08 Settembre 2024 - 02:00

Ennesima procedura di infrazione comunitaria per l’Italia in materia di apparecchi senza vincita in denaro

Nel mondo degli apparecchi da gioco, e più in generale del gioco, le procedure di infrazione delle norme comunitarie sono eventi frequenti. La procedura d’infrazione – scrive l’avvocato Generoso Bloise

22 Luglio 2024

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Nel mondo degli apparecchi da gioco, e più in generale del gioco, le procedure di infrazione delle norme comunitarie sono eventi frequenti.

La procedura d’infrazione – scrive l’avvocato Generoso Bloise sulle pagine di PressGiochi MAG – costituisce uno strumento indispensabile per garantire il rispetto e l’effettività del diritto dell’Unione e si avvia quando la Commissione europea rileva la violazione di una norma UE, e procede all’invio di una “lettera di messa in mora”, concedendo allo Stato un termine di due mesi entro il quale presentare le proprie osservazioni.

La violazione contestata può consistere nella mancata attuazione di una norma europea oppure in una disposizione o in una pratica amministrativa nazionali che risultano con essa incompatibili: le conseguenze per la nazione che non si adegui nonostante l’infrazione sono numerose e possono sfociare in applicazione di sanzioni economiche a danno dello Stato membro che si applica per ogni giorno di ritardo nell’adeguamento.

La procedura d’infrazione è avviata nei confronti di uno Stato membro in quanto tale, senza che rilevi se l’autore della violazione sia un organo costituzionale, una giurisdizione, un ente territoriale o un soggetto di diritto privato controllato dallo Stato. Qualora lo Stato membro non risponda alla lettera di messa in mora nel termine indicato oppure fornisca alla Commissione risposte non soddisfacenti, quest’ultima può emettere un parere motivato con il quale cristallizza in fatto e in diritto l’inadempimento contestato e diffida lo Stato a porvi fine entro un dato termine.

In ordine di tempo l’ultima procedura, che prende l’avvio da una segnalazione di privati, ovvero da parte di un gruppo di operatori di apparecchi da gioco, riguarda gli apparecchi senza vincita in denaro.

La vicenda è nota ed è stata già oggetto di un approfondimento in questa rivista, il legislatore è intervenuto sugli apparecchi senza vincita in denaro rilanciando idee vecchie sbagliate, ovvero rafforzando la normativa previgente che imponeva una forma di certificazione degli apparecchi per l’ottenimento dei nulla osta di messa in esercizio.

Come si ricorderà la normativa prevede una serie di adeguamenti differenziati per le diverse categorie e data differenti per adempiervi.

In particolare la norma originaria prevedeva che entro strettissimi tempi fossero sottoposti a certificazione tutti gli apparecchi da gioco, anche quelli di tipo meccanici, normativamente inglobati nella categoria di cui al comma 7.

Il confronto tra l’Agenzia e gli operatori ha permesso di operare in modo più oculato rispetto alla iniziale impostazione, ad esempio prevedendo scadenze differenziate, proroghe e una sorta di esenzione di taluni apparecchi a fronte di un elenco aggiornato annualmente dall’ADM di apparecchi meccanici e comunque non sottoposti all’obbligo per le loro caratteristiche intrinseche (c.d. elenco AMEE).

Altri operatori reagirono invece alla (relativa) novità normativa, nel 2022, con una segnalazione finalizzata alla apertura di una procedura di infrazione contro lo stato italiano, oggi aperta formalmente.

Gli operatori segnalano che, alcune delle novità imposte agli operatori sono vere e proprie regole tecniche che prima di essere adottate ed imposte agli operatori avrebbero dovuto essere notificate in sede comunitaria ed inoltre che alcuni adempimenti sono eccessivi, inutilmente costosi e troppo complessi.

In particolare si lamenta che molti apparecchi furono prodotti da soggetti non più esistenti e che la documentazione da allegare dovrà essere creata dall’attuale proprietario che dovrà, anche formalmente, comportarsi da produttore (anche modificando i propri codici Ateco di attività) e soprattutto il fatto che saranno in concreto da certificare tutti gli apparecchi singolarmente e non in base a un modello prototipale.

