20 Gennaio 2025 - 14:05

EGBA su decreto giochi online: “Costo della concessione proibitivo, valutare conformità con diritto UE”

La European Gaming and Betting Association (EGBA) ha espresso le sue preoccupazioni sulla proposta del nuovo decreto italiano sul gioco online. Il decreto, approvato in Consiglio dei Ministri, introdurrebbe un

20 Dicembre 2023

La European Gaming and Betting Association (EGBA) ha espresso le sue preoccupazioni sulla proposta del nuovo decreto italiano sul gioco online.

Il decreto, approvato in Consiglio dei Ministri, introdurrebbe un significativo riassetto del settore, in particolare per quanto riguarda il costo dei canoni. Inoltre, la possibile introduzione di regimi di licenza e tariffe (quasi) proibitive solleva anche preoccupazioni sulla conformità con il diritto dell’UE, che secondo l’EGBA meriterà di essere preso in considerazione.

Nel dettaglio, recenti rapporti suggeriscono che il decreto fisserà un canone senza precedenti di 7 milioni di euro, superando di gran lunga quello di altri Stati membri dell’UE.

L’Associazione ritiene che un aumento così sostanziale del costo della licenza sia “ingiustificato”, in particolare se paragonato alle precedenti gare d’appalto del paese per le operazioni di gioco d’azzardo online. Il canone proposto rappresenta un aumento di 35 volte rispetto al canone di 200.000 euro del 2018 e triplica la precedente proposta delle autorità italiane di 2,5 milioni di euro, mai attuata.

Maarten Haijer, segretario generale dell’EGBA, ha commentato: “L’aumento proposto dei costi di licenza non ha eguali ed è inaudito, renderebbe l’Italia il paese più costoso in Europa per ottenere una licenza di gioco d’azzardo online. Insieme alle altre restrizioni nel mercato del gioco d’azzardo, come il divieto di pubblicità locale, questo aumento delle tariffe proposto renderà l’Italia un negozio chiuso per i nuovi operatori del mercato e porterà ad un esodo dei licenziatari esistenti”.

L’EGBA sottolinea che questo significativo aumento del canone avrà “gravi conseguenze”, poiché il canone elevato potrebbe scoraggiare i nuovi operatori sul mercato e probabilmente costringere i licenziatari esistenti, in particolare gli operatori più piccoli, a uscire dal mercato. La convinzione dell’associazione è che ciò porterebbe a un drastico taglio del numero di operatori autorizzati dagli attuali 91 a “soli” 15-20, contribuendo ad un aumento significativo delle dimensioni del mercato nero del gioco d’azzardo online del paese, con rischi intrinseci. per la tutela del giocatore.

“Ciò solleva anche preoccupazioni sul rispetto del diritto comunitario”, ha continuato Haijer. “Esortiamo il Consiglio dei ministri a riconsiderare la proposta, poiché renderà il problema del mercato nero del gioco d’azzardo online del paese ancora peggiore, non migliore”.

Nel frattempo, l’EGBA ha spiegato come il mercato nero del gioco d’azzardo online in Italia sia già uno dei più grandi d’Europa, valutato oltre 1 miliardo di euro all’anno, sottolineando che la proposta peggiorerà questa situazione, con “gravi implicazioni” per la protezione dei giocatori italiani.

L’organismo ha inoltre sottolineato che i ricavi attesi dalle licenze proposte, anche nello scenario più ottimistico, oscillano tra i 105 e i 140 milioni di euro per lo Stato italiano.

L’EGBA ha suggerito che l’attuazione dell’attuale proposta di gara inutilizzata di 2,5 milioni di euro, senza i fattori limitanti precedentemente suggeriti di 40 licenziatari e un meccanismo di asta, potrebbe produrre entrate fiscali simili o superiori senza danneggiare in modo significativo la competitività del mercato.

L’Associazione ha concluso: “L’obiettivo principale della regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia dovrebbe essere la protezione dei giocatori e la promozione di un ambiente di mercato equo e competitivo e, pertanto, l’EGBA invita urgentemente il Consiglio dei Ministri a riconsiderare la proposta di aumento punitivo dei canoni. Limitando la concorrenza solo a pochi operatori e rafforzando inavvertitamente le dimensioni del mercato nero, la proposta rischia di minare la protezione dei giocatori”.

PressGiochi

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