21 Dicembre 2024 - 18:44

ESG, Valore Condiviso. Sempre più diffuso tra le aziende ma serve il consenso sociale

Giuliano Frosini (IGT): “Serve una sostenibilità anche regolatoria in mercati contrastati come i giochi”
Stefano Saracchi (ADM): “ Il Lotto è un esempio virtuoso di un concessionario che rappresenta oltre 25mila tabaccai sul territorio”

11 Ottobre 2023

E’ stato presentato questa mattina il Paper “ESG – Valore Condiviso”, pubblicato dal quotidiano Start Magazine in collaborazione con ICINN – Istituto per la Cultura dell’Innovazione, IGT e INWIT.

ESG, acronimo di Environment, Social and Governance, sono i tre pilastri che compongono la sostenibilità a cui ambisce l’Unione europea, i criteri forniscono una guida alle aziende che vogliono investire in sostenibilità, sia ambientale che sociale. Il paper vuole approfondire questo tema, fornendo un quadro di come gli investimenti e le attività ESG creino valore non solo per le aziende, ma per comunità e territori.

I dati mostrano che in media le aziende che investono nella sostenibilità, ambientale e sociale, tendono ad avere performance migliori e ad essere più competitive rispetto alla concorrenza. Infatti, risultano meglio preparate a fronteggiare gli shock derivanti dalle crisi. Gli investitori ne sono consapevoli e selezionano portafogli con imprese che dimostrano di rispettare i criteri ESG. Molte aziende stanno introducendo modelli di governance trasparenti, rendicontando gli impatti ambientali e fornendo informazioni dettagliate sulle attività che rispecchiano gli ESG. Un circolo virtuoso che porta benefici alle comunità locali e alle attività del territorio.

G.B. Zorzoli (Presidente Onorario Coordinamento FREE): “Niente sostenibilità senza consenso sociale”

“Il tema dell’attenzione all’ambiente – ha spiegato il prof. Zorzoli – ha portato a modificare i criteri delle attività economiche verso l’impatto ambientale. Dentro questa crescita del tema ESG ci si è resi conto che l’obiettivo principale per raggiungere gli obiettivi ambientali è il consenso sociale senza il quale non si possono raggiungere e promuovere i progetti legati a questi obiettivi. La transizione ecologica ha dei costi che possono essere accettati solo se sono condivisi socialmente. Ma anche la governance è importante proprio perché si tratta di un processo difficile. Per riconoscere una comunità energetica questa deve rispondere ai tre principi dell’ESG. Siamo un paese di piccole e medie imprese e solo le grandi struttura possono attrezzarsi nel rispetto dei parametri ESG”.

Giuliano Frosini (Senior Vice President Italy, Public Affairs, Media & External Relations IGT): “Serve una sostenibilità anche regolatoria in mercati contrastati come i giochi

“Quello del consenso sociale è un aspetto molto importante nello sviluppo dei principi e dei progetti legati alla sostenibilità.

E’ importante parlare anche di democratizzazione di questo processo: la prospettiva di avviare una operazione di allargamento dello schema anche per canalizzare il consenso su queste iniziative. Si fa attenzione a capire come attuare questo tipo di iniziative, legalizzarle ed attuarle, perché a fronte di esternalità positive, ambientali, economiche e sociali, occorre tenere conto che vi è anche un processo che comporta costi per le imprese.

Non possiamo non considerare anche i costi della sostenibilità. C’è un problema filosofico perché qualunque idea che permetta di sviluppare e ingrandire le nostre reti energetiche/gas etc comporta dei costi, ma più intelligenti sono le infrastrutture più esse costano.

Oggi in piena crisi russo-ucraina abbiamo avuto il problema di capire come renderci indipendenti dal gas russo, abbiamo quindi cercato di creare un mix. Ma nell’applicazione di nuove condizioni ci si è spesso scontrati con problematiche legate alle norme che hanno limitato il processo. Bene stimolare aspetti di questi tipo ma bisogna fare attenzione che le norme non blocchino i progetti.

E’ importante anche ci sia anche una sostenibilità regolatoria, che permetta agli investitori di realizzare gli investimenti in base a una regolazione stabile e non in base ad una promessa che non si realizzerà mai. Dobbiamo dare una impostazione di regolazione che sia un esempio di eccellenza anche in mercati contrastati come i giochi, i tabacchi, le accise”.

