Il presidente dell’Istituto di studi Eurispes, Gian Maria Fara ha scritto una lettera al quotidiano Avvenire per ‘protestare’ circa la linea editoriale della testata sul tema del gioco d’azzardo e
Il presidente dell’Istituto di studi Eurispes, Gian Maria Fara ha scritto una lettera al quotidiano Avvenire per ‘protestare’ circa la linea editoriale della testata sul tema del gioco d’azzardo e su alcuni articoli in particolare, ritenutii dall’Istituto di ricerca quantomeno discutibili. Ne è seguita la risposta del direttore Marco Tarquinio.
“Il nostro Istituto – Gian Maria Fara – studia da almeno due decenni il tema della diffusione del gioco in Italia, e nel 2017 ha creato l’Osservatorio Gioco, Legalità e Patologie, presieduto dal magistrato Antonio De Donno, sotto la cui egida sono state sviluppate diverse ricerche di àmbito territoriale. In questo percorso abbiamo più volte constatato come il pubblico dibattito risulti per molti aspetti carente, e come il mondo della comunicazione segua “distrattamente” le problematiche connesse alla galassia gioco. In questo quadro fa eccezione la testata da lei diretta, l’unica a riservare con continuità a questo tema adeguati spazi di approfondimento.
A conferma di ciò, i dati che lo scorso anno l’Eurispes ha riscontrato attraverso un’analisi delle 9 maggiori testate nazionali per il triennio 2015-2017: su complessivi 440 articoli dedicati al gioco, più del 45% (206 articoli) sono stati quelli pubblicati su “Avvenire”. Nello specifico, nel triennio preso in esame “Avvenire” ha pubblicato 66 articoli sul gioco problematico e patologico, riportando testimonianze di diversi soggetti della società civile, 64 articoli inerenti il dibattito politico e le azioni strutturali/ di sistema, 54 articoli di cronaca, inchieste/contrasto al gioco illegale, 22 articoli contenenti statistiche e dati economici.
Riconoscendo dunque, pieno merito al giornale da lei diretto per l’impegno su di una tematica di rilevante impatto sociale e, almeno in parte, socio-sanitario, mi permetto di rilevare che la legittima linea editoriale espressa da “Avvenire” che si manifesta nel grande spazio riservatole, potrebbe evitare di proporre alcuni eccessi e di rilanciare posizioni “schierate” che talvolta caratterizzano alcuni articoli e alcuni interventi “a senso unico”. Un esempio di questi ultimi è l’articolo a firma Maurizio Fiasco e Valeria Carella pubblicato lo scorso sabato 15 giugno, in cui i due ritengono di dover spiegare perché la politica sbaglia se e quando non segue scelte para-proibizionistiche nell’area del gioco, con l’unica attenuante di essere supportata e, in qualche misura, traviata da «un singolare breviario » (sic) che «a mo’ di Libretto Rosso» (sic) l’Eurispes avrebbe messo a disposizione attraverso la pubblicazione delle sue ricerche. Per soprammercato risultiamo inoltre destinatari di un potente j’accuse relativo alla «influenza indebita» (sic) che eserciteremmo attraverso le nostre ricerche; la stessa influenza esercitata, ad esempio, sul tema dell’alcolismo, del casco obbligatorio, o sul business della pornografia.
Che l’Eurispes eserciti e continui ad esercitare una non irrilevante influenza attraverso le proprie ricerche sviluppate in più di un trentennio, è un rischio che non siamo in grado di evitare, e di ciò gli estensori dell’articolo devono farsi una ragione. Che la critica che l’Eurispes ha argomentato, relativamente alla inefficacia di contenimento del rischio di azzardopatie di strumenti quale il distanziometro (concordando in questo con quanto recentemente espresso dall’Istituto Superiore di Sanità) e la compressione degli orari dell’offerta, abbia convinto alcune Regioni a modificare i testi varati negli scorsi anni, può essere considerato un motivo d’infamia per gli estensori dell’articolo, mentre è per noi un positivo riscontro dell’efficacia del nostro lavoro di ricerca.
In questa sede non vi è spazio per argomentare la visione che l’Eurispes ha di una necessaria, imprescindibile, riforma del settore del gioco legale nel nostro Paese. Accenniamo soltanto all’insufficienza della risposta socio-sanitaria affidata ai Dipartimenti per le Dipendenze Patologiche, e all’evidenza del rischio di aumentare il peso dell’illegalità e della criminalità organizzata con l’eccessiva contrazione dell’offerta legale. Ma fin d’ora, gentile direttore, diamo a lei e al suo giornale piena disponibilità a intervenire, anche in contraddittorio, sulle vostre interessanti pagine, per confrontarci serenamente su queste tematiche, sempre che questa eventuale presenza non sia da qualcuno considerata, a priori, “indebita”. La ringrazio per l’attenzione che vorrà riservare alla presente, e le invio i migliori auguri di buon lavoro.
A controbattere alla posizione di Fara, il direttore Tarquinio che risponde: “Sull’azzardo nei mesi scorsi Eurispes ha fatto di più. Cominciando da Bari, città che Fara conosce bene, ha supportato la mobilitazione dei gestori delle slot contro la legge regionale della Puglia sulla tutela della salute dei cittadini. Stesso schema di gioco e invariato glossario: Regioni e Comuni intendono regolare? Proibizionismo. Le distanze dai luoghi sensibili? Irrilevante. E via proseguendo con una serie di dispositivi retorici dei quali prima o poi varrebbe la pena di elaborare un repertorio ragionato. Il presidente Fara sorvola su una questione dirimente: come sono state finanziati e da chi i testi presentati a Torino (proprio alla vigilia delle elezioni regionali) e a Bari. Il quesito forse va girato anche all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Un accenno, infine, all’elaborato dell’Istituto Superiore di Sanità: nel rapporto della ricerca Iss acquistata dai Monopoli, si parla delle «distanze» in tre punti: «la “distanza” tra l’intervistato/rispondente e i promotori dell’indagine» (pag. 24); nel grafico sui «giochi di abilità a distanza» (pag. 130 e 131). Punto. Con la debita cautela il comitato scientifico e l’estensore del report si sono tenuti fuori da ogni disputa sui provvedimenti amministrativi dei Comuni e delle Regioni”.
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