La Commissione (VI) Finanze della Camera dei deputati e 6ª Finanze e tesoro del Senato della Repubblica si sono riunite oggi per l’audizione del Vice Ministro dell’Economia e delle finanze,
La Commissione (VI) Finanze della Camera dei deputati e 6ª Finanze e tesoro del Senato della Repubblica si sono riunite oggi per l’audizione del Vice Ministro dell’Economia e delle finanze, Maurizio Leo, sulle tematiche relative alla riforma fiscale.
Il Vice Ministro dell’Economia e delle finanze, Maurizio Leo, ha dichiarato che la delega è strutturata in quattro parti. Nella prima parte abbiamo i cosiddetti principi generali, nazionali ed internazionali. Si interviene, inoltre, sullo Statuto del contribuente.
I principi nazionali, ha detto, riguardano la certezza del diritto (con una serie di regole più semplici ed accessibili, lotta ad evasione ed elusione fiscale). Ci si occuperà, inoltre, della fiscalità internazionale, rispettando quelli che sono gli orientamenti della normativa europea e delle pronunce della Corte di giustizia. Altro elemento di cui ci si occuperà e la residenza, sia delle persone fisiche che giuridiche. Nei principi generali si farà riferimento anche alla facilitazione all’accesso nel nostro Paese, con una fiscalità molto più comoda per le imprese italiane che si sono spostate all’estero oppure le imprese estere che vengono nel nostro paese.
Per quanto concerne la parte sui tributi, ha detto che si svilupperanno interventi sui singoli tributi (diretti e indiretti), senza dimenticare segmenti come le dogane, le accise, i giochi. Per quanto concerne le imposte dirette il primo intervento sarà sull’Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF). Un’imposta che presenta una serie di criticità e lacune. In questo ambito si lavorerà sulle diverse categorie reddituali (redditi agrari e fondiari ad esempio). Settori che hanno una loro disciplina civilistica ma non fiscale adeguata. Si vorrebbe, ha detto, introdurre una cedolare secca anche sugli immobili non abitativi e quindi commerciali.
Ha dichiarato inoltre che verrà rivista la tassazione dei redditi finanziari, creando un’unica categoria che includa tutti i tipi di redditi finanziari.
Si interverrà, ha detto, sul lavoro autonomo, per ridisegnare il meccanismo per l’applicazione di una ritenuta più bassa, tenendo conto del fatto che spesso i lavoratori autonomi si avvalgono di dipendenti e collaboratori e quindi non ha senso l’applicazione di una ritenuta del 20%. Si ragionerà sul riallineamento del meccanismo di deducibilità degli immobili, anche con meccanismi di riaggregazione con la possibilità di conferire ad uno studio professionale con assoggettamento ad imposizione delle potenziali plusvalenze.
Ha detto che si lavorerà sulle imprese minori, attraverso l’introduzione dell’IRI, con un meccanismo analogo a quello che oggi si applica sulle società di capitale. Si interverrà sui redditi diversi, per stabilizzare la cosiddetta rivalutazione delle partecipazioni e dei terreni. Questi andranno poi a confluire sul reddito complessivo. Dal reddito complessivo si dovranno togliere le deduzioni, oggi abbiamo 43 deduzioni, occorre fare una potatura. Verranno poi fatti degli interventi già dal 2024 per arrivare a 3 scaglioni invece che i 4 attuali, e per arrivare alle 3 aliquote.
Occorre incidere, ha detto, anche sulle detrazioni, visto che ne abbiamo 47. La voce più rilevante riguarda i crediti di imposta. Oggi abbiamo 227 crediti di imposta, che cubano circa 36 miliardi. Su questi si può intervenire per pulire e risparmiare risorse.
Sull’IRES ha detto che ci sono degli interventi mirati alla riduzione del carico, a condizione che l’utile detassato venga finalizzato o a interventi per l’occupazione o per gli investimenti. Si lavorerà per riallineare gli asset civilistici con quelli fiscali, consentendo di portare su il valore dell’asset pagando una imposta sostitutiva e razionalizzando.
