La riapertura delle attività del gioco pubblico in concessione, posticipata dal Decreto Riaperture al 1° luglio 2021, non tiene in considerazione i severi protocolli di prevenzione e di contrasto al
La riapertura delle attività del gioco pubblico in concessione, posticipata dal Decreto Riaperture al 1° luglio 2021, non tiene in considerazione i severi protocolli di prevenzione e di contrasto al Covid-19 adottati per la ripresa in sicurezza e l’inadeguato sostegno economico al settore del gioco legale e ai 150mila addetti della distribuzione specializzata, delle sale da gioco, bingo, slot e scommesse, tutt’ora sospesi e in regime di ammortizzatori sociali. Così, in un nuovo Avviso Comune rivolto al Governo ed alle istituzioni competenti, le Parti Sociali firmatarie della contrattazione nazionale di settore, le associazioni di rappresentanza di categoria Acadi Confcommercio, As.Tro Confindustria, Egp Fipe, Fiegl Confesercenti, Sistema Gioco Italia Confindustria e i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, stigmatizzano il cronoprogramma delle riapertura varato dall’Esecutivo che colloca in ultima posizione proprio il settore del gioco legale.
“Il Governo, assieme alle Giunte ed ai Consigli Regionali e delle Province autonome – rilanciano le Parti Sociali nel documento congiunto – mostri chiaramente l’intenzione di rinnovare la scelta di controllo pubblico sull’offerta di giochi a larga diffusione, come le scommesse, il bingo e gli apparecchi da intrattenimento, riconoscendo la validità dei protocolli di prevenzione di settore, consentendo la riapertura delle attività ed intervenendo concretamente a supporto della liquidità e della continuità delle imprese che conducono questi servizi pubblici, tutelando i relativi posti di lavoro”.
Le Parti sottolineano i “rilevanti effetti economici negativi fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria” con la chiusura e la “totale interruzione delle attività ad oggi per 11 mesi su 15 (da marzo 2020 a giugno 2021)” che hanno determinato “la cancellazione di oltre il 90% dei ricavi delle aziende attesi nel periodo, a fronte della permanenza di ingenti costi fissi per il mantenimento delle strutture di funzionamento delle concessioni”. “Il mancato prossimo riavvio delle attività, unito alla perdurante assenza di supporti alla continuità dei servizi di raccolta dei giochi regolamentati con la sicura crisi finanziaria di molte aziende di settore, in condizioni per di più di difficoltà di accesso al credito in mancanza di prospettive certe sulla continuità degli affidamenti – evidenziano – costituiscono un inevitabile presupposto al default progressivo di larga parte del sistema di raccolta controllata delle scommesse, del bingo e degli apparecchi da intrattenimento”.
Non da ultimo l’allarme sull’avanzata dell’illegalità nel settore con “evidenti segnali di una già esistente recrudescenza del gioco illegale e delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto delle imprese della distribuzione nel comparto, fortemente indebolite dal punto di vista finanziario”, situazione anche confermata dal “crescente numero di sequestri e sanzioni comminate dalle Autorità di polizia coordinate dal Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori presso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”.
“In assenza di questa chiara scelta politica – concludono le Parti Sociali – il Governo si prepari ad affrontare la restituzione di larga parte dei giochi in denaro all’economia sommersa ed alla criminalità organizzata, depauperando il patrimonio di esperienze aziendali, di professionalità di migliaia di lavoratori e di opportunità di tutela di milioni di consumatori”.
PressGiochi
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