24 Novembre 2024 - 10:25

Divieto di scommesse sui campionati minori: così la criminalità incrementerà il proprio business

“La Commissione Antimafia lavora ad un testo da presentare alla ripresa dei lavori parlamentari che potrebbe prevedere il divieto ai bookmaker di quotare campionati di calcio che non siano Serie

06 Luglio 2017

“La Commissione Antimafia lavora ad un testo da presentare alla ripresa dei lavori parlamentari che potrebbe prevedere il divieto ai bookmaker di quotare campionati di calcio che non siano Serie A e B.

Secondo la Commissione, – afferma l’avvocato Chiara Sambaldi – per le organizzazioni criminali è fin troppo facile alterare le partite dei campionati minori, considerati i guadagni esigui degli atleti e le prospettive di guadagno altissime che fornisce il sistema delle scommesse.

 

Mentre, quindi, il Legislatore stenta ad avviare iniziative che recepiscano gli indirizzi contenuti nella Relazione del X Comitato della Commissione Antimafia, sulle infiltrazione nel gioco lecito ed illecito, approvata circa un anno fa, anche al fine di rafforzare il sistema sanzionatorio (ritenuto inadeguato) ed il potere di intervento delle Autorità deputate alla repressione dei fenomeni illeciti nel settore dei giochi e delle scommesse, altre proposte di intervento vengono elaborate in seno alla Commissione.

 

Tra di esse, quella di vietare la quotazione delle partite delle serie minori presenta criticità evidenti agli occhi degli addetti ai lavori e alla luce dell’evoluzione storica e giuridica del sistema di raccolta delle scommesse sportive nel nostro ordinamento.

 

Verrebbe, infatti, compiuto un grande passo indietro, con il ritorno ad un passato, non troppo remoto, in cui gli eventi, anche “minori”, non “offerti” dalla rete legale dei concessionari dello Stato, rappresentavano il “motivo” che spingeva una fetta non trascurabile di utenti-scommettitori verso le reti parallele di raccolta scommesse non autorizzate dai Monopoli di Stato che, così, incrementavano il proprio business in assenza di controllo statale.

 

È stata proprio la “liberalizzazione del prodotto” all’interno del sistema concessorio e regolato che ha caratterizzato l’evoluzione dell’ultimo decennio di questo segmento del mercato ed ha avvicinato sempre più il “prodotto scommessa legale” al “prodotto scommessa non legale” così riducendo le differenze esistenti tra le due offerte.

 

I limiti insiti nella capacità repressiva dei fenomeni illeciti, evidenziati anche nella Relazione del X  Comitato della Commissione Antimafia, hanno, infatti, condizionato le scelte politiche e tecniche compiute nel settore del betting sportivo che nasce, va ricordato, per contrastare il “Totonero”.

 

Ebbene – continua l’avvocato – in una fase in cui le “reti parallele” non autorizzate sono ancora vive e vegete, nonostante le due “sanatorie” (regolarizzazione fiscale per emersione di cui alle Leggi di Stabilità per il 2015 ed il 2016) e seppur anch’esse adattatesi ai mutamenti regolatori, la proposta della Commissione antimafia rappresenterebbe per esse, paradossalmente, una rinnovata soluzione di business.

 

Se è certamente vero che non tutte le reti non autorizzate di raccolta di scommesse sono state attenzionate da infiltrazioni criminali, sono certo significative alcune operazioni delle direzioni distrettuali antimafia, che hanno fatto emergere l’indubbio interesse della criminalità organizzata per sistemi di raccolta che si caratterizzano per il fatto di sottrarsi ai controlli delle autorità nazionali, oltre che al monitoraggio svolto dai Monopoli di Stato, per prevenire i fenomeni di frode e di combine, ovvero quei fenomeni che, negli intendimenti della Commissione, si vorrebbe contrastare e contenere.

 

Nella misura in cui la rete di raccolta dei concessionari è monitorata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con l’attivazione di procedure che consentono di interrompere immediatamente l’accettazione di scommesse su avvenimenti sportivi rispetto ai quali vi siano sospetti di frode, le reti non autorizzate vanno esenti da controlli e rappresentano, inevitabilmente, il veicolo privilegiato attraverso il quale far transitare i flussi di puntate effettuate su eventi combinati.

 

Risulta, quindi, opportuno – conclude l’avvocato Sambaldi – un maggior approfondimento e la consapevolezza e conoscenza dell’evoluzione del settore e delle sue criticità per l’adozione di soluzioni effettivamente incidenti su fenomeni che rappresentano un serio pericolo per la tutela di tutti gli interessi pubblici preminenti coinvolti”.

 

 

“Italia in Gioco”: nasce l’Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie

 

Il Gioco e le infiltrazioni criminali. Di Chiara Sambaldi

 

 

 

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