Il settore dei giochi attende da tempo un intervento di riordino da parte del legislatore che possa risolvere la frammentarietà che contraddistingue il quadro regolatorio multilivello cui è soggetto. Dopo
Il settore dei giochi attende da tempo un intervento di riordino da parte del legislatore che possa risolvere la frammentarietà che contraddistingue il quadro regolatorio multilivello cui è soggetto. Dopo i diversi tentativi delle passate legislature, l’articolo 13 del disegno di legge di delega al Governo per la riforma fiscale, attualmente all’attenzione della Commissione Finanze della Camera dei deputati, potrebbe rappresentare l’occasione per l’introduzione di una disciplina omogenea a livello nazionale.
Nuove Reti ha tenuto oggi a Roma un momento di confronto tra i rappresentati istituzionali, il soggetto regolatore e gli operatori del settore per offrire degli utili spunti di riflessione in vista della riforma complessiva del gioco pubblico.
Presenti all’evento l’on Andrea De Bertoldi di FdI, l’on. Luciano D’Alfonso del Pd, Luca Turchi della direzione Giochi di ADM, Massimiliano Pucci di Astro e Emilio Zamparelli di STS FIT.
Ad aprire i lavori il messaggio di Giuliano Frosini di IGT che ha detto: “È importante continuare a discutere di gioco, del suo riordino anche per fornire spunti di riflessione per una buona riforma. Se oggi il settore riesce a garantire la sua ricchezza e i suoi numeri è soprattutto grazie alla sua regolazione che è stata lo strumento essenziale per garantire legalità, sicurezza e gettito in tutti questi anni. La politica deve smettere di ritenere che questa industria sia radioattiva. Abbiamo avuto una fase politica negli ultimi dieci anni dettata dalla demagogia: oggi abbiamo un governo che ha la statura e la struttura per prendere quelle decisioni importanti per impegnarsi insieme alla filiera a costruire un mercato del gioco che sia ritenuto dignitoso”.
“La delega fiscale – afferma Pucci – servirà a mantenere equilibrio tra lotta all’illegalità e sicurezza. In questi anni si è creata una frattura tra il settore e i territori. Recuperare questo rapporto è nell’interesse dello Stato per tutelare le potenzialità del settore e garantire la lotta al gioco illegale. Nel momento in cui avremo risolto questi problemi dovremo capire che alcuni temi non si superano senza il contributo del settore. Se ci date la possibilità di intervenire il loco sul tema del gioco d’azzardo patologico potremo risolvere molti problemi con il contributo delle imprese che sono sul terrotiorio e a contatto con gli utenti. Ad esempio non abbiamo il potere di allontanare un giocatore patologico dalle sale. L’operatore può, invece, rappresentare uno strumento importante nella tutela del giocatore.
Abbiamo sentito il direttore ADM Roberto Alesse chiedere in Commissione finanze alla Camera il riconoscimento della filiera del gioco. Il settore oggi è maturo e concentrato. È il momento di riconoscere la filiera caratterizzata da concessionari che stanno a Roma mentre gli operatori sono sul territorio. Questo è il momento per il settore di abbandonare lo spirito radioattivo che lo affligge e sarà possibile farlo solo con l’aiuto della politica.”
Ad intervenire anche Emilio Zamparelli che ha detto: “Il settore necessita di certezze, un quadro regolatorio chiaro. Le leggi regionali sono state molto superficialie non hanno raggiunto l’obiettivo di tutela del giocatore ma anzi hanno danneggiato le imprese. Negli ultimi tempi ho sentito parlare poco di illegalità e tanto di salute pubblica. Si dimentica che solo l’offerta legale garantisce la salute pubblica. Abbiamo negli anni visto la legalizzazione di prodotti di gioco che in passato erano gestiti dalla criminalità, pensiamo alle scommesse sportive o alle vlt che hanno legalizzato i videopoker.
Nell’ultimo decennio si è parlato solo di lotta alla ludopatia: sacrosanta. Ma i provvedimenti locali hanno solo danneggiato il settore.
Credete davvero che in quei luoghi dove il gioco è stato bandito i giocatori abbiano smesso di giocare? No.
Durante la pandemia il gioco fisico è restato chiuso, questo ha spostato la domanda sull’online e sulla rete illegale. Avere una rete di operatori formati sulle patologie aiuterà a affrontare il problema. Ma distanziometri e fasce orarie non sono stati risolutivi. Nessuno ha fatto un rapporto sui risultati raggiunti. Abbiamo bisogno di un riordino coraggioso che se farà il bene del settore tutelerà anche direttamente il giocatore. Non possiamo creare dei ghetti. Sono fondamentali le reti generaliste perché il giocatore problematico non ha difficoltà ad allontanarsi per giocare. Serve un atto di coraggio” ha concluso.