L’etica dominerà la finanza? Chiede a Frosini il moderatore Valerio Giardinelli

“Sono più scettico, trovo ragionevole il fatto che sia bene creare le condizioni per avviare il lavoro su questi temi ma bisogna lavorare anche sul piano culturale. Si tratta di comprendere anche come governiamo. C’è un cambio di passo che ci porta ad insistere sulla ESG vista come opportunità. I mercati finanziari continueranno a fidarsi più dell’utente che paga le bollette a fine bimestre piuttosto degli introiti dei grandi investimenti. Per questo lo Stato affida a soggetti privati, i concessionari, lo svolgimento di determinati servizi perché è sicuro che ne avrà maggior vantaggio anche in termine di fiducia sul fatto che il concessionario pagherà quanto dovuto.

Oggi tantissime imprese effettuano investimenti in ESG in maniera volontaria perché credono in questi principi. Sulla finanza invece c’è ancora del lavoro da fare…

Serve coraggio da parte delle istituzioni per l’emanazione di riforme che vadano in questo senso evitando norme inapplicabili perché interpretabili. Alle imprese manca una dimensione culturale di capitalismo moderno che trasformi questa moda in una presa di coscienza. Laddove ci sono grandi gruppi che realizzano grandi guadagni devono usare una parte di guadagni per finanziare questi progetti credendo in essi e non subendole come vincoli. Il conflitto della normativa statale con quella territoriale, a volte l’aggressione alla riserva statale che viene dai territori è espressione di una incapacità culturale a realizzare un modello sostenibile”.

Stefano Saracchi (Direttore Centrale Organizzazione e Digital Transformation, ADM): “ Il Lotto è un esempio virtuoso di un concessionario che rappresenta oltre 25mila tabaccai sul territorio”

“Il regolatore non deve cercare il consenso sociale, ma la soluzione logica. La condivisione sociale importante per aziende e politica ha un valore soggettivo ma il regolatore deve trovare soluzioni ed interventi di sostegno per le aziende che siano condivise. Nel suo lavoro il regolatore cerca di comprendere le norme anche nel loro sviluppo sostenibile. I problemi principali delle piccole e medie imprese che si trovano ad avere confrontandosi con il territorio e con le sue norme e che hanno un grande impatto sulle imprese. La digitalizzazione ci aiuta a supportare le aziende a svilupparsi in maniera sostenibile per l’ambiente in cui opera. Mi ha colpito particolarmente la capacità di mettere a sistema un esigenza ambientale e sociale di governo del territorio. Dobbiamo tendere ad uno sviluppo imprenditoriale che sia quanto più vicino al cittadino. Dovremmo comprendere se è lo sviluppo che segue l’investimento o viceversa.

Il paper comprende un tema che difficilmente emerge: lo sviluppo infrastrutturale e tecnologico passa attraverso una grande risorsa che è la trasmissione dei dati.

Il paper afferma che i dati sono come il petrolio. I dati sono tutto, ma coniugare la sicurezza e la privacy anche delle piccole medie imprese è un tema importante perché ci aiuta a comprendere che uno sviluppo razionale deve passare anche per uno sviluppo sostenibile del trattamento dei dati. Una azienda più grande avrà una maggiore capacità di sviluppare e investire risorse per temi di questo tipo. Oggi il vero petrolio sono i dati ma vanno ben trattati e protetti.

Le grandi imprese devono aiutare le piccole imprese. Il Lotto è un esempio virtuoso di questo sistema perché rappresenta oggi oltre 25mila piccole imprese dislocate sul territorio che sono i tabaccai.

Le aziende che fanno investimenti non devono essere viste dall’Agenzia come controparte ma come partner verso il raggiungimento di questi obiettivi sociali comuni per un accompagnamento delle aziende verso processi fisiologici tipici di questo processo.

La macchinosità di collaborazione con gli enti territoriali da parte dello stesso regolatore per sviluppare un pensiero logico giuridico di alto spessore può essere un ostacolo ma è dovuta alla grande mole di lavoro che gli enti devono svolgere”.

“Il tema dell’inclusione è molto importante – ha affermato l’onorevole Maddalena Morgante di Fratelli d’Italia. “Usciamo da una crisi pandemica a cui si aggiunge un conflitto legato a Russia Ucraina e oggi ad Israele. Dobbiamo quindi ragionare su nuove strategie che facciano fronte alla povertà ma guardando anche al tema della denatalità in prospettiva futura pensando che avremo sempre più persone sole. Dall’altro lato, dobbiamo pensare che gli aiuti dovranno riguardare persone sole e fragile. Sulle pari opportunità dobbiamo fare in modo di ridurre le disuguaglianze dovute a reddito, aiutando le donne nel mondo del lavoro e tornare a credere alla bellezza della genitorialità per far fronte alla sfida democrafica”.

