“Se lo Stato decide, come in realtà è evidente, di incentivare il gioco d’azzardo, almeno sia chiaro che la responsabilità e gli oneri dell’aggravarsi del fenomeno delle ludopatie non devono
“Se lo Stato decide, come in realtà è evidente, di incentivare il gioco d’azzardo, almeno sia chiaro che la responsabilità e gli oneri dell’aggravarsi del fenomeno delle ludopatie non devono ricadere sugli esercenti che detengono le apparecchiature nei loro locali». Questo è il commento di Piero Ghisla, presidente dell’Associazione Pubblici Esercizi della provincia di Sondrio attiva all’interno dell’Unione Cts, alla luce delle recenti decisioni del Governo su questa delicata materia e di quelle appena approvate dalla Regione.
«L’apparato pubblico – specifica Ghisla – da un lato inserisce nella legge di Stabilità il bando per 15mila punti di gioco d’azzardo lecito con lo scopo di pareggiare i conti della prossima finanziaria a spese dei cittadini (gli introiti stimati si aggirerebbero intorno agli otto miliardi di euro, ancorché il Governo abbia precisato che non si tratterebbe di nuove concessioni ma di rinnovi), ma poi dall’altro commina multe agli esercenti. La Giunta di Regione Lombardia, infatti, ha appena approvato il pacchetto delle sanzioni a carico dei gestori inadempienti, inasprendo rispetto al precedente regolamento le condizioni per i detentori delle apparecchiature per il gioco d’azzardo lecito per essere a norma e l’entità delle relative multe per chi non è in regola».
«È davvero incomprensibile – osserva Ghisla – che due entità pubbliche come Governo e Regione trattino la stessa materia ossia la ludopatia in una maniera diametralmente opposta, l’uno incentivando il gioco d’azzardo per ‘fare cassa’, l’altro scoraggiandolo. In questo contesto appare ingiusto, e oltretutto inutile ai fini della lotta alla ludopatia, chiamare in causa gli esercenti che in questo modo si sentono ingiustamente criminalizzati».
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