Una proposta di legge composta di due soli articoli sta per essere presentata alla Camera dei Deputati. Semplice, schietta, chiede a deputati e senatori un “sì” o un “no”, anche
Una proposta di legge composta di due soli articoli sta per essere presentata alla Camera dei Deputati. Semplice, schietta, chiede a deputati e senatori un “sì” o un “no”, anche perché non comporta necessità di copertura finanziaria.
Due articoli che mettono nero su bianco le richieste di tanti cittadini, movimenti, associazioni, parlamentari che in questi mesi non si sono rassegnati alle mezze parole e alle mezze verità, e non hanno conferito deleghe in bianco al tecnico di turno. Due articoli – come riporta Vita.it – compongono una proposta di legge che verrà presentata nei prossimi alla Camera dagli onorevoli Lorenzo Basso (PD), Stefano Quaranta (SEL), Mario Sberna (Scelta Civica) e Rosanna Scopelliti (PDL), tra i promotori dell’intergruppo parlamentare contro il gioco d’azzardo.
La proposta di legge si propone di introdurre il divieto totale di pubblicità disciplinando le relative sanzioni. “Un passo che non ne preclude altri”. osserva Lorenzo Basso, “ma che mette un punto fermo”. Sulla pubblicità – prosegue Basso – “siamo in tanti a dire ‘no’ e i cittadini aspettano una risposta”.
Proposta di legge
Divieto di pubblicità per i giochi con vincite in denaro
Art. 1 (Divieto)
La presente proposta di legge – spiegano i firmatari della proposta – si propone dunque di incidere su uno degli aspetti più controversi del settore dell’azzardo: la pubblicità. E mira ad introdurre quel divieto assoluto, su cui tante convergenze già si sono realizzate in questo Parlamento e che diverse proposte di legge hanno provato ad introdurre, andandosi però a scontrare con problemi di varia natura, fra cui la mancanza di copertura finanziaria. Per evitare questo tipo di ostacoli la presente proposta di legge volutamente interviene solo per introdurre il divieto di pubblicità e per disciplinare le relative sanzioni, tralasciando di inserire altre pur meritevoli novità in materia di azzardo. Il principio di fondo è semplice: se il gioco d’azzardo può diventare malattia internazionalmente riconosciuta e comporta costi sociosanitari altissimi a carico della collettività, in cosa si distingue dai prodotti derivati dal tabacco per i quali già la legge n. 165 del 10 aprile 1962 disponeva il divieto di pubblicità? Quale ragione vieta di promuovere il fumo mentre permette di far precedere eventi sportivi seguitissimi come i mondiali da una successione ininterrotta di spot pubblicitari di giochi e scommesse? Una ragione semplicemente non c’è e, siccome nessuno mai penserebbe di tornare a consentire la pubblicità dei tabacchi, è davvero ormai tempo di introdurre il divieto di pubblicità per il gioco d’azzardo.
Il fallimento del tentativo di riordino globale della materia tentato dal sottosegretario Baretta – scrivono i promotori della norma – “dimostra come sia fondamentale rilanciare una strategia di piccoli passi, singoli interventi contenuti per dimensione ma determinanti per effetto”.
Senza rinunciare “a sostenere la più completa e generale PdL già approvata dalla Commissione Affari Sociali della Camera”, osservano Basso, Sberna, Scopelliti e Quaranta, “questa nuova proposta mira ad introdurre subito quel divieto assoluto della pubblicità su cui oggi si sono espressi quasi tutti i gruppi politici e il governo”.
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