Michelangelo Suigo (External Relations, Communication & Sustainability Director INWIT) ha affermato: “La condivisione sociale per realizzare le strutture è più che necessaria, indispensabile. Il tema di questo evento ‘ESG – Valore Condiviso’ evidenzia come sia fondamentale lavorare su tutte e tre le dimensioni della sostenibilità. La parte della socialità è fondamentale. Lavoriamo in una logica di condivisione delle infrastrutture per condividerle con i player del mercato. Questo vuol dire creare efficienza e avere un business intrinsecamente sostenibile perché la condivisione porta a ridurre la produzione di CO2. Abbiamo lavorato nella riduzione del digital divide e questo porta a più inclusione sociale dei territori. Cerchiamo di usare le nostre infrastrutture per fare attività che abbiano un risvolto sociale, monitoraggio l’ambiente e il territorio nel quale sono installate le nostre torri con delle rilevazioni sia sull’inquinamento a testimonianza che la torre oltre a portare il 5G dove non c’è, aiuta il territorio per svolgere altre attività. Questo ci aiuta a cambiare il paradigma.

Credo che la condivisione e una maggiore coesione sia l’elemento fondamentale per sviluppare i principi di ESG. Dobbiamo contribuire a migliorare il pianeta per rendere il futuro dei nostri figli migliore” conclude.

A prender parte all’evento anche l’on. Giulio Centemero che ha inviato un messaggio: “Gli ESG sono sempre più presenti nella nostra vita. Nelle norme italiane abbiamo visto in varie parti l’inclusione dei principi di ESG, come quello della parità di genere, ma anche il mondo cattolico, nelle encicliche si accolgono questi temi. Anche per le aziende è importante per ragioni etiche rispettare i criteri ESG; per gli investimenti e il marketing. Ma è importante che le finalità vengano raggiunte senza strumentalizzare concetti più alti”.

Infrastrutture Wireless Italiane (INWIT), la principale Tower Company italiana, con oltre 23.000 torri dislocate capillarmente sul territorio nazionale. Environmental, Social e Governance sono

proprio i tre pillar alla base del Piano di Sostenibilità aziendale. Il modello di business delle Tower Company è intrinsecamente sostenibile, in quanto in grado di coniugare efficienza industriale, economica, sociale ed ambientale. In una logica di “Tower as a service”, infatti, le torri di INWIToltre ad essere a supporto degli operatori di telecomunicazione e della società, possono essere messe anche al servizio dell’ambiente, generando un contributo tangibile nel contrasto dell’inquinamento e nella tutela di ecosistemi e biodiversità. È con questa consapevolezza che INWIT ha dato il via a progetti in collaborazione con due tra le principali realtà ambientaliste: il WWF e Legambiente.

IGT ha elaborato delle misure per tagliare le emissioni di gas serra, per abbassare i consumi energetici (attraverso l’efficientamento degli uffici e degli impianti) e per minimizzare

la produzione di rifiuti e i consumi d’acqua (attraverso l’attenzione ai processi di produzione, consegna e utilizzo dei materiali). Per ridurre la sua impronta carbonica, ha iniziato a calcolare e a migliorare la rendicontazione delle sue emissioni dirette (Scope 1, in gergo), di quelle associate all’energia elettrica consumata (Scope 2) e a quelle indirette legate alla catena del valore (Scope 3). La società prevede di all’incirca dimezzare le sue emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai valori del 2019. Si è impegnata poi ad aumentare il consumo di elettricità generata da impianti rinnovabili, sia attraverso l’acquisto di energia “verde” garantita da appositi certificati di origine, sia installando sistemi rinnovabili per la produzione in loco. Parallelamente, investirà nell’efficientamento energetico degli edifici e dei processi e avvierà un percorso di elettrificazione

della flotta veicoli aziendale. IGT conta di raggiungere la neutralità carbonica – ovvero l’azzeramento netto delle emissioni – entro il 2030 attraverso la fornitura di elettricità da fonti rinnovabili, l’auto-consumo (ove possibile), l’efficientamento energetico degli edifici, l’utilizzo di materiali riciclati e l’elettrificazione del parco auto.

 

 

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