Il divieto di pubblicità al gioco d’azzardo noi lo abbiamo messo al primo posto perché questa pubblicità così pervasiva, ossessiva produce in moltissime persone uno scivolamento verso l’idea che con
Il divieto di pubblicità al gioco d’azzardo noi lo abbiamo messo al primo posto perché questa pubblicità così pervasiva, ossessiva produce in moltissime persone uno scivolamento verso l’idea che con l’azzardo ci si può sistemare nella vita.
Lo afferma Don Armando Zappolini, attuale presidente del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA), che aderisce alla Campagna Mettiamoci in gioco.
Come spiega a VaticanoNews: “Ovunque guardi la televisione, nello sport e in altre cose c’è questo continuo bombardamento e per noi questa è un’aggressione che persone più fragili non riescono a gestire. E’ il primo punto che abbiamo chiesto da sempre e abbiamo accolto con soddisfazione l’anno passato che il decreto Dignità lo prevedesse, anche se con questo anno di tempo per permettere la scadenza dei contratti già in vigore. Però io ero molto preoccupato, e con me anche gli altri della Campagna, perché davanti all’avvicinarsi di questa scadenza nessuna lobby, nessuna grande tv commerciale protestava.
Io penso da calcoli che abbiamo fatto, per esempio, Mediaset perderebbe 50, 60 milioni di pubblicità… Non sono cose da poco! Abbiamo capito dopo come mai stavano tutti zitti, perché l’Agcom stava preparando questa trappola che annullava in effetti la sostanza del provvedimento.
In effetti abbiamo già visto che i controlli sono già stati bypassati perché l’Agcom che è un’agenzia che dovrebbe controllare la democrazia e l’efficacia delle comunicazioni, in realtà ha preparato una prima comunicazione, che sta cercando di correggere con quella mandata ieri, nella quale in pratica svuota l’effetto del provvedimento.
Noi chiediamo che lo Stato tiri fuori una sua capacità di controllo e porti a compimento quanto ha scritto nella legge approvata dal parlamento l’anno scorso di divieto assoluto di pubblicità.
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