Il tema del riordino dei giochi pubblici è argomento di discussione, oramai, da molti anni; sicuramente da quando si arenò il tentativo basato sull’Intesa raggiunta in sede di Conferenza Unificata
Il tema del riordino dei giochi pubblici è argomento di discussione, oramai, da molti anni; sicuramente da quando si arenò il tentativo basato sull’Intesa raggiunta in sede di Conferenza Unificata nel settembre del 2017.
Da allora, tutti gli anni, i governi che si sono succeduti hanno previsto – tra i collegati – un disegno di legge di riordino del gioco o di delega per procedere al riordino. Mentre in Parlamento, puntualmente ad inizio di ogni legislatura, venivano presentate proposte di legge in materia di giochi, praticamente da esponenti di tutte le forze politiche. Segno questo che la necessità di procedere ad un riordino fosse oramai improcrastinabile.
L’attuale governo ha deciso di imboccare una strada diversa e lo ha fatto inserendo la delega “per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici” all’interno del più ampio disegno di legge delega per la riforma fiscale.
Al momento della presentazione del disegno di legge di iniziativa del governo, – scrive Domenico Faggiani, membro Anci e componente dell’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo del Lazio – ebbi modo di osservare che vista la volontà di condurre in porto, in tempi rapidi, la riforma fiscale ciò avrebbe consentito “di portare a casa anche la delega per il riordino del settore del gioco, una riforma attesa oramai da tanti, troppi anni e non più rinviabile”. E poi aggiungevo “Fare presto” è quindi una cosa estremamente positiva, ma bisogna anche “fare bene”. E questo significa pervenire ad un testo unico, ad un riordino di tutta la materia con una riforma che veda il pieno coinvolgimento di tutte le autonomie locali, oltre che degli operatori del settore”.
Ed infatti si è arrivati all’approvazione della legge delega, i primi di agosto, quindi in tempi piuttosto rapidi. Subito dopo il MEF, ad opera del viceministro Leo, ha messo al lavoro una Commissione, presieduta dal direttore centrale giochi di ADM, con il compito di presentare un documento entro il 20 settembre. La Commissione ha svolto in tempi rapidissimi il suo lavoro e presentato il documento.
A quel punto ci si sarebbe aspettati l’immediato avvio di un confronto in sede di Conferenza Unificata. Ed invece nulla.
Il documento della Commissione sembra essere finito in un cassetto e si è cominciato a parlare di uno spacchettamento del riordino, da effettuare attraverso due o tre decreti legislativi. Il primo, sull’online, da portare quanto prima all’esame del Consiglio dei ministri.
Il percorso “virtuso” che era stato avviato dal governo, e che doveva proseguire con l’avvio immediato del confronto con le autonomie locali, sembra essersi improvvisamente arrestato.
Se è vero che la legge delega prevede uno o più decreti, è altrettanto vero che in questa materia serve un riordino complessivo attraverso un testo organico ed unitario che affronti tutte le varie tipologie di gioco. Un testo che scaturisca, lo ribadisco, dal confronto con le autonomie locali al fine di pervenire a norme omogenee a livello nazionale e condivise con le regioni, cosa che offrirebbe certezze ai comuni, ed anche agli operatori del settore.
Altrimenti il rischio, – conclude Faggiani – come è capitato già tante altre volte, è quello di affrontare qualche aspetto (magari per necessità di cassa) e rinviare ulteriormente una organica e completa riforma di tutta la materia. Le intenzioni di partenza sembravano buone ma, come si dice, … di buone intenzioni è lastricata la strada per l’inferno”.
PressGiochi
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