Inoltre, ha detto che si lavora sugli interessi passivi. Oggi essi sono deducibili per la parte che eccede il 30% del rendimento operativo lordo, mentre per altri soggetti si può dedurre tutto. Occorre anche su questo portare ordine. Sulle perdite di impresa ha detto che occorre permettere di apportare solamente quando c’è bisogno da parte della consolidante, altrimenti si complica il tutto. Si interverrà sull’IVA, in quanto su di essa occorre armonizzare la disciplina con le regole europee, per quanta riguarda in particolare il meccanismo delle esenzioni.
Verrà rivisto, ha detto, il meccanismo del presupposto di imposta, oggi ancorato a principi giuridico-formali, ad esempio nella cessione di beni, dove si fa riferimento alla proprietà o ai diritti reali di godimento, invece occorre allinearsi alle regole sostanziali.
Sui tributi minori si farà altrettanto (imposte di registro, ipotecarie e catastali, imposte di bollo…) per fare ordine, pensando anche di eliminare i micro tributi.
Sulle dogane, ha detto, occorre riallineare la normativa nostra alle regole UE. Occorre intervenire sulle accise, per ridurre il carico della accisa laddove vengono fatti interventi su prodotti come combustibili e carburanti. Occorre intervenire anche sui prodotti alcolici, i tabacchi. In una logica di semplificazione, pensiamo alle etichette degli alcolici o alla introduzione di meccanismi di semplificazione nel mondo dei tabacchi.
Ha fatto poi riferimento al settore dei giochi, dove non occorre abbandonare il sistema concessorio ma cercando di rendere compatibile l’interesse pubblico con la salute.
Ha dichiarato che la terza parte della riforma riguarda i procedimenti, sia collaborativo tra amministrazione finanziaria e contribuente nella presentazione delle dichiarazioni, sia nella precompilata, nell’utilizzo di procedure semplificate. Anche sul procedimento accertativo.
Per le imprese di minori dimensioni su introdurrà il cosiddetto concordato preventivo biennale, si lavorerà con l’intelligenza artificiale e con la cosiddetta analisi predittiva, per definire millimetricamente quanto è il reddito del contribuente.
Per le imprese di maggiori dimensioni, ha detto, si andrà verso la cosiddetta coperative compliance, oggi prevista ma per importi troppo rilevanti. Si cercherà di abbassarlo, portandolo prima a 750 milioni e poi a 100 milioni. Si lavorerà sulla parte della riscossione, visto che oggi abbiamo un carico di riscossione che sale ogni giorno di più. Anche lì occorrerà fare una potatura del carico. Occorre semplificare e superare il meccanismo del ruolo. Occorre definire il discorso della riduzione del tempo entro cui l’agenzia delle entrate deve effettuare la riscossione (non più di 5 anni, procedendo poi al discarico, salvo re intervenire successivamente se sopravvengono elementi nuovi). Occorre pensare ad una dilatazione dei tempi, dalle 72 rate alle 120 rate, stabilizzandolo. Con i testi unici si darà ordine alla riscossione, facendo una riscossione spontanea, una a mezzo ruolo e una coattiva.
Sul settore del contenzioso tributario, ha detto che si interverrà per correggere la legge 130, per lavorare sulla mediazione che non ha più senso. Si interverrà sulla tutela cautelare, accelerando l’udienza della tutela cautelare anche in secondo grado. Verranno introdotti meccanismi anche dinanzi alla cassazione per conciliare.
Sulle sanzioni, ha detto, si cercherà di riallineare il processo tributario con quello penale. Il sistema va rivisto, soprattutto quello sanzionatorio-amministrativo, dove occorre introdurre meccanismi di proporzionalità e rivedere i meccanismi del concorso, della continuazione. Sugli omessi versamenti, ha detto che laddove c’è l’evasione per necessità si possono applicare le sanzioni amministrative ma non quelle penali. In quel caso occorre mitigare, affidandolo però alla sensibilità del parlamento per evitare polemiche.
In conclusione, ha fatto riferimento ai materiali, rappresentati dai testi unici da una parte e dal codice dall’altra. Sui testi unici si sta lavorando, e già all’inizio dell’anno si pensa di poter avere a disposizione dei testi organici su cui poi calare le modifiche che interverranno. Si farà poi il cosiddetto codice tributario, dove avremo una parte generale (presupposti, obbligazione, sanzioni, accertamento, contenzioso) e una parte speciale (singoli tributi).
