“La scelta del divieto, che sfocia nel proibizionismo, come unica soluzione al problema non funziona. Lo racconta la storia e la nostra esperienza nelle campagne condivise con l’Ast (ex Asl)
“La scelta del divieto, che sfocia nel proibizionismo, come unica soluzione al problema non funziona. Lo racconta la storia e la nostra esperienza nelle campagne condivise con l’Ast (ex Asl) sull’alcol”.
A dichiararlo è Oscar Fusini direttore di Ascom Confcommercio di Bergamo intervenendo sul dibattito che sta coinvolgendo il comune dopo l’approvazione del regolamento per limitare tutti i giochi d’azzardo ad eccezione di Bingo, Totocalcio e Lotto.
“È inutile – spiega Fusini – nascondersi dietro a un dito: chi vuol giocare continuerà a farlo, troverà altre strade per alimentare la sua fame di azzardo, virerà anche sulle piattaforme internet, a volte ai limiti del legale, con tanti saluti ai controlli e alla possibilità di aiuto. Giocherà finché non si sarà rovinato se qualcuno non interverrà prima per fermarlo. E non saranno certo i divieti, in certi orari, a cambiare le sue abitudini. Pura utopia.
Chi è sceso nel baratro, è disposto a muoversi, a percorrere chilometri pur di giocare, basta vedere cosa accade addirittura in Autogrill, in autostrada.
L’unico limite del giocatore patologico lasciato al suo destino sono i soldi che ha in tasca. Finché riuscirà a trovarne continuerà sulla strada dell’azzardo. Ecco perché, anziché bastonare con obblighi, divieti e multe l’incolpevole barista, dovremmo “sfruttare” la sua sensibilità, perché lui, a volte, è l’unico che conosce e potrebbe fermare il giocatore: non chiudendogli la porta in faccia, ma parlandoci insieme.
Bisogna poi essere credibili nell’azione, e non possiamo esserlo se scegliamo la strada di vietare il gioco quando, contestualmente, è lo stesso Stato che lo alimenta, opera rincari e trae ingenti profitti. Mettere paletti non serve e, alla fine, colpisce anche il gioco non patologico.
Noi crediamo che il gioco, se lecito e responsabile, è anche una forma di svago, oltre che una fonte di guadagno per gli esercenti, per i baristi-tabaccai e per i loro dipendenti. Tanti locali senza slot rischiano di abbassare la serranda e di lasciare senza lavoro i propri collaboratori.
Siamo convinti che esista il percorso virtuoso che può salvare il gioco ludico, prevenire le ludopatie e salvaguardare le attività sul territorio. Ma questo percorso non può passare dai divieti, perché allora bisognerebbe dire no anche a chi si batte per la riapertura del Casinò a San Pellegrino (quanta gente si è rovinata al tavolo verde?)”.
PressGiochi