È vero che i risultati ottenuti dagli operatori nel confronto con ADM non hanno risolto tutti i problemi, ma certo hanno avuto tempi più brevi e comunque utili per gli operatori.

Restano aperte alcune vicende e vigenti talune regole molto discutibili, come ad esempio la scadenza della proroga al 31/12/2024 sia per le sale giochi che per gli spettacoli viaggianti, che dovranno certificare tutti gli apparecchi fino ad oggi autocertificati, in particolare ci si riferisce agli apparecchi impiegati nello spettacolo viaggiante e alle ticket redemption.

Per quanto attiene agli apparecchi dello Spettacolo viaggiante sono stati inclusi dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) nel Decreto 18 maggio 2021, gli operatori specializzati ritengono che ADM non abbia competenza alcuna, essendo attrazioni e giochi dipendenti dal Ministero della Cultura e operanti sotto art. 69 del T.U.L.P.S., in merito non abbiamo timore di smentita (pur condividendo a livello personale le istanze degli operatori) nel dire che la competenza ADM sussiste e ha senso di esistere, quantomeno per controllare tutti quegli apparecchi, pur ricompresi nell’elencazione del Ministero della Cultura, che sono però veri e propri apparecchi da gioco e non attrazioni in senso proprio.

L’esenzione dai controlli di apparecchi identici a quelli da sala giochi per il sol fatto che sono ricompresi nell’elenco ministeriale dello spettacolo viaggiante legittimerebbe un’irragionevole doppio binario, foriero di una sostanziale discriminazione (l’ennesima) delle sale giochi.

Nel contesto qui descritto si osserva che mentre l’apertura della procedura arriva con i suoi tempi e quindi con una sua effettività marginale è indubbio che sia comunque una buona notizia per gli operatori.

Infatti, si deve notare che la materia è stata tanto sottovalutata dal legislatore e dall’attuale maggioranza da non essere stata ricompresa, in modo espresso e dettagliato, nella famosa delega fiscale sul riordino del settore; ora la apertura della procedura avrà il merito di costringere il Governo italiano ad affrontare con maggior attenzione la vicenda degli apparecchi senza vincita in denaro.

Per amore della materia non si può non sottolineare ancora una volta che la annosa e drammatica vicenda degli apparecchi senza vincita in denaro è emblematica della effettiva situazione della materia del gioco nella nostra sventurata nazione; dove si sommano la prevenzione verso la materia, la incompetenza del legislatore, la inadeguatezza dell’ADM e la mancanza di coraggio degli investitori.

La soluzione passa per scelte importanti e coraggiose, dalla voglia degli imprenditori di studiare ed elaborare linee di sviluppo del settore dell’intrattenimento in pubblico, anche mediante apparecchi più evoluti che sfruttino le immense possibilità fornite dalle nuove tecnologie, e che sappiamo, intorno ad un progetto complessivo e serio, presentare alla politica per avviare una stagione normativa moderna e competitiva in materia.

Certe regole sono figlie di una logica vecchia di oltre 20 anni, che ha portato a sottoporre il singolo apparecchio ad una certificazione che non garantisce nulla, se non il rispetto di alcune regole di repressione preventiva a fenomeni non più attuali, come quello della prevenzione del gioco d’azzardo degli anni 90 del secolo scorso: pericolo ormai solo teorico che fa di quelle regole un inutile appesantimento per le imprese.

Ma il vero problema e che per poter pretendere dallo Stato l’abbandono definitivo dell’approccio qui descritto è necessario che, come detto, sia il mondo imprenditoriale a proporre alla politica una visione diversa, coraggiosa e lungimirante, dimostrando che c’è uno spazio per divertirsi in pubblico in modo sano anche oggi, prevendendo regole intelligenti per rendere questa esperienza sicura e positiva.

Purtroppo sembra che anche gli operatori siano prigionieri di una visione poco illuminata del settore, come se non riuscissero a guardare a se stessi in un modo diverso da come sono stati additati per decenni, finendo per condurre giuste e fondate questioni che purtroppo, se si guarda ad un più lontano e potenziale futuro, hanno però il sapore di battaglie di retroguardia.

 

Generoso Bloise – PressGiochi MAG