“L’articolo ‘Conti in tasca ai signori del gioco. Ecco a chi vanno i soldi degli scommettitori’ fa capire che ci rimettono tutti: tranne il banco. Ma non il banco nel
“L’articolo ‘Conti in tasca ai signori del gioco. Ecco a chi vanno i soldi degli scommettitori’ fa capire che ci rimettono tutti: tranne il banco. Ma non il banco nel senso classico, che si mostra al tavolo verde o allibra le scommesse. Parliamo del “banco nascosto”. Ovvero, quello della finanza dei derivati, costruita sul gioco d’azzardo nel corso degli anni, che funge da “sottostante”.
Da venti anni – afferma Maurizio Fiasco, presidemte di Alea, commentando l’approfondimento di PressGiochi a firma Giampiero Moncada sul business delle scommesse – i concessionari di tutti i giochi sono eccessivamente indebitati, e alcuni di loro sono entrati in passato nella lista nera della Consob, l’istituto di vigilanza della Borsa. Nel 2014, inoltre, la Sisal lanciò la quotazione in borsa: revocata nel luglio, poche settimane dopo, appena il prospetto (obbligatorio per legge) rivelò che la raccolta presentava un alto rischio di finanziare i debiti del gruppo.
Prima ancora dello shock del blocco inaspettato delle macchine per il coronavirus, già era in funzione un meccanismo finalizzato a “concentrare” e far pagare i costi ai rami bassi della filiera del gambling. In un sistema di business a due stadi (il primo è la vendita al venditore, il gestore; il secondo è la distribuzione al consumatore finale) è naturalmente messo in conto anche il fallimento delle tante imprese che distribuiscono e installano le attrezzature per il gioco e che offrono i servizi agli esercenti.
Queste cose le individuai e le scrissi già nel 2010. In un tale sistema “giocano” tutti: dall’avventore in un bar che inserisce una moneta alle holding del settore. Vale la pena di ricordare che al momento in cui lo Stato introdusse la seconda giocata settimanale del Lotto, spinse alla emissione di “Lotto bond” per far anticipare gli incassi dal concessionario. Contrarre debiti, rinnovare debiti, finanziare debiti vecchi e nuovi.
Insomma, un meccanismo di indebitamento programmato che serve a sostenere un sistema di finanza derivata. Ed è quest’ultimo il vero business. Le vere scommesse, sono quelle della finanza! Ma è arrivato il Cigno Nero del Covid-19. E le profezie dei vari Nassim Taleb o Jared Diamond, o non vengono ascoltate o non sono, nemmeno per una pagina, studiate.
Il gioco d’azzardo industriale poggia sul classico meccanismo a piramide. La base deve essere continuamente allargata per compensare la caduta dei margini relativi. Alla fine è inevitabile sconvolgere l’assetto e quasi programmare il fallimento delle centinaia o migliaia di installatori, manutentori, gestori e così via.
Il punto di rottura, nella finanza del Novecento, arrivò con il giovedì nero di Wall Street. Nel XXI secolo con il crack della Lehman Brother del 2008. Per il gioco, è arrivato con il covid 19. Perché dopo questo tsunami il settore non si riprenderà più in tutto il mondo”.
PressGiochi