Interventi dei parlamentari
L’On. De Bertoldi (FDI), ha dichiarato che analizzando i dati dello scorso anno abbiamo circa la metà degli italiani non ha dichiarato e quindi pagato un euro di tasse. Precisamente di IRPEF. Il 12,90% che hanno un reddito maggiore di 35 mila euro sostengono di aver fatto circa il 60% delle entrate IRPEF. Dei numeri abbastanza significativi. Ha chiesto a questo proposito se il governo ha la volontà di intervenire per rispondere a quella piccola fetta che sostiene la gran parte delle entrate IRPEF e dall’altra cercando di capire come mai ci son metà degli italiani che non dichiara e un altro quarto che dichiara in misura talmente bassa da non permettere di coprire la spesa sanitaria.
Sulle ritenute d’acconto, ha sollecitato perlomeno una riduzione della ritenuta, perché sta colpendo da anni soprattutto le fasce più deboli dei professionisti.
Sulle micro tasse, tema incluso nella riforma, ha detto che il superbollo auto in un paese come il nostro, delle auto sportive, è una contraddizione che ha ucciso un settore.
L’On. Marattin (Az-IV-RE), ha chiesto perché per favorire il giusto obiettivo di detassare gli incrementi di reddito dovuti ad un incremento di offerta di lavoro, invece di una detassazione dei premi di produttività e della contrattazione di secondo livello si utilizza un meccanismo farraginoso come la flat tax incrementale.
Ha detto che per favorire chi assume si fa una decontribuzione strutturale della parte a carico del datore di lavoro. Questo è il mezzo che viene utilizzato sempre per stimolare le assunzioni.
Si è dichiarato sorpreso dall’aver trovato una semplice ridefinizione dello statuto del contribuente. Non si aumenta neanche di un grado la cogenza. Tutto lo spettro politico è d’accordo con l’inserire a livello costituzionale alcuni principi sulla semplicità dell’ordinamento tributario.
Ha chiesto poi come mai non c’è nella riforma la mensilizzazione del secondo acconto delle imposte dirette per i lavoratori autonomi.
Ha chiesto perché non ci si uniforma al resto d’Europa passando al modello EET sulla tassazione della previdenza complementare. Tutta Europa, tranne la Danimarca, ha l’esenzione in fase di maturazione, una cosa che aiuta l’accumulazione del montante contributivo.
Ha detto che le tre aliquote non sono in legge delega, ma c’è scritto una aliquota.
Ha chiesto se il viceministro non pensa che la politica italiana debba avere il coraggio di guardare in faccia i sindacati, dicendo che non è vero che nostra IRPEF ha bisogno di più progressività.
Ha poi chiesto, sull’anno 2024 si pensa che i 4 miliardi del fondo saranno la dotazione per finanziare i decreti legislativi oppure no. Ha poi chiesto chiarimenti sulla natura del beneficio medio di 100 euro in busta paga per i dipendenti, in particolare se il MEF conferma quanto scritto sul proprio sito.
L’On. Fenu (M5S), ha chiesto, sui redditi agrari e fondiari, maggiori dettagli sulle intenzioni del governo. In particolare se si vuole estendere la tassazione ordinaria anche al mondo agricolo.
Ha chiesto come si fa a conciliare l’aliquota unica con la necessità di sfoltire il sistema delle tax expenditures. Ha chiesto se non si ritiene che in realtà questa riforma sia un restiling, anche se con riforme condivisibili in alcuni casi.
Sulle accise ha detto che la base imponibile verrà ridotta in maniera importante a causa della riduzione dell’suo dei carburanti dal 2035. Ha chiesto se il governo sta pensando a fare qualcosa sulla tassazione digitale, visto l’incremento della ricchezza prodotta da questo mondo.
Replica del viceministro
“Sul versante IRPEF – ha replicato il viceministro Leo – si vuole coniugare la lotta all’evasione fiscale con la riduzione del carico fiscale. Se ci sono delle aree di soggetti che non assolvono correttamente al loro obbligo tributario ci si avvarrà di tutti gli strumenti in possesso dell’amministrazione finanziaria (interoperabilità delle banche dati, utilizzo della fatturazione elettronica). Sulla ritenuta d’acconto c’è scritto nella delega che l’obiettivo è quello di ridurre la ritenuta rispetto al 20% attuale, facendo un po’ quello che avviene per gli agenti di commercio. Sulle micro tasse occorre eliminarle, perché portano un gettito esiguo alle casse erariali. Sul superbollo sono d’accordo con le osservazioni fatte, è il momento di portare ordine nella materia.
