Si torna a parlare di Decreto dignità alla Camera dei Deputati, per lo meno è quello che chiedono di fare gli esponenti del Movimento 5 Stelle Amato, Caso e Orrico
Si torna a parlare di Decreto dignità alla Camera dei Deputati, per lo meno è quello che chiedono di fare gli esponenti del Movimento 5 Stelle Amato, Caso e Orrico che ieri hanno presentatouna interrogazione a risposta immediata in VII commissione.
I pentastellati chiedono al Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi di rendere finalmente effettivo il divieto di pubblicità al gioco d’azzardo.
“Con l’adozione del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87 (cosiddetto decreto Dignità)- spiegano – , è stato introdotto, all’articolo 9, il divieto di pubblicizzare, in qualsiasi forma, anche indiretta, giochi o scommesse con vincite di denaro nonché il gioco d’azzardo, su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e i canali informatici, digitali e telematici e i social media, comprese tutte le forme di comunicazione di contenuto promozionale, nonché la sovraimpressione del nome, marchio, o simboli che possano in qualche modo pubblicizzare giochi o scommesse.
Tuttavia, tale norma viene costantemente elusa da coloro che considerano la pubblicità di scommesse sportive una delle fonti di finanziamento più redditizie, come ad esempio, a giudizio degli interroganti, l’accordo tra la società dell’Inter e la Betsson Sport, un sito di infotainment, ma che fa parte della nota galassia Betsson Group, una società di gioco d’azzardo che dalla stagione agonistica appena iniziata comparirà come main sponsor sulle maglie dei nerazzurri.
Tali «elusioni» trovano fondamento sempre a giudizio degli interroganti nelle linee guida pubblicate dall’Agcom sulle modalità di attuazione del decreto Dignità, in quanto, secondo l’Autorità, tra le comunicazioni vietate dal provvedimento non rientravano i cosiddetti «spazi quote», ossia le rubriche ospitate dai programmi televisivi o web sportivi che indicano le quote offerte dai bookmaker, esclusi dal divieto perché considerati semplice informazione e non pubblicità.
Un altro stratagemma utilizzato per comunicare con il pubblico, senza pubblicizzare direttamente il gioco d’azzardo, è stato quello di creare appositi siti di intrattenimento e news sportive il cui nome, pur senza pubblicare contenuti relativi alle scommesse, richiama inequivocabilmente il nome di agenzie di scommesse.
L’argomento è stato oggetto di numerosi atti di sindacato ispettivo e il Ministro interrogato ha confermato che il divieto viene sistematicamente aggirato e ha dichiarato che il tema è «delicato» e necessita di «un’ampia concertazione e una consultazione parlamentare». E’ indispensabile attivare campagne di sensibilizzazione sui rischi del «gioco d’azzardo», nonché scongiurare il superamento del divieto di pubblicità del gioco e delle scommesse in denaro in ambito sportivo”.
Gli esponenti del M5S hanno chiesto al Ministro quali misure intenda adottare al fine di avviare un ampio confronto sul tema, finalizzato alla tutela delle persone vulnerabili ai rischi del gioco d’azzardo, rendendone effettivo il divieto della pubblicità diretta e indiretta, anche in riferimento alle piattaforme online di scommesse sportive.
PressGiochi
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