“Nel 2022 andranno in scadenza le attuali concessioni per le cosiddette slot machine da bar, quelle ancora più temibili, che funzionano a banconote nelle sale dedicate, e per il gioco
“Nel 2022 andranno in scadenza le attuali concessioni per le cosiddette slot machine da bar, quelle ancora più temibili, che funzionano a banconote nelle sale dedicate, e per il gioco d’azzardo online. Nella legge di bilancio approdata al Senato, le gare per le nuove concessioni, che – per capirci – sarebbero valse dal 2022 al 2031, venivano anticipate inserendo a bilancio le somme ricavabili: 1,8 miliardi per 250.000 nuove slot machine, 58.000 VLT e, via via, per i punti di offerta di tali apparecchi e le piattaforme di gioco d’azzardo online. Al Parlamento è apparsa una sortita per determinare un fatto compiuto, perché – lo sappiamo – per togliere dalla legge di bilancio una misura, serve trovare la copertura prevista. Lei stesso, signor Presidente, ieri l’ha ricordato a proposito delle norme sulla canapa tessile e industriale, lo sottolineo, attese da tanti produttori”.
Lo ha dichiarato ieri in Aula al Senato il senatore Giovanni Endrizzi durante il voto di fiducia al Decreto fiscale.
“Questo – afferma – cozzava con il programma elettorale del MoVimento 5 Stelle, ma anche con le osservazioni del sottosegretario Baretta, che da anni ormai ha riconosciuto che l’azzardo è sfuggito di mano, nonché di notabili esponenti del Partito Democratico, che avevano firmato l’appello delle associazioni di tutela dei cittadini.
È stato davvero importante vedere come, alla fine, la tendenza si sia invertita. C’è stato un colpo d’ala ed è stato ridotto il volume di quelle concessioni (meno 65.000 slot machine rispetto all’esistente, meno 11.000 VLT e meno 20 per cento di concessioni per azzardo online) e sono stati inseriti prezzi minimi di base d’asta più elevati per ridurre l’eccessivo vantaggio per i concessionari. Sono stati tolti i vincoli che restringevano la concorrenza e invece ne sono stati posti per le multinazionali con sede legale nei paradisi fiscali. Ancora più importante è stato salvare i regolamenti comunali e le leggi regionali che, in assenza di adeguate protezioni a livello nazionale, reggevano da sole l’impatto di una massiccia offerta sui territori.
Di questo ringrazio la compagine di Governo, che ha saputo dare quel vigoroso colpo d’ala che abbiamo tutti auspicato ed è stata messa in cantiere una svolta che andrà adesso sostenuta negli anni a venire.
Nel decreto-legge fiscale abbiamo altre misure sulle slot machine e sulle VLT (questa volta su quelle in essere). Il decreto-legge dignità dello scorso anno aveva previsto, ad esempio, l’introduzione dell’uso tramite tessera sanitaria; altre disposizioni prevedono di sostituire il funzionamento tramite scheda elettronica dentro la macchina con una rete che consenta di gestire gli apparecchi da remoto, sotto il controllo più diretto dello Stato. Ebbene, l‘iter di adozione di queste innovazioni non è ancora concluso ed ecco dunque che diventava necessario prorogarne il termine.
Altra proroga riguarda le scommesse sportive e non, nonché le sale bingo (e parliamo di concessioni scadute). I bandi di gara sono stati già predisposti e attendono parere del Consiglio di Stato: per questo vengono prorogate, ma nell’iter di conversione del decreto-legge alla Camera si sono inseriti miglioramenti che danno maggior senso a tale proroga, che avevo auspicato, e un aumento delle somme richieste dallo Stato a chi intende continuare ad esercitare. Parliamo di attività già avviate, in forte espansione del mercato, se non addirittura preoccupante, come nel caso delle scommesse.