La Flat Tax incrementale è sperimentale, la legge di bilancio vale per un anno, quindi vedremo come funzionerà. Gli obiettivi sono due, stimolare la crescita e contrastare l’evasione. Nella delega si cerca di farlo anche per i lavoratori dipendenti. Sicuramente funziona meglio il cuneo, ed infatti ce ne siamo occupati. Ma si vuole creare un meccanismo che valuti l’incremento rispetto all’anno precedente, che può essere anche il premio di produttività. Si potrebbe, laddove ci siano risorse, assoggettare la tredicesima mensilità a tassazione più bassa, andando a mettere i soldi in tasca agli italiani nell’ultimo mese dell’anno.
Oggi, prima deduco e poi ho il beneficio fiscale. Noi, sulla tassazione dei datori di lavoro, invertiamo l’ordine: diamo prima il beneficio fiscale a condizione che entro due anni venga fatto un investimento o in occupazione o in investimenti 4.0, ricerca e sviluppo.
Sono il primo a sostenere lo statuto del contribuente in legge costituzionale, il dubbio è la realizzabilità. Uno dei principi dello statuto e la irretroattività, nel momento in cui si vuole intervenire ad esempio sull’IVA non c’è problema, ma se voglio fare norme sulle norme dirette giocoforza debbo riportare indietro le lancette, debbo produrre effetti sull’anno in corso. Questo è uno dei motivi per cui c’è sempre stato timore a rendere norma di rango costituzionale una legge che è fondamentale. Potrebbe essere visto come una pre-legge lo statuto.
Sulla mensilizzazione del secondo acconto non sono contrario. Nella delega si parla di semplificazione dei versamenti. Se ci sono risorse disponibili ci si può ragionare.
Sul sistema ETT occorre allineare il meccanismo e l’aliquota delle casse a quello dei fondi. La tassazione si potrebbe portare solo al momento dell’erogazione della prestazione al dipendente. Noi oggi abbiamo una tassazione sul maturato, sul rendimento, la dobbiamo eliminare. Occorre vedere come tenere insieme tutto il meccanismo dei rendimenti finanziari. In quel caso potrebbe rimanere in piedi il sistema ETT, senza escludere di andare nella direzione di altri paesi.
Noi dobbiamo avvicinarci entro la fine della legislatura alla Flat Tax. Dobbiamo anche allineare le no-tax area, portando su anche il mondo del lavoro autonomo. Le tre aliquote sono un primo passo per sfoltire, per arrivare ad una tassazione più abbordabile per tutti i contribuenti.
L’accumulo delle risorse si fa in corso d’anno e la NADEF è la deadline. Per avere il quadro delle risorse a disposizione. Vediamo cosa succede nella NADEF. La nuova costruzione della normativa sugli extraprofitti ha ampliato la platea dei soggetti che devono applicare questi tributi, quindi arriveranno risposte positive anche da quel versante.
Sui redditi agrari vogliamo fare in modo che ci sia un allineamento tra disciplina fiscale e disciplina civilistica. Oggi la norma civilistica fa riferimento al ciclo biologico. La norma fiscale è disallineata rispetto a questo, non facendo riferimento al ciclo biologico. Occorre rivedere le colture e le classi di queste colture.
Per quanto riguarda le accise dobbiamo favorire la riduzione delle accise per le produzioni con minor impatto ambientale. Sulla tassazione digitale, oggi abbiamo la webtax. Non possiamo andare oltre quel meccanismo, perché ci sono altri paesi aldilà dell’Atlantico che ci invitano ad essere cauti, perché se aumentiamo la web tax ci potrebbero essere delle ritorsioni sui dazi. Occorre perseguire la strada della Global Minimum Tax prevista a livello europeo.
Se consideriamo la somma costituita dai famosi 3 miliardi, ce n’è uno da parte. Se dei 4 della riduzione fiscale abbiamo un altro po’ di risorse, possiamo arrivare agli 80-100 euro di cui si è parlato. Noi il testo non lo abbiamo ancora visto.
