14 Novembre 2024 - 07:27

Delega fiscale. Confesercenti: “Giochi, necessario attendere i decreti attuativi per il settore”

Condividiamo la ratio e principi introdotti sul tema dei “giochi”, ma sarà necessario attendere i decreti attuativi per il settore. Questo il punto di vista di Confesercenti per quanto riguarda

16 Maggio 2023

Condividiamo la ratio e principi introdotti sul tema dei “giochi”, ma sarà necessario attendere i decreti attuativi per il settore.

Questo il punto di vista di Confesercenti per quanto riguarda gli interventi previsti all’interno della Delega fiscale sul tema dei giochi espressi in occasione dell’audizione tenuta alla Camera dei deputati.

La proposta di delega fiscale – afferma Confesercenti – ha natura strutturale, ma deve inevitabilmente essere calata nell’odierno contesto congiunturale. A cominciare dall’aumento della pressione fiscale, che secondo i dati ISTAT è salita nel 2022 al 43,5% del Pil, il livello più alto degli ultimi cinque anni. Al contempo, il potere d’acquisto delle famiglie ha subito un’erosione di 85 miliardi di euro a causa dell’inflazione, segnando così una contrazione dell’1,6% rispetto al 2021.

Queste condizioni di partenza delineano un contesto di prolungata debolezza dei consumi delle famiglie, che anche nello scenario programmatico del DEF sono stimati in aumento di appena lo 0,7% nel 2023 e dell’1,1% nella media del triennio 2024-26, sempre al di sotto dell’incremento del Pil. Solo nel 2024 si completerebbe così il recupero dei livelli di spesa pre-pandemici.

Si conferma l’esigenza di un intervento capace di compensare in tempi brevi la perdita da inflazione, addizionale rispetto alle già annunciate misure di riduzione del cuneo fiscale. Secondo stime della nostra Associazione, un provvedimento di detassazione degli incrementi retributivi porterebbe per il solo 2023 a una spesa aggiuntiva di 2,8 miliardi, con 3 decimi di maggiore crescita rispetto a quanto riportato nel DEF. I proventi della tassazione straordinaria sugli extra- profitti potrebbero offrire la necessaria copertura a tale misura.

Venendo alla prospettiva strutturale, riteniamo siano da tenere in considerazione alcune priorità. Una più equa ripartizione del carico fiscale richiederebbe innanzitutto che il sistema di aliquote non presenti salti tali da scoraggiare la produzione di reddito, così come una radicale semplificazione potrebbe rivelarsi funzionale a dare al contribuente certezza del pagamento e per questa via ad assicurare un più ampio gettito al bilancio pubblico. Contribuirebbe poi a costruire un più trasparente rapporto fra stato e contribuente una scelta volta a destinare a riduzione del carico fiscale l’intero provento della lotta all’evasione.

Rendere una così importante riforma senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato, comporterà la necessità di ricercare nuove fonti di entrata e adottare provvedimenti che tutelino i soggetti e le imprese più deboli.

In tale quadro l’invito del Parlamento Europeo agli Stati Membri ad adottare misure per rivitalizzare e modernizzare il commercio al dettaglio di piccole dimensioni deve essere posta all’interno del progetto di riforma.

Considerata la cornice temporale nella quale si muove la proposta di delega fiscale, sembrerebbe quanto mai opportuno un capitolo dedicato alla fiscalità di vantaggio per le imprese di vicinato. Riteniamo si tratti di un investimento capace di produrre effetti collaterali di grandissimo vantaggio per il sistema Paese (occupazione, valorizzazione prodotti locali, mobilità sostenibile), un contributo economico e sociale insostituibile così come riconosciuto dallo stesso Parlamento Europeo. Una tale fiscalità di vantaggio permetterebbe inoltre di bilanciare alcuni aspetti della delega che, pur nella rilevanza, non sembrano in grado di raggiungere il sistema delle PMI. La rimozione dell’IRAP non è intervento che interessi la platea di imprese di minore dimensione, che sono limitatamente assoggettate questa imposta. Allo stesso modo, l’introduzione di un meccanismo incentivante che abbassa l’aliquota Ires in presenza di futuri investimenti e di un ampliamento della base occupazionale trova un limite nella effettiva capienza fiscale delle piccole imprese e potrebbe per questo tradursi in un trattamento differenziato favorevole alle aziende di maggiore dimensione.

PressGiochi

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