È pertanto legittimo e doveroso chiedere di ridurre l’eccessivo vantaggio per i concessionari e soprattutto che questa deroga sia sfruttata per adeguare i bandi, inserendo maggiori garanzie rispetto all’infiltrazione mafiosa, che riguardano la trasparenza della composizione azionaria e una maggiore responsabilità dei concessionari nel controllo della propria filiera distributiva e commerciale.
Oggi non sappiamo con le dovute precisione e trasparenza chi siano gli investitori, diretti o indiretti, nelle società concessionarie di servizi, peraltro tanto delicati. Potrebbero esserci politici – e questo aprirebbe seri dubbi di conflitto di interessi – o addirittura mafiosi, e allora si aprirebbe un altro scenario ancora più inquietante. A titolo di esempio, il fatto che le società riferibili al signor Corallo abbiano potuto mantenere le concessioni è uno scandalo che è stato sollevato del presidente Cantone in antimafia appena qualche mese fa.
Peraltro, quando, con una frequenza allarmante, magistratura e forze dell’ordine scoperchiano retrobottega illegali dietro concessionari regolari, questi si arroccano come parte lesa. Ecco, con questo disegno di legge vengono disposti maggiori obblighi di controllo e responsabilità per chi non ottemperi.
Su questa linea plaudo all’istituzione di un registro unico degli operatori del gioco d’azzardo pubblico, con precisi requisiti, il primo dei quali è l’iscrizione obbligatoria, sia per chi già esercita sia per eventuali nuovi operatori. Ed ancora: per banche e società che gestiscono pagamenti è previsto l’obbligo di bloccare i trasferimenti di denaro a soggetti che non siano in possesso di regolari titoli autorizzativi; fino ad ora avevano unicamente obbligo di segnalare, ma con queste misure vengono direttamente negati i trasferimenti. Viene poi istituito un fondo per finanziare operatori di agenti sotto copertura, per individuare e punire chi consenta l’azzardo ai minori e, in generale, l’esercizio illegale di offerta d’azzardo. Sono pochi 100.000 euro per finanziare questo fondo, ma consentono, per ora, una sperimentazione; poi si potrà intervenire con maggiori finanziamenti.
Ci sono dunque tante misure virtuose nel decreto-legge al nostro esame. Mi permetto di dire qualcosa anche rispetto a quanto potremmo osservare che manchi, come agenda per il futuro. Ad esempio, è stato disposto un aumento del prelievo fiscale, che dovrebbe essere armonizzato, unificando i diversi sistemi che oggi costituiscono una giungla difficilmente estricabile e che permettono con difficoltà una comparazione equitativa tra la pressione fiscale di un settore rispetto a un altro. Dovremmo riportare la fiscalità, con un piano organico, ad avere una funzione regolatrice del mercato, deprimendo e contrastando l’espansione preoccupante dei settori più pericolosi, come quello delle VLT o delle scommesse, in cima alle preferenze dei giovani minorenni, o dei bingo, che vanno a danno degli anziani, o dei “gratta e vinci”, la forma d’azzardo preferita dalle ragazze minorenni. Dovremmo utilizzare quindi la leva fiscale, riportandola a fini sociali, che giustificano la riserva statale in questo settore.
È necessario fare tutto ciò con un programma di riforma complessivo del settore, che riporti baricentro allo Stato e alle sue funzioni di tutela pubblica. Per questo è necessario porre un obiettivo preciso nel controllo della raccolta: se, da un lato, si guarda all’impoverimento delle famiglie come un indicatore preoccupante, dobbiamo pensare che è il volume complessivo delle puntate che ci dà il senso del tempo sottratto alla famiglia, all’accudimento dei figli, alle relazioni sociali e anche all’impegno sociale e – perché no – politico. Possiamo fare questo se includiamo in un tavolo di concertazione non solo i portatori d’interesse economico, ma anche la società civile, a tutela di tali interessi collettivi, cui talvolta la politica guarda, ma che fa fatica ad ascoltare”.
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