Interventi dei parlamentari
Il Sen. Turco (M5S), ha detto che il giudizio sulla riforma e sugli obiettivi è negativo. Innanzitutto perché sono state trascurate alcune emergenze nella relazione. Il tema lavoro non è contemplato. Ieri è stato fatto un provvedimento una tantum che viene dato ai lavoratori, insoddisfacente in termini di peso. Insoddisfacente anche per coprire l’impatto avuto dall’inflazione in questi due anni sui salari e sulle perdite di valore precedenti.
Ha chiesto se il superbonus ha creato un buco di bilancio o un tesoretto, che il governo ha deciso di togliere al mondo delle imprese per dare un contentino ai lavoratori.
Sul tema lavoro ha chiesto cosa accadrà dopo dicembre. Dal 1 gennaio 2024, dove si troveranno le risorse per confermare quel cuneo fiscale che viene dal governo Draghi. Quasi 10 miliardi per confermare l’agevolazione.
Ha chiesto se il governo ritiene che solo agendo sul cuneo fiscale si può impattare sul lavoro, oppure abbiamo la necessità di una vera e propria riforma del lavoro, che permetta la riduzione della pressione fiscale, la riduzione del costo del lavoro, impattando anche sul tema della precarietà del lavoro.
Ha detto che non si dovrebbe ridurre la parte contributiva che sta a carico dei lavoratori, togliendogli una parte che favorisce poi le pensioni.
Ha chiesto se l’obiettivo dell’IRAP è confermato, l’obiettivo di eliminarla. E se è così come si finanzierà la sanità pubblica, dato che nel DEF è indicato che le risorse rispetto al PIL passeranno al 7 al 6,2% nel 2026.
Infine, ha chiesto chiarimenti sul prevedere gli interpelli a pagamento, per limitarne l’accesso. Ha anche chiesto, sulla riforma del Patto di stabilità, se il governo ha già ricevuto la lettera da parte dell’Europa in merito ad una possibile manovra correttiva di 15 miliardi.
L’On. Borrelli (AVS), ha detto che ogni riforma dovrebbe essere caratterizzata dalla semplificazione e razionalizzazione. Le modifiche totali del passato hanno portato a dei clamorosi flop. La paura è che ci sia un eccesso ideologico rispetto alla Flat Tax, che può essere un elemento in più ma non il mantra che ci spinge a fare una riforma complessiva.
Ha chiesto chiarimenti sull’evasione, perché abbiamo una parte del Paese estremamente povera ma una parte che non paga, che è carico degli altri. Su questo aspetto ha affermato di non aver compreso fino in fondo quali sono le strategie del governo. Si rischia, anche con l’autonomia differenziata, di andare verso un impoverimento ulteriore dei servizi pubblici, in favore invece di chi ha i soldi per poter avere i servizi pagando privatamente. Ha chiesto se si stanno ponendo questi temi.
L’On. Congedo (FDI), ha sottolineato che parliamo di una legge delega, quindi di indirizzo, che poi si potrà arricchire. Ha chiesto se si applicheranno una serie di automatismi, come quelli attualmente applicati per il credito di imposta mezzogiorno 4.0: investo e con automatismo velocissimo porto a casa i benefici.
Sul reddito agrario ha chiesto se questa riforma fiscale andrà ad eliminare il cosiddetto doppio binario (bilancio civilistico-bilancio fiscale) per tutti, non solo per l’agrario.
Sulla semplificazione ha detto che una delle questioni importanti è la tempistica. Sia nella possibilità di dare la possibilità di programmare il carico fiscale, sia per le persone fisiche che giuridiche, avendo una normativa che regge nel tempo. L’altro è quello della calibratura delle scadenze in modo che ci sia una sorta di tregua per chi supporta le aziende nella determinazione del carico.
