Come prevedibile in queste ore c’è stata una grande attenzione mediatica per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del divieto di pubblicità sull’azzardo sulle televisioni generaliste, articoli su giornali nazionali oltre
Come prevedibile in queste ore c’è stata una grande attenzione mediatica per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del divieto di pubblicità sull’azzardo sulle televisioni generaliste, articoli su giornali nazionali oltre le riviste specializzate, pioggia di tweet e commenti di diverso genere. Come detto, tutto atteso, in quanto il decreto era previsto dalla legge di stabilità, la discussione politica sull’argomento era in atto da tempo e la televisione (ancora) resiste nell’immaginario collettivo come arena privilegiata dove la società contemporanea pretende di “specchiare” se stessa. Un’azione statale di divieto riguardo “l’odiato” azzardo sulla televisione dunque, sembra (ancora) qualcosa di importante, qualcosa di “grosso”.
In realtà, come ammettono gli stessi analisti, questo decreto cambia, ma non stravolge le carte in tavola e soprattutto scalfisce solo la superficie di un settore che chiede a gran voce cambiamenti in materia di normative. Quindi se da una parte colpisce l’attenzione verso il divieto di pubblicità, dall’altra colpisce la disattenzione generale verso i “reali” bisogni del “mondo gioco”. Per fare un esempio semplice, il continuo ritardo “burocratico” nell’accordo Stato/Regioni a livello nazionale non è stato ignorato, ma certamente a tastare “idealmente” il polso dell’opinione pubblica è caduto con una certa disinvoltura nel silenzio quando è evidente che quella era una partita di cruciale importanza per definire concretamente le linee di azione in materia di normative, un esempio questo che ovviamente è solo la punta dell’iceberg di quello che potrebbe (e dovrebbe) essere fatto.
Nel film capolavoro di Ingrid Bergmam, “Scene da un Matrimonio”, c’è un capitolo intitolato “Come mettere la polvere sotto il tappeto”, che racconta come nella vita di coppia è necessario nascondere i problemi per sopravvivere. Questo “rumore” per il decreto sulla pubblicità sembra agire nello stesso modo, sembra essere un’azione politica volta a “nascondere” i reali problemi, come a dire “qualcosa contro l’azzardo è stata fatta”, ma non cambia realmente la vera relazione tra società civile e gioco.
Una relazione che probabilmente continuerà ad essere “sbagliata”, o perlomeno “difficile” fino a quando non verrà ridisegnata la percezione stessa del gioco, la cultura del gioco. Ovviamente queste sono opinioni, sensazioni, perché il polso dell’opinione pubblica si può testare realmente, seriamente, solo con ricerche specifiche, ma “nascondere la polvere sotto il tappeto” sicuramente può solo rimandare un problema, non risolverlo.
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il divieto di pubblicità sull’azzardo nelle tv “generaliste”
PressGiochi