26 Dicembre 2024 - 01:26

Divieto pubblicità: la legge non può nulla contro i giocatori incalliti

Il decreto di legge ‘Dignità’ che sta per essere varato dal Governo prevede una messa al bando pressoché totale della pubblicità relativa al gioco d’azzardo. Un azione legislativa mancante di

17 Luglio 2018

Il decreto di legge ‘Dignità’ che sta per essere varato dal Governo prevede una messa al bando pressoché totale della pubblicità relativa al gioco d’azzardo. Un azione legislativa mancante di una visione completa dell’animo umano che, come la psicoanalisi insegna, contiene una componente autodistruttiva ineliminabile, una zona grigia refrattaria alla legge.

 

Quando si parla di dipendenza patologica dal gioco- scrive lo psicologo e psicoterapeuta Maurizio Montanari    – si fa riferimento ad un fenomeno interessato da una rapida e capillare diffusione, specie dopo la crisi economica e lavorativa fotografata sin dal primo Rapporto Osservasalute del 2012. Perdita del lavoro e precarietà hanno favorito un aumento esponenziale dell’affido della propria sorte alle slot machines, parallelo ad un incremento di spirali depressive, istinti suicidari, utilizzo di psicofarmaci. E’ infatti proprio di ogni periodo di crisi industriale-lavorativa il diffondersi nella società di questi rimedi effimeri che offrono una illusoria e a volte letale scappatoia dal cul de sac nel quale una generazione intera è finita .

 

Un governo che sposi una line ‘no slot’ intransigente ha qualche possibilità di riuscire nel suo intento, quello cioè di salvaguardare l’incolumità psico -fisica dei cittadini? La risposta è si.

Il legislatore ha il dovere di limitare il più possibile la pubblicità di quei luoghi che promettono facili ricchezze al prezzo di alcune banconote, oscurando agli occhi di una generazione precaria il facile accesso a strumenti distruttivi, forieri di impoverimento economico e degradamento morale. In tal senso una legge che metta al bando la pubblicità dell’azzardo può incidere efficacemente sulla salvaguardia del legame sociale.
Per contro lo Stato non può porre alcun freno a condotte individuali che non sono rifugi per vite sberciate o disperate, bensì’ scelte esistenziali lucide e consapevoli, quali quelle dei giocatori incalliti, che fanno dell’azzardo la passione alla quale votarsi integralmente.

 

La Legge, se applicata con un’esclusiva modalità censoria, non può nulla contro quello che la psicoanalisi chiama ‘godimento’.

Quando questa è portatrice di divieti sordi e totalizzanti, crea le condizioni per il proliferare di zone grigie e delocalizzate ai margini della città, nei quali queste anime dostoevskiane ricercano momenti di sospensione dalla realtà, liberi da una legge che avvertono come asfissiante ed inibente.

Occorre dunque operare una differenza tra coloro i quali cadono nelle maglie spira del gioco ma al contempo offrono spiragli di uscita e guarigione, e chi invece fa dell’azzardo un elemento strutturale del proprio essere. I secondi sono ovviamente una esigua minoranza, ma esistono. A tale scopo dobbiamo utilizzare alcuni elementi di clinica, utili a comprendere la fenomenologia e la struttura dei cosiddetti “inguaribili”, per i quali qualsiasi approccio di tipo “disintossicante” ha dato esito negativo. Uno tra questi è il concetto di perversione nell’accezione che ne da Lacan, intesa come’obbedienza ad un’altra legge.
Il giocatore incallito dice in seduta : ‘Giocare per me è meglio della vita. La vita è una preparazione al gioco. Il gioco è la vita’, estraendo dal suo discorso quell’elemento irriducibile, sinthomaticio,  che non richiede alcuna interpretazione, ma solo una gestione.
Proibizione e sanzione sono elementi centrali nella vita di questi individui. Essi fuggono la legge che castra e proibisce, ma sono irrimediabilmente attratti da tutte quelle zone sottoposte a veto sociale. Sapere che su quel tavolo verde incombe un interdetto, lo rende ai loro occhi drammaticamente appetibile.

 

E’ dunque vero che la limitazione ex lege della pubblicità di mondi , reali e virtuali, ove l’azzardo soppiantala legge trascinando molti nel gorgo dell’isolamento e della miseria, può esser efficace. Tuttavia la lezione del proibizionismo ha insegnato che un azione legislativa radicalmente asfissiante, aumenta e dilata i confini di quelle zone opache ove costoro trovano rifugio. Sono proprio questi mondi che l’analista conosce dai racconti dei pazienti ludopatici. 

PressGiochi