“Lo Stato da una parte vara legge n.3 del 2012, una sorta di procedura concorsuale che va in soccorso delle famiglie indebitate; dall’altra incrementa nella legge di stabilità le entrate
“Lo Stato da una parte vara legge n.3 del 2012, una sorta di procedura concorsuale che va in soccorso delle famiglie indebitate; dall’altra incrementa nella legge di stabilità le entrate derivanti dall’azzardo, una delle principali cause di indebitamento che induce nella povertà i soggetti più deboli, e riduce anche le disponibilità in favore delle fondazioni per prevenire l’usura”. A dichiararlo il Segretario nazionale della Consulta Nazionale Antisura Mons. Alberto D’Urso.
“La legge di stabilità sia per il Governo un appuntamento in cui segnare per il Paese un’inequivocabile inversione di rotta sull’azzardo: un taglio netto alla sua diffusione e alle conseguenze devastanti per l’economia e per il benessere dei cittadini”.
“Occorre parlare chiaramente – dichiarano in una nota il segretario della Consulta Nazionale
Antiusura “Giovanni Paolo” mons. Alberto D’Urso e l’ avv. Attilio Simeone, Coordinatore del “Cartello Insieme Contro l’Azzardo” – su cosa è il gioco d’azzardo, sulla sua inconciliabità con i princìpi etico-sociali dell’ordinamento costituzionale. I fatti confermano inoltre come l’economia dell’azzardo è largamente permeata dalla presenza della criminalità. E’ un business che non crea valore economico, ma lo brucia, spezzando legami
sociali e dissipando risparmio familiare”.
“Alla vigilia del deposito della legge di stabilità – aggiungono – ci pervengono ancora segnali contradditori: registriamo alcune aperture nel Governo a ridimensionare il fenomeno, ma non si sono dissipati i dubbi di nuove velleità di rilanciare il consumo di azzardo. Fondate obiezioni, per esempio, abbiamo circa la legalità dell’operazione detta impropriamente ‘sanatoria’ per le migliaia di centri scommesse che hanno operato in questi anni persino violando le norme scritte”. Naturalmente – concludono – “valutiamo i fatti: se e come verranno accolte le richieste che le associazioni hanno espresso nei mesi scorsi (divieto assoluto di pubblicità, stop a ogni nuova concessione e quindi riduzione dell’offerta, riconoscimento del potere degli enti locali e delle Regioni a regolamentare limitando le attività, disponibilità adeguata di terapia per le dipendenze da azzardo nel Sistema Sanitario
Nazionale). Attendiamo di conoscere il numero preciso delle autorizzazioni a commerciare azzardo: per quanto dovessero diminuire in quantità contribuiranno pur sempre ad limentare dipendenza, povertà e indebitamenti a usura”.
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