Il Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con Caritas Italiana, lancia un nuovo progetto per coinvolgere le scuole nella lotta alla dipendenza dal gioco. Si tratta di
Il Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con Caritas Italiana, lancia un nuovo progetto per coinvolgere le scuole nella lotta alla dipendenza dal gioco. Si tratta di un Concorso Nazionale “La mia vita non è un gioco” che si rivolge agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado di istruzione.
Come si legge nel bando, “Il gioco d’azzardo ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo enorme nel nostro paese. Circa 90 miliardi di euro è il fatturato annuo ricavato da lotterie, slot machines, poker, scommesse e giochi d’azzardo di natura sempre più varia. La platea dei giocatori è cresciuta notevolmente ed è sempre più correlata a fenomeni di povertà e agli effetti della crisi, coinvolgendo anche casalinghe, pensionati, disoccupati e sempre più giovani. Esiste, inoltre, un nesso molto stretto anche tra gioco d’azzardo e usura. Sedici milioni sono gli italiani che, fra i 15-64 anni, hanno giocato almeno una volta nell’ultimo anno.
In misura proporzionale alla crescita del settore sono aumentati i costi sanitari, sociali, relazionali e legali del gioco d’azzardo. I giocatori patologici o ad alto rischio di dipendenza – sono stimati in circa un milione.
Ecco perché, a partire proprio dai giovani, è necessario – spiegano – fare rete, informare, formare, sensibilizzare, prevenire e, in alcuni casi, prendere in carico. Da Nord a Sud è questo il fil rouge che lega idealmente molti interventi di Caritas diocesane per il contrasto del gioco d’azzardo patologico. Sono tanti i progetti portati avanti negli ultimi anni per combattere quello che solo apparentemente è un “gioco”, ma che si rivela nel tempo come una vera e propria dipendenza. Un “gioco” che spesso diventa l’anticamera dell’inferno, perché sono tante le famiglie che finiscono nel tunnel dell’usura.
Esistono già molte Campagne attive su tutto il territorio, ma tra le difficoltà riscontrate c’è la mancata percezione del rischio che comporta il gioco d’azzardo patologico. L’elemento centrale di questa proposta è far capire ai ragazzi e alle famiglie che il gioco, quello sano, è parte fondamentale della vita, ma anche che un progetto di vita non può basarsi sull’azzardo ma va costruito giorno per giorno con responsabilità, sapendo discernere tra scelte di spesa sicure e il tentare la sorte”.
PressGiochi
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