26 Dicembre 2024 - 01:33

Dl Dignità: continua il taglia&cuci del Governo al settore dell’azzardo legale

Sono passati dieci giorni da quel 2 di luglio quando venne annunciato il decreto, ma del decreto definitivo ancora non c’è traccia. Ci sono, al contrario, un susseguirsi di bozze,

12 Luglio 2018

Sono passati dieci giorni da quel 2 di luglio quando venne annunciato il decreto, ma del decreto definitivo ancora non c’è traccia. Ci sono, al contrario, un susseguirsi di bozze, rincorse dalla stampa che lasciano intravedere come il Governo stia lavorando in maniera abbastanza confusa per trovare le risorse finanziare per gli interventi. Chiara dimostrazione, il fatto di proporre, dall’oggi al domani un nuovo aumento del preu per slot machine e videolottery, prima proposto al 0,50 ed ora allo 0,25. Altra dimostrazione, quella di dare disponibilità ad un tavolo di confronto con il settore, per rimangiarsi la parola, poche ore dopo.

Nelle ultime ore altre novità riguardano l’aumento delpreu agli apparecchi che dovrebbe entrare in vigore, non più al 1 maggio, come fatto sapere nella serata di ieri, ma sin dal 1 settembre. Le rispettive aliquote arriverebbero per le awp al 19,25% e per le vlt al 6,25% della raccolta, per poi passare rispettivamente al 19,5%  e al 6,5% sulle Vlt, a partire dal 1 maggio 2019.

 

Anche se il sottosegretario al lavoro, Claudio Dorigan, solo due giorni fa ai giornalisti aveva confermato che i lavori al testo erano conclusi e il provvedimento pronto alla pubblicazione in Gazzetta, le sorprese dal Governo del Cambiamento non sono mancate e sicuramente non mancheranno visto che ancora manca l’ok del Presidente della Repubblica e la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato (sigillo di regolarità contabile che attesta la copertura finanziaria dei provvedimenti normativi).

 

Gli oneri derivanti dall’articolo sugli apparecchi sono stimati in 147 milioni per il 2019 e 198 milioni dal 2020. Sono previsti 35 milioni per l’anno 2018, 6 milioni per l’anno 2019 e 34 milioni 2020, gli oneri derivanti dall’articolo 12 del decreto, che prevede l’abolizione del sistema dello Split Payment. L’incremento del Preu servirà anche a coprire parte degli oneri derivanti dalla modifica della disciplina dei contratti di lavoro a tempo determinato per 42,5 milioni di euro nel 2019, 2 milioni nel 2020 e 36 milioni a decorrere dal 2021.

 

Tuttavia, nel frattempo, il provvedimento non solo si è perso nel tragitto tra Palazzo Chigi e il Quirinale, passando per la Ragioneria dello Stato, ma nei prossimi giorni potrebbe essere esposto a una vera e propria guerriglia in parlamento.

Dove sta allora l’urgenza e la necessità che la Costituzione richiede per l’adozione da parte del Governo di un Decreto Legge? Si tratterà, in conclusione solo dell’ennesima mossa politico-propagandistica? Di Maio ha bisogno di uno strumento veloce e clamoroso per reggere la concorrenza aggressiva di Salvini. Ecco allora la necessità e l’urgenza del decreto legge. “Necessario” per dimostrare che il “Movimento” non si è dimenticato di alcune sue battaglie, “urgente” per stare al passo col suo esuberante alleato, vero dominus del governo giallo-verde.

 

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