L’On. Gusmeroli (LEGA), ha fatto riferimento alla rateizzazione del secondo acconto di novembre. Ha accolto con grande favore il fatto che il viceministro abbia detto che se sarà compatibile con le finanze si farà. Ha dichiarato di aver presentato un quesito ad ISTAT, girato poi ad EUROSTAT, proprio per capire se determinava un obbligo di copertura dal punto di vista dello Stato. La riposta è stata che se le sei rate sono uguali non necessita di copertura, se non copertura di cassa. Poter rateizzare il secondo acconto di novembre da gennaio a giugno dell’anno successivo sarebbe una piccola rivoluzione, per la prima volta le tasse si pagherebbero a consuntivo e non in anticipo. L’acconto di novembre determina anche la nascita di tanti crediti e non sembra vi sia la volontà di aumento delle esposizioni di credito da parte delle attività economiche.
Sull’IRAP, ha detto che non inciderà e diventerà una sovraimposta. La delega è molto chiara. Il tema vero è la necessità di semplificazione, cercando di migliorare il rapporto cittadino-fisco.
Il Sen. Orsomarso (FDI), sull’attrazione degli investimenti, rispetto alle zone economiche speciali, ha chiesto se si agirà, anche sul tema della governance.
Replica del viceministro
Il Vice Ministro dell’economia e delle finanze, Maurizio Leo, ha replicato partendo dagli effetti della riforma fiscale sul comparto lavoro. Ha specificato che nelle disposizioni della delega vi sono una serie di misure a favore dei lavoratori dipendenti. In primo luogo, ha rammentato l’allineamento della no-tax area. In secondo luogo ha ricordato che, attualmente, il lavoratore dipendente viene tassato al lordo con tutta la retribuzione assoggettata a tassazione. Con la presente delega si intende rendere deducibili alcune componenti, come ad esempio le spese per la mobilità (trasporto urbano, abbonamento trasporto interregionale). In terzo luogo, ha citato la formazione, la quale attualmente non è oggetto di deduzione da parte del lavoratore dipendente. Ha affermato che suo obiettivo è renderla deducibile in via analitica o perlomeno forfettaria. In quarto luogo, in merito ai fringe benefit, ha ricordato quanto previsto dal provvedimento licenziato nella giornata di ieri da parte del Consiglio dei Ministri. Ha affermato che suo obiettivo è stabilizzare tale misura in quanto consente un doppio vantaggio sia per il datore di lavoro che deduce le erogazioni, che per il lavoratore che realizza un beneficio in busta paga. Ha ricordato il collegamento con la flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti.
In merito al contrasto alle situazioni di precarietà dei lavoratori dipendenti o di coloro che fuoriescono dal Reddito di Cittadinanza, ha ricordato che la normativa prevede che l’assunzione a tempo indeterminato di un soggetto fruitore del RDC determina una riduzione di tassazione per l’impresa. Ha affermato che tale meccanismo non avrà un’incidenza notevole sui conti pubblici perché se da un lato si riduce il carico fiscale proporzionale (Dal 24 al 20 per cento), la tassazione in capo al dipendente è progressiva. Ha dichiarato che “sostanzialmente ci sarà una sorte di vaso comunicante, a fronte di una riduzione del carico fiscale per l’imprese ci sarà una tassazione progressiva per il lavoratore dipendente”.
In merito al cuneo fiscale e al suo sviluppo post-dicembre 2023, ha ricordato di aver fatto riferimento, in precedenza, ai crediti di imposta. Ha ricordato che vi sono 36 miliardi di euro di crediti di imposta formatisi nel corso del tempo. Ha ritenuto necessario, specie alla luce delle disposizioni del Pillar II, realizzare interventi di potatura per implementare interventi a favore dei lavoratori dipendenti.
In merito all’IRAP, ha ricordato che, nella delega, deve essere assicurata la spesa sanitaria. Gli interventi saranno realizzati in modo tale da allineare il mondo IRPEF (persone fisiche o società di persone) ai fini della tassazione IRAP. Ha ricordato che attualmente l’imprenditore individuale o il lavoratore autonomo individuale non paga l’IRAP. Questo quadro regolatorio ha determinato che strutture articolate, ad esempio società di persone e associazione tra professionisti, si disintegrassero per fruire del beneficio IRAP. Ha affermato che si mantiene l’esenzione dell’IRAP per evitare che si venga a determinare un fenomeno di riduzione degli assetti societari.
