Durante le frenetiche giornate all’ICE di Londra incontriamo l’avv. Stefano Sbordoni, un esperto internazionale di gaming che non manca mai l’appuntamento londinese. E non lo manca nemmeno quest’anno nonostante sia impegnato proprio in questi giorni con la campagna elettorale nel Lazio.
Durante le frenetiche giornate all’ICE di Londra incontriamo l’avv. Stefano Sbordoni, un esperto internazionale di gaming che non manca mai l’appuntamento londinese. E non lo manca nemmeno quest’anno nonostante sia impegnato proprio in questi giorni con la campagna elettorale nel Lazio.
Domenica e Lunedì prossimi, nel Lazio si rinnovano i consigli regionali. Tra i candidati della lista di Unione di centro troviamo anche il nome di Stefano Sbordoni.
Avv. Sbordoni cosa l’ha spinta a candidarsi?
“Si tratta di una lista congiunta tra UDC e Verde è Popolare sostenuta da Gianfranco Rotondi. Ho seguito il programma di Rotondi da tempo, lo condivido e quando si è concretizzata l’ipotesi di elezioni, ho accettato la proposta di candidarmi e correre per le regionali”.
Da esperto di gaming, sarà sicuramente interessato a seguire anche a livello politico il settore del gioco soprattutto dal punto di vista della normativa regionale più volte modificata proprio nell’ultimo anno…
“Assolutamente si. Se verrò eletto mi piacerebbe confrontarmi con coloro che l’hanno scritta proprio per capire le dinamiche che portano a scrivere normative – a mio parere – prive di logica. Il confronto diretto sarebbe molto più interessante rispetto al confronto tra parti opposte, che la mia esperienza mi ha portato ad avere finora”.
Nel frattempo le norme modificate a fine anno sono entrate in vigore. Come stanno reagendo il mercato e gli operatori?
“Ci sono stati vari tentativi di interlocuzione, richieste di chiarimento. Ma sono norme problematiche e di difficile interpretazione perché entrano nel tecnico e nello specifico delle attività. Quindi in caso regolamenti e non norme primarie come sono le leggi regionali. Un problema nazionale, che ha perfettamente descritto Sabino Cassese sul Corriere di lunedì. Questo gioco dove da un lato la Regione ha concesso qualcosa al settore, e dall’altro ha subito chiesto e tolto di più, è molto poco edificante. Se infatti ad agosto 2022 l’amministrazione regionale ha approvato l’annullamento della retroattività per l’applicazione del distanziometro previsto delle nuove norme della legge regionale sul gioco, subito dopo, quasi a pagamento di quanto concesso, sono state emanate delle normative secondarie ancora più restrittive”.
Passando dal locale all’internazionale, dall’ICE di Londra, la fiera b2b che mostra ogni anno come si sviluppa il mercato del gambling mondiale. Come le sembra quest’anno la fiera e ha trovato degli spunti interessanti per il mercato nazionale italiano?
“Qui chiaramente siamo nel cuore dell’attività di gaming sia terrestre che online nel mondo perché vengono rappresentati tutti gli operatori più importanti, chi in un modo chi nell’altro. Quello che noto è la reazione da post pandemia: torniamo verso un’attività piena e ovviamente quando c’è la spinta di reazione può essere anche estrema ma ci dà l’evidenza di come il mercato si muova e reagisca rapidamente”
Esport: come è la situazione nel panorama italiano? C’è la possibilità che a livello normativo qualcosa si muova?
“Le iniziative prese per ora non sono sfociate in alcun tipo di regolamentazione. Si cerca di vedere se la normativa esistente possa essere utilizzata per dare una regola agli esport ma è difficile. Ci vorrà un po’ più di dedizione e credo che gli esempi da altri paesi si possano prendere. Ci si deve lavorare”.
Cristina Doganini – PressGiochi
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