Luca Turchi della direzione giochi ADM ha spiegato: “Nel tempo il regolatore ha avuto una capacità di regolazione facendo attenzione a coinvolgere tutti gli stakeholders del settore del gioco. E’ importante che il sistema organizzativo basato sul regime concessorio autorizzatorio venga confermato dalla delega fiscale. La regolazione funziona anche se c’è un perfetto equilibro tra quello che noi vogliamo andare a regolare. Ricordiamo che l’elemento cardine del sistema è la tutela del giocatore che si può esplicare in varie forme. Parliamo di tutti i giocatori non solo dei problematici. Tutela del giocatore significa avere un’amministrazione che ha una capacità tecnica di garantire che tutto il mondo del gioco venga realizzato nelle modalità previste dalle norme. E’ un compito difficile, la storia ci ha insegnato tanto. Abbiamo avuto una fase negli anni duemila nella quale il settore ha vissuto una svolta, con l’introduzione delle scommesse legali, i concessionari del betting, si è ampliato notevolmente anche il mercato delle scommesse ippiche. Poi sono stati regolati gli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro, ma guardare al passano non è la chiave di volta.
Venti anni fa il mercato era un decimo di quello che è oggi, sicuramente la porzione dell’illegalità era molto grande. Ma secondo il mio parere nel mondo del gioco dobbiamo guardare al futuro cercando di rafforzare la tutela del giocatore e la certezza delle regole. Negli ultimi anni una sovrapposizione di norme, specie a livello locale, non ha permesso di dare agli operatori la possibilità di guardare al futuro. Ridurre questo problema è fondamentale anche nella fase di regolazione.
La tutela del settore va realizzata anche cercando di evitare la ghettizzazione dell’offerta. L’equilibrio è fondamentale anche sul fronte della ripartizione ordinata dei punti vendita. Forse il ridimensionamento ancora non è stato completato, va ancora portato avanti, ma queste sono valutazioni che verranno fatte nei tavoli opportuni.
Per il giocatore una certezza arriva anche dai controlli alle irregolarità nel settore del gioco, che significano sia sul fronte dell’illegale tout court, sia sulle irregolarità del mercato legale. Il mondo del gioco muove grandi interessi economici, con 146 miliardi di raccolta e l’85% che torna indietro sottoforma di vincite ai giocatori, un mercato grandissimo. Benvengano nella Delega quelle indicazioni di legge volte a favorire un maggior controllo degli operatori di gioco. La maggior tutela del giocatore si esplica attraverso la lotta all’illiegalità.
La collaborazione con la Guardia di finanza stipulato recentemente sta aiutando per risolvere i casi di illegalità e irregolarità presenti anche nella rete legale” ha concluso Turchi.
L’on. D’Alfonso Pd ha affermato: “La legge delega è la via di uscita per trattare il tema del gioco, sia sul fronte temporale, permettendo tempi più lunghi di una legge e poi perché permette di indicare le regole generali e di indirizzo che saranno seguite dai decreti delegati. Il gioco vale 14 mld di euro. Dobbiamo fare in modo che il settore non danneggi le persone, collocando i punti di gioco lontani dai luoghi sensibili e lavorando anche sugli orari. Serve più precisione nelle competenze. La tecnologia va sfruttata per raggiungere gli obiettivi di tutela anche sul punto di controllo del denaro.
Deve essere migliorata anche l’intermediazione finanziaria: le banche non possono rappresentare un ostacolo. L’investitore privato deve essere soddisfatto, le casse dello Stato arricchirsi e il cittadino tutelato. Nella amministrazione di riferimento vedo stagioni di gigantismo. Serve linearità nella norma primaria così come nell’applicazione delle norme da parte dell’agenzia che non deve essere prepotente. Serve una sana compromissione collaborativa”.
De Bertoldi per FdI ha aggiunto: “Se saremo in grado tutti insieme di superare il pregiudizio che aleggia sul gioco potremmo davvero fare la differenza. Nella delega devono trovare spazio quei temi che da troppo tempo attendono risposte. Occorre superare il tema del rapporto tra stato ed enti locali. La compartecipazione alle entrate dai giochi con gli enti potrebbe essere una via per superare il problema, per questo l’ho proposta in uno degli emendamenti a mia firma presentati alla Delega fiscale. Serve poi armonizzare il prelievo tra i vari giochi. Infine, il tutela della ludopatia e la lotta all’illegalità. Serve condivisione tra le parti che devono minimizzare i costi sociali e garantire nei limiti le entrate erariali. Anche l’operatore potrà guadagnare solo se il suo lavoro non verrà vissuto come dannoso.
La legge delega da indicazioni per indirizzare e arrivare a questi traguardi”.
PressGiochi
L | M | M | G | V | S | D |
---|---|---|---|---|---|---|
28
|
1
|
2
|
3
|
|||
4
|
7
|
8
|
9
|
10
|
||
15
|
16
|
17
|
||||
18
|
19
|
20
|
21
|
22
|
23
|
|
30
|
1
|