25 Dicembre 2024 - 02:00

Fea (Federserd): “Bibbia e religione, sistemi di protezione dalle dipendenze, ma non di cura”

Numerosi studi e ricerche, soprattutto in paesi di cultura anglosassone, dimostrano che avere fede e fare parte di un gruppo religioso, sono condizioni che proteggono le persone dal rischio di

20 Aprile 2018

Numerosi studi e ricerche, soprattutto in paesi di cultura anglosassone, dimostrano che avere fede e fare parte di un gruppo religioso, sono condizioni che proteggono le persone dal rischio di diventare dipendenti da sostanze, da gioco d’azzardo e da comportamenti devianti.

Ad affermarlo, è Maurizio Fea, Psichiatra ex direttore del Dipartimento delle Dipendenze di Pavia e direttore di Federserd commentando un recente sondaggio secondo il quale essere testimoni di Geova permette di curare con più efficacia le dipendenza come quella da gioco.

 

“Dunque tutto bene? Forse no, – afferma – perché il titolo e le informazioni dettagliate nell’articolo tendono a fare pensare che Bibbia e religione possano essere un sistema di cura, mentre in realtà possono essere un sistema di protezione, ma non di cura. Differenza non da poco, che non sminuisce affatto il valore in sé, ma la fede uno non se la può dare, anche se si trova in difficoltà per ragioni di dipendenza. In altre parole, se sei Testimone di Geova è meno probabile che tu possa acquisire qualche forma di dipendenza rispetto a chi non lo è, ma se sei dipendente è difficile che tu possa smettere diventando Testimone di Geova.Brevemente passo in rassegna alcune delle ragioni, messe in evidenza dalla ricerca scientifica, che possono spiegare i dati presentati nell’articolo,  introducendo qualche interpretazione dei fatti proposti.

I membri dei gruppi protestanti conservatori, come appunto i Testimoni di Geova o altre sette evangeliche,  tendono adavere meno dipendenze delle persone con altri background religiosi e ancora di più di chi non ha un riferimento religioso robusto e consistente. Gran parte di questi modelli confessionali  abbracciano con forte convinzione la dottrina della infallibilità biblica, che sostiene che la Bibbia è la Parola di Dio e non contiene errori, e che è la fonte autorevole di orientamento su affari spirituali e umani. In pratica tendono a enfatizzare certi temi e interpretazioni scritturali, in particolare concentrandosi su questioni individuali come peccaminosità, pietà e salvezza personale attraverso la fede nella grazia divina.

 

Il ruolo e la frequenza delle pratiche religiose, ma non necessariamente la preghiera, sono rilevanti nella tendenza generale delle persone religiose ad abbracciare stili di vita caratterizzati da moderazione, sobrietà e rispettabilità, e nel ridurre i sentimenti di stress e tensione. Così le amicizie e i legami congregazionali sono un deterrente protettivo verso dipendenze e derive comportamentali, per protestanti conservatori e i membri di sette religiose a forte coesione identitaria,  più di quanto lo sianoper protestanti tradizionali, cattolici ed  ebrei, che pure condividono la Bibbia come fonte di verità. Oltre ad avere semplicemente amici intimi nella congregazione, avere un leader religioso all’interno della propria rete personale ha anche una potente relazione inversa ad esempio con il gioco d’azzardo. Le relazioni sociali all’interno delle congregazioni, che comportano l’interazione faccia a faccia, possono avere un’influenza sostanziale sui comportamenti individuali di dipendenza, e le persone che sono amici intimi con leader religiosi possono essere particolarmente riluttanti a comportarsi in modo tale da poter essere considerati immorali. Questo tipo di influenze sono significativamente maggiori nelle reti congregazionali che appartengono a sottoculture religiose che esprimono chiare credenze e norme sui consumi eccessivi e sulle dipendenze e hanno punti di vista che divergono da quelli della cultura circostante. Le condizioni all’interno di questi gruppi conservatori facilitano l’imposizione di sanzioni sociali informali ai membri che sviluppano comportamenti devianti o eccessivi  perché queste congregazioni hanno spesso alti livelli di solidarietà sociale.

 

L’influenza della religione su norme, comportamenti, scelte, è complessa, molteplice e rilevante, – conclude Fea – ma proprio per queste ragioni, è bene che sia più chiaro possibile ciò che attiene alla sfera del divino e ciò che attiene all’umano che ne interpreta i significati profondi e li traduce in azioni e proposte”.

 

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