Questa mattina l’associazione ACADI è intervenuta in Senato durante le audizioni nell’ambito dell’esame dell’Atto del Governo Atto n. 116 recante Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di riordino
Questa mattina l’associazione ACADI è intervenuta in Senato durante le audizioni nell’ambito dell’esame dell’Atto del Governo Atto n. 116 recante Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza.
L’avvocato Geronimo Cardia ha dichiarato che è importante portare alla politica un punto di vista che sia dell’intera filiera del settore. Sul decreto del riordino del settore online ha posto l’accento su due aspetti.
Il primo è legato al costo del bando, quanti soldi vengono chiesti alle aziende che vogliono partecipare. Ha detto che 7 milioni sono davvero tanti e c’è il rischio di penalizzare le piccole e medie imprese che stanno cercando di rincorrere delle aggregazioni per poter partecipare. L’altro aspetto è legato al fatto che è previsto un divieto per i punti del territorio che vendono le schede per partecipare ai giochi online di accettare pagamenti verso l’estero. Manca, ha detto, la locuzione “senza indugio”, perché consentire dei pagamenti cross border significa mettere nelle condizioni persone che vivono sul territorio italiano di decidere di optare per operatori esteri legali. Il divieto deve essere quindi reso efficace da subito e senza indugio.
Ha sottolineato che, mentre la legge delega prevede un riordino sia del gioco fisico che dell’online, si è partiti solo col decreto online. Serve anche il riordino del gioco fisico perché, se non si mette a posto la questione del territorio si rischia di compromettere la rete generalista presente in modo capillare sul territorio. Ha detto che 5,9 miliardi su 11 del gettito erariale del 2022 sono generati dalla sezione degli apparecchi ed in particolare dalla rete generalista, che è destinataria dei divieti, dei distanziometri e degli orari. Quindi c’è la possibilità negli stessi territori di acquistare gli stessi prodotti ma online.
Sui “gratta e vinci” il presidente ha detto che può accadere che per la legge del territorio non siano sottoposti né ai distanziometri né ai limiti orari; quindi, ha detto che occorre fare una valutazione complessiva e quindi in Conferenza unificata occorrerà trattare tutto il comparto insieme, per combattere il gioco d’azzardo ed evitare che non vi siano sversamenti su altre tipologie di gioco non colpite dalle misure previste dal territorio.
Ha detto che sarebbe bene che gli operatori del gioco, sugli atti di impugnazione dei provvedimenti di chiusura, non siano lasciati soli dalle istituzioni. Perché tanto il MEF quanto l’Agenzia Dogane e Monopoli, quanto il Ministero della salute, hanno ben donde di intervenire.
Infine Cardia ha dichiarato che nel documento presentato si può vedere come con una spesa di 4,4 miliardi il gettito erariale generato è di 1,1 miliardi per quanto riguarda il gioco online. Ha detto anche che nell’ambito del fisico dei 150 mila lavoratori del settore 140 mila vengono dal territorio, quindi dal gioco fisico. Il grande nemico di tutti è quello dell’illegalità e i due campi di battaglia su cui combattere sono l’online e il territorio.
“Sul tema del decreto di riordino dell’on-line abbiamo evidenziato che i parametri di ingaggio sono molto alti e rischiano di penalizzare le piccole medie imprese italiane. Inoltre occorre che i divieti di pagamento all’estero siano resi operativi senza indugio per contrastare il fenomeno di sversamento della domanda di gioco su circuiti illegali”. Dichiara Geronimo Cardia, Presidente di Acadi.
“I dati del Bilancio di Sostenibilità di Comparto presentati al Forum Acadi 2023 confermano l’importanza della rete generalista degli apparecchi, ed in particolare dei bar, nel perseguimento degli interessi pubblici che sono alla base dell’esistenza dell’intero comparto. Occorre fare subito il riordino del territorio – prosegue Cardia – perché diversamente la questione territoriale, che pende dal 2011, continuerebbe ad operare con i suoi divieti sostanzialmente assoluti provocando l’espulsione della rete generalista dai territori, con perdita di gettito erariale, di presidio di legalità, di occupazione e di tutela effettiva dell’utente”.
“Il rischio di perdere il gettito erariale – puntualizza Cardia – sussiste a causa dei riversamenti della domanda di gioco non solo sui circuiti illegali ma anche su tipi di gioco regolamentato a più bassa fiscalità, non colpiti dai distanziometri e dalle limitazioni di orario. A parità di spesa dei giocatori, in caso di spostamento della domanda, a tendere non è quindi assicurata la necessaria invarianza di gettito.“
“Allo stesso tempo sotto il profilo sanitario – si aggiunge durante l’intervento – sussiste il rischio di fenomeni di riversamento della compulsività (problematica o patologica) a discapito degli utenti. Per questo in Conferenza Unificata occorre che tutte le verticali distributive, previste dal sistema concessorio che atterrano sui territori (on-line compreso), siano valutate congiuntamente per una strategia di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo che sia complessiva, coordinata e, in quanto tale, realmente efficace”.
“Oggi, ad esempio, per le norme dei territori regionali e comunali, mentre è obbligatorio spegnere gli apparecchi nei bar, per i divieti di orari nelle zone marginali non toccate dai distanziometri espulsivi, contemporaneamente possono essere venduti agli utenti altri prodotti sull’intero territorio anche all’interno di luoghi sensibili”.
“Infine – conclude Cardia – nell’immediato occorre che il percorso giudiziale delle contestazioni dei distanziometri e degli orari espulsivi non sia lasciato ai soli operatori, perché gli interessi lesi sono principalmente di natura pubblicistica: dalla perdita di gettito alla necessità di tutela effettiva dell’utente e dei presidi della legalità”.
PressGiochi
Fonte immagine: Roma, 20/09/2023 FORUM ACADI
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