Il gioco illegale comporta, tra i maggiorenni, una spesa pro capite di oltre 1.800 euro a testa l’anno in Emilia Romagna. Lo comunica l’assessore alla sanità Sergio Venturi della Regione
Il gioco illegale comporta, tra i maggiorenni, una spesa pro capite di oltre 1.800 euro a testa l’anno in Emilia Romagna. Lo comunica l’assessore alla sanità Sergio Venturi della Regione spiegando che il consumo di gioco d’azzardo in rapporto al Pil vede in testa Rimini addirittura col 6%, ma non distanti sono Reggio Emilia (5,62%) e Modena, Parma e Ferrara (5%).
Solo le province di Forlì-Cesena, Bologna e Ravenna sono sotto il 4,5% del Pil, una cifra comunque importante, come ha sottolineato al question time l’assessore alla Sanità Sergio Venturi.
Interpellato dal Pd l’assessore ha ricordato che in Regione esistono già 40 punti di accoglienza e trattamento per i giocatori patologici, oltre ad una struttura residenziale (progetto “Pluto” a Reggio Emilia) dedicata specificamente all’accoglienza dei malati di gioco. Lo scorso anno i servizi hanno trattato circa 1.300 pazienti con dipendenza da gioco d’azzardo patologico.
Venturi ha rivendicato quanto fatto dalla Regione per combattere il gioco d’azzardo, dai corsi di formazione obbligatori per i gestori dei locali (42 corsi rivolti a 800 persone) alle vetrofanie “SlotFree” che vengono rilasciate su richieste dei Comuni a bar ed esercizi che rinunciano a tenere le macchinette. Troppo poco secondo il Movimento 5 stelle, che ha presentato nei giorni scorsi una propria proposta di legge da discutere in assemblea legislativa.
Ma qualcosa si sta muovendo anche con l’amministrazione Bonaccini: con un nuovo testo unico della legalità entreranno in vigore provvedimenti anti-usura e sarà negato il patrocinio ad eventi che pubblicizzino il gioco d’azzardo. Inoltre, ha ricordato ancora Venturi, un emendamento approvato nel bilancio regionale consente di destinare 150.000 euro a sostegno degli esercenti che dismettono le attività di gioco d’azzardo.
PressGiochi