In merito all’IRES, ha affermato che non vi sarà un calo di tassazione dell’IRES in quanto si istituirà una sovraimposta in luogo dell’IRAP. Tale imposta graverà in modo intelligente sui soggetti IRES. Ha ricordato che una criticità riscontrata nel sistema attuale riguarda il soggetto, in perdita IRES, che è tenuto al pagamento dell’IRAP. Ha ritenuto, quindi, necessaria applicare una sovraimposta in quanto solo laddove vi è materia imponibile IRES si deve assoggettare a tassazione a fini IRAP.
In merito agli interpelli a pagamento, ha affermato che si deve prestare molta attenzione alla tematica vista la mole di interpelli che giunge all’Agenzia delle Entrate. Ha ricordato che con gli ultimi provvedimenti si implementerà il personale dell’Agenzia delle Entrate. Ha ritenuto giusto quanto avviene sulla falsariga degli APA, ossia il pagamento di un certo ammontare per la risposta agli interpelli. Ha dichiarato che “quando entriamo in materie così complicate come operazione di fusione, scissione, conferimento, trasformazione dove si innestano meccanismi di abuso del diritto, dove gli interessi in gioco sono rilevanti, è corretto che si paghi una piccola somma all’amministrazione finanziaria che si deve impegnare a studiare quel caso”. Ha ritenuto, inoltre, essenziale puntare sulle circolari e sulle domande frequenti.
In merito al Patto di stabilità, ha ricordato che il Ministro Giorgetti è impegnato in un dialogo a livello europeo con i Ministri dell’economia e delle finanze della zona Euro. È necessario arrivare a un progetto condiviso. Ha ricordato che il Ministro Giorgetti propende per un’interpretazione del Patto volta a espungere la parte degli investimenti dal rapporto deficit/PIL.
In merito al tesoretto, ha ricordato che Eurostat si è pronunciata sulla vicenda Superbonus, affermando che i bonus edilizi dovevano essere contabilizzati negli anni 2020-2021. Tale tesoretto è emerso dai meccanismi di contabilizzazione che ISTAT, validando la posizione di Eurostat, ha determinato.
In merito alla semplificazione e razionalizzazione, ha affermato che linee-guida della delega tendono alla razionalizzazione e semplificazione del sistema fiscale. È necessario creare un rapporto diverso tra fisco e contribuente, rendendo stabile la partecipazione del mondo delle professioni alla determinazione in sede di accertamento. Ha ricordato che il professionista interverrà nel concordato preventivo biennale, nella cooperative compliance, sia sul versante della certificazione che nell’apposizione del visto sulla determinazione del reddito. In merito alla semplificazione, è sua intenzione rivedere il meccanismo della tassazione degli atti giudiziari, autoliquidazione dell’imposta di successione e donazione.
In merito alla detassazione IRES mirata all’investimento e occupazione, ha definito tale tema interessante. Ha definito, inoltre, interessante il quesito riguardante l’allineamento del reddito fiscale all’utile civilistico. È un obiettivo che intende perseguire, e ha ricordato che il reddito di impresa rappresenta un reddito che ha la cosiddetta derivazione rafforzata, sia per i soggetti che applicano i principi contabili internazionali, sia per gli altri soggetti che applicano l’OIC. Ha affermato che non è suo obiettivo sovvertire il sistema degli IAS e dei principi contabili nazionali. È necessario prevedere elementi certi, sia per l’amministrazione finanziaria che per i contribuenti, nel determinare le regole del gioco visto che il reddito di impresa si sta allineando alla determinazione civilistica.
In merito alla rateizzazione del secondo acconto, si è dichiarato non contrario, ma si potrà fare solo se vi saranno le risorse. Si dovrà verificare, inoltre, se vi siano meccanismi di complicazione degli adempimenti.
In merito alla domanda dell’On. Orsomarso, ha affermato che l’Agenzia delle Entrate sta svolgendo un ruolo positivo nella lotta all’evasione (recupero di 20 miliardi di euro). Tuttavia, vi è un’alta quota di evasione fiscale che varia secondo le diverse stime (70-75 fino a 110 miliardi di euro). È necessario rivolgersi alle metodologie ex ante, quali il concordato preventivo e la cooperative compliance.
In merito agli investimenti nelle ZES, ha ricordato che la detassazione del reddito delle imprese può essere un’azione mirata agli investimenti. Ha dichiarato che “si può pensare negli investimenti qualificati un investimento per le ZES”.
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