei cittadini sarà sempre primaria ma dobbiamo anche regolare l’offerta del gioco e il gettito che produce.

Ragioniamo con il concorso virtuoso di tutte le forze del Parlamento convinti che senza una buona regolazione continueremo ad avere problemi di patologia e non forniremo una buona offerta ai cittadini”.

Presente all’evento anche l’ex sottosegretario al gioco, oggi in Igt, Alberto Giorgetti il quale ha ricordato come “oggi ci sia la necessità di riorganizzare in una visione organica le esigenze rappresentate da chi sta più a contatto sul territorio e ha tentato in questi anni di regolare degli aspetti e gli impatti sociali che il gioco pubblico determina sui cittadini. Lo studio SWG affronta tutte le tematiche legate ai territori ma fornisce anche soluzioni condivise di cui il legislatore può tener conto per produrre un’offerta di gioco buono. Punti condivisi su cui le istituzioni possono lavorare per permettere di avviare questo processo di riordino con una visione moderna per un gioco responsabile, sostenibile con presidi importanti di cui c’è grande necessità”.

Secondo Roberto Novelli di Forza Italia “Il gioco legale non va demonizzato. La rete pubblica è fatta da una filiera di concessionari, operatori e lavoratori da tenere in considerazione. Il lockdown ha portato ad un aumento del gioco illegale dove il cittadino è lasciato davvero solo. Nel 2020 il gioco illegale è cresciuto enormemente. Non è possibile da parte degli enti locali questa micro regolamentazione. Lo Stato deve prendere in mano la situazione e definirla. Altrimenti il giocatore si sposterà verso soluzioni meno legali.

Inoltre, il gioco online è difficile da regolamentare perché spesso le piattaforme di appoggio sono posizionate in altre nazioni. Quello che mi sento di dire è che la regolamentazione dovrebbe occuparsi anche di insegnare e fare educazione al gioco anche nelle scuole. Gli enti locali non possono essere lasciati soli rispetto al carico che hanno nella prevenzione e cura delle dipendenze da gioco. Rispetto a qualche anno fa il gioco legale non è più visto come il demonio, ma lo Stato dovere fare di più sul lato pratico, non solo a parole. Si deve tradurre in legge un testo unico che dia le risorse agli enti per affrontare la patologia, senza dimenticarsi dei 150mila lavoratori che caratterizzano il comparto”.

E non vanno dimenticati gli importanti introiti fiscali, vitali per lo Stato, secondo la deputata Ylenja Lucaselli (FdI).

“Il gioco legale è una fonte enorme id introiti. Parliamo di circa 10 miliardi di euro ogni anno che rimangono nelle casse dello stato. Pensiamo ai benefici di reddito. Se il gioco legale viene regolato bene il gioco illegale non ha la possibilità di crescere. Questo passa attraverso una legislazione più snella, serve una nuovo sguardo a quello che è il gioco online e alle regole di quello che avviene in rete. Va incentivato il più possibile il gioco legale che è l’unico strumento contro l’illegalità.

Condivido la necessità di una regolamentazione nazionale uniforme. Serve un unico testo che sia caratterizzato da un accordo tra tutti i partiti politici senza farsi trasportare dalle ideologie. Non dimentichiamo che l’illegalità produce oltre 18miliardi di euro sottratti all’economia legale”.

Più scettico Raffaele Nevi di Forza Italia. Secondo Nevi, ancora oggi, “Credo ci siano grandi difficoltà ad affermare la necessità di tutelare la rete legale e di regolamentare il settore. Dobbiamo passare all’azione e tradurre il dibattito in un testo di legge nuovo che limiti la proliferazione legislativa regionale. Penso però che ci siano grandi difficoltà in questa strana maggioranza anche se penso che la situazione di approccio al gioco negli ultimi mesi sia cambiata. In Forza Italia cerchiamo di stimolare una certezza del diritto anche per gli stessi operatori. Non possiamo pensare che in un paese come il nostro ci sia una situazione che impedisce gli investimenti. Non credo che si riesca a fare questo lavoro in questa legislatura, ma iniziamo a lavorare ad un testo che ci permetta di avere una base per il futuro”.

In conclusione dell’evento è intervenuta alche la senatrice Paola Binetti, UDC, sempre molto attenta alle dinamiche del mondo del gioco: “Sappiamo – ha detto – che c’è una fragilità sui cittadini e su questo dobbiamo intervenire. Non credo che la legalizzazione del gioco abbia ridotto il gioco illegale. Finché non andremo a toccare i fattori che provocano l’esplodere della fragilità a monte, qualunque tipo di gioco può diventare patologico. Il gioco sociale e famigliare va difeso. Alcuni tipi di gioco sono più pericolosi. Non dimentichiamolo e non dimentichiamo anche il fatto che lo stato gioca sul settore un ruolo